giovedì 31 luglio 2008

TITOLI RIVISTI E CORRETTI

Si sa, di questi tempi, che il sole fa brutti scherzi.


E se tocca all'enigmista cinefilo di esserne vittima le cose si complicano. Che siano grandi registi stranieri rispondenti al nome di Bergman, Hitchcock, Wilder, Mankiewicz, Donan, Cucor, Hawks, Kershner e Zinnemann; oppure che siano gli italiani Fellini, De Sica, Patroni Griffi, Malasomma, Sordi, Steno e Vicario, non ce n’è per nessuno. I titoli dei loro film vengono rivisti e corretti. Ma è un eufemismo per non dire stravolti, come stralunato è colui che è fatto bersaglio di una insolazione. In quale modo? Beh, al riguardo vi proponiamo quanto segue:
L’UOVO CHE SAPEVA TROPPO (L'uomo che sapeva troppo): l’ uovo che sa dirci – finalmente! – se sia nato prima lui o la gallina!
IN FRIGO INTERNAZIONALE (Intrigo internazionale): cucina esotica anche nelle nostre case.
CONTANDO SOTTO LA CHIOCCIA (Cantando sotto la pioggia): Ma quante uova ha fatto stamane la nostra bella gallinona?
MAI DIRE: - AHI! - (Mai dire mai): masochisti a parte, il primo ed ultimo comandamento dello stoico che si rispetti.
IL VISONE SULL’APELLE (Il visone sulla pelle): Apelle, figlio di Apollo, aveva una pelliccia di pelle di ciccia.
IVA CONTRO IVA (Eva contro Eva): come scaricare l'imposta, appunto, per non doverla versare.
LORO, DI NAPOLI (L'oro di Napoli): Eduardo Scarpetta e figli (Titina, Eduardo e Peppino De Filippo).
L'IMPARO COLPISCE ANCORA (L'impero colpisce ancora): sì, ha ragione Eduardo: gli esami non finiscono mai.
IL GIARDINO DEI FINZI CON TINI (Il giardino dei Finzi Contini): nella faraonica villa dei Finzi c'è anche una immensa e fornitissima cantina.
E LA NEVE VA (E la nave va): Eolo soffia a più non posso sulla candida coltre.
E' NATA UNA STILLA (E' nata una stella): quando la prostatite prostra.
LA CECA DI SORRENTO (La cieca di Sorrento): badante di Praga trasferitasi nell'incantevole promontorio del Golfo di Napoli.
A QUALCUNO PIACE ALDO (A qualcuno piace caldo): ma anche Giovanni e Giacomo.
METTI UNA PERA A CENA (Metti una sera a cena): sì, non è che Pinocchio, in quanto a cose da mettere nello stomaco, con Geppetto, se la spassasse...
IL GRANDE TONNO (Il grande sonno): quale altro, se non quello che salvò dal naufragio Geppetto e Pinocchio?
UN AMERICANO AROMA (Un americano a Roma): il tipico e rivoltante puzzo di salsicciotti e mostarda nella friggitoria ambulante della Quinta Strada.
FUMMO DI LONDRA (Fumo di Londra): londinesi famosi che furono. E cioè, tra i tanti, Elisabetta II, Enrico VIII, Guglielmo il Conquistatore. Ma anche Charles Darwin e Charlie Chaplin.
MEZZOGIORNO DI CUOCO (Mezzogiorno di fuoco): l'ora fatidica in cui lo sceriffo di cucina si appresa a metter mano ai suoi armamentari.
CUCI D’INVERNO (Luci d'inverno): consiglio dato ad una sorella tutta ago e filo perché si goda, come conviene, l'estate. Ah, le mezze stagioni? Ma quelle non ci sono più!
BUZZURRI E GRIDA (Sussurri e grida): le solite chiassate di bischeri imbottiti di alcol.
IL PRETE SPOSSATO (Il prete sposato): quel sacerdote alla Don Camillo che, rimboccate le maniche, si danna nel riparare il tetto della canonica.

Leone Pantaleoni

martedì 29 luglio 2008

E SE IN INGLESE PASQUALON SI DICESSE “BIG EASTER”?

Da quello tsunami che prende il nome di anglicismo non si salva nessuno, nemmeno l’uomo simbolo dei pesaresi


La fisica insegna che esistono tre stati, quello solido, quello liquido e quello gassoso. Ma c’è anche lo stato sociale che con la fisica non c’entra nulla. Ed è quello che oggi si dice rigorosamente “uèlfar” (welfare). Il catechismo insegna che Dio è onnipresente. In ogni luogo, insomma. Ma luogo oggi si dice “lochescion” (location) che fa rima con le finali in “escion” di celentanesca memoria.

L’avrete capito che ce l’abbiamo con gli abusati anglicismi che, date un’occhiatina alle insegne dei negozi del centro, tanto per esemplificare, stanno prendendo piede e mano anche qui da noi come altrimenti non avrebbe potuto essere. Perché, di grazia, dire ‘mitin’ (meeting) invece di “incontro” o “riunione”? Forse perché la prima si pronunzia con tre lettere in meno? Su, non stiamo a pignolare! E poi il “Pizzasenter” (pizzacenter) che scalza “pizzeria”, non dimostra l’esatto contrario? Più giustificabile allora l’omonimo “pizzaus” (pizzahouse), anche se comporterebbe l’onere d’una impercettibile aspirazione sulla “a”. Vada per “scioppin” (shopping) e “praivasi” (privacy) che in italiano debbon ricorrere a perifrasi (“andar per compere” e “diritto alla riservatezza”), ma tra “compiuter” (computer), “devoluscion” (devolution), “no’o” (know how) e “brifin” (briefing) che scalzano “calcolatore”, “decentramento”, “competenza” e “riunione”, la differenza è davvero minima. Esterofilia, si dice. Secoli e secoli di dominazione straniera, si aggiunge. Modernità che avanza inesorabile, si conclude. Sarà tutto vero, ma anche noi, eredi di Pasqualon (a proposito, che in inglese si dica “big ister”, scritto Big Easter?), quand’è che ci convinceremo del valore della madre lingua? Comunque, bando alle defatiganti polemiche, domani vado a farmi un “uìchend” in un “cauntri aus”; scusate, volevo dire un fine settimana in un casolare di campagna. Per quale ragione? Ma per questioni di “rilex” (relax), s’intende!


Leone Pantaleoni*
*Enigmista

domenica 27 luglio 2008

IL VANGELO SECONDO GIOVANNINO

Sono cinque e non quattro i vangeli canonici, ma stavolta Don Brown non c'entra un fico secco. Un po' come succede nella pittura con Filippo e Filippino Lippi, a Giovanni deve infatti aggiungersi l'evangelista Giovannino. Apocrifo per gli immancabili denigratori, il vangelo di Guareschi unisce Don Camillo a Peppone non per coniugare l'inconiugabile ma per ricordarci che nel centro del mondo c'è l'uomo, soltanto se nel centro dell'uomo c'è Dio. Guareschi brucia come loglio destinato alla Geenna ogni ideologia. Egli sa che essa è parto del nostro cuore e come tale predestinata ad inquinarlo, fino a distruggerlo.
Giovannino Guareschi
Antitesi di Guareschi, relativismo, con annesso e connesso cattocomunismo, sono in Guareschi una mera illusione ottica. Un non veniale equivoco in cui, proprio come accade con la bandiera multicolore dei pacifisti, cadono in buona fede i meno accorti ed in cui sguazzano, in mala fede, coloro che intendono servirsene per far proseliti agli dei falsi e bugiardi delle proprie utopie.

Don Camillo e Peppone, una corsa alla pari?

Il connubio fra sacerdote e capo-cellula si basa infatti su quel punto prospettico da cui il "verismo evangelico" di Guareschi mai prescinde. Quello che prima di avere le tre narici del comunista, Peppone ha due mani e due gambe come Don Camillo, perché è così che li ha messi al mondo l'identico padre. Un padre celeste, d'accordo, ma anche con i piedi ben piantati per terra. Proprio come quella che, arida e riarsa, si misura a biolche e si ara in litri di sudore nella bassa padana; laddove il comunista, come il sacerdote, d’estate non respira per l'afa e, d'inverno, non ci vede per la nebbia.

Leone Pantaleoni
Pesaro

sabato 26 luglio 2008

DESTO O SON SOGNO?

Un po' principe Antonio De Curtis Gagliardi Ducas Comneno di Bisanzio e un po' ... solLeone da Cagli




Sarà che Totò si anagramma con otto (otto è composto dalle medesime lettere di Totò); sarà che otto é parola palindroma (si legge otto anche all'incontrario), monovocalica (usa la sola o) e monoconsonantica (usa la sola t); sarà che se si tiene ferma la sua t iniziale e si fa ruotare il resto (otò) di 180 gradi sempre Totò si ottiene (antipodo diretto); sarà la calura di questi giorni, sarà l'età, saranno un po' l'una e un po' l'altra, sta di fatto che inversioni del tipo
"Desto o son sogno?" ("Totò all'Inferno")
e
"Ogni limite ha la sua pazienza" ("La banda degli onesti")
appaiono adesso quanto mai appropriate.
E' tempo di calembours, di giochi di parole, di simil vaneggiamenti insomma, quelli ai quali il principe Antonio De Curtis Gagliardi Ducas Comneno di Bisanzio era così affezionato da crearne estemporaneamente e a bizzeffe sul set, così da infarcirne, fino a stravolgerli, i superflui copioni dei suoi film.
A chi gli chiedesse
"Sei edotto?",
Totò lo inceneriva con un
"quattordici"
(6 ed 8) da ... scassaquindici.
A chi gli facesse domande sul suo lato estetico rispondeva:
"Non sono brutto, ma mi arrangio"
("Totò contro Maciste").
Oppure:
"La mia faccia non mi è nuova, ce l'ho da quando sono nato"
("Fermo con le mani").
Sulla fame che tanto richiama il Miseria e Nobiltà di Eduardo Scarpetta e la sua tribolata infanzia:
"A casa nostra nel caffelatte non ci mettiamo niente; né caffé né latte"
("San Giovanni decollato").
E ancora:
"Che ore sono? L'una e mezzo? Bene, così possiamo tranquillamente saltare la prima colazione!"
("Totò a Lascia e Raddoppia").
Cosicché, così “decurtiseggiando”, c’imbattiamo in:
"Prendo tre caffé alla volta per risparmiare due mance";
"Evado di giorno perché non mi va di essere un e-vaso di notte"
("Il turco napoletano");
e ancora:
"Dipinge bene, mi ricorda il Tinturicchio"
("Totò, Eva e il pennello proibito").
Ben si comprende, allora, che quando, immerso fino al collo tra le onde del mare per combatter il caldo ferragostano, ho risposto a mio nipote di saper nuotare "ad orso" – vale a dire proprio come uno di quei bramenti plantigradi – e lui ha capito "a dorso", mi son guardato bene dal chiarire l'equivoco.

Leone Pantaleoni*
*Enigmista


venerdì 25 luglio 2008

SI CONCLUDE "ENIGMATICAGLI"

Con la consegna ai solutori dei suoi 20 giochi (10 inediti anagrammi riguardanti Cagli e 10 rebus di repertorio) di due dei suoi più rinomati libri (“Pantantirebus” e “Dica … 32”), Leone Pantaleoni conclude stasera (venerdì 25 luglio) le tre serate di “EnigmatiCagli”. A corollario dell’enigmistica ci saranno anche
gli scacchi che continueranno a proporre alcuni spettacolari problemi con risoluzione di scacco matto in poche mosse forzate.

Nella foto uno dei rebus proposti la cui soluzione è

“U, nere dita; AT, tesa; date, MPO”

(Un’eredità attesa da tempo).


Ed eccovi in regalo due

MICROGIALLI ENIGMISTICI


N.01

GATTO IN PENTOLA

Era già lessato a puntino il povero gatto quando mamma Anna, appena entrata in cucina, lo trovò sgomenta. Povero Fuffy! Chi poteva aver osato tanto? Sandrino, un po' pierino, si giustificò col dire: - Io non c'entro; i gatti? Mi fa schifo soltanto sfiorarli! -. Anche i gemelli Carletto e Giovannino che agiscono sempre in tandem, si chiamano fuori. Ma per ragioni diametralmente opposte: loro i gatti li adorano!
Mamma Anna conosce bene i suoi polli, pardon, i suoi monelli. Sa che la bugia è un terreno che il terzetto frequenta spesso e volentieri. E considerato che Fuffy era un bellissimo siamese, mamma Anna sa bene dove andar a parare.

N.02

ATTENTI AL CANE

Tenuto in cattività, seppur piccolo, il cane, di razza ibrida fatto passare chissà perché per barboncino, aveva aggredito la vecchietta che, soltanto per fortuna, non aveva subito lesioni gravi. Giusto allora risalire ai suoi padroni, gli anziani coniugi Maurizio e Teresa. L'uomo, capelli brizzolati, è un pensionato che si diletta di bricolage, specie quando il tempo è inclemente, e, nei giorni di bel tempo, di cura dell'orto. La donna, dai capelli di colore non bello che tende al biondo, ama far schizzi a mano libera. Rallegrato dalla notizia che la vittima è fuori pericolo, il poliziotto non ha dubbi e, rivolto al colpevole, lo invita a seguirlo in Questura.


Soluzione 1 :
riposizionando le lettere di "Siamese" si ottiene "assieme". I colpevoli sono dunque la inseparabile coppia Carletto-Giovannino.


Soluzione 2:
il cane è un "bastardino", il cui anagramma è "biondastra". Inoltre, per cambio d'iniziale, "barboncino" diventa "carboncino". Non c'è dubbio, allora, che a recarsi in questura sia la signora Teresa.


giovedì 24 luglio 2008

UN' ALBA ELETTRICA


L'acronimo è quel gioco enigmistico dove le parole di una frase vengono sostituite dalle loro iniziali. Tra i più noti c'è SOS (Save Our Souls: "Salva - sottinteso "O Signore" - le nostre anime"), ma noi parleremo stavolta di corpo. E quale corpo - perbacco! - se si tratta, per l'appunto, di quello di Alba Parietti! Per lei avevamo a suo tempo coniato l'acronimo O.P. solo in apparenza sbagliato, perché non riferito al suo nome e cognome (A.P.), bensì a quella sua espressione da "Orgasmo Perenne" (O.P.) del suo bellissimo viso impressale da un intervento di chirurgia estetica alle labbra. Ma alcuni enigmisti si sono divertiti anche a riposizionare le lettere che compongono il nome di Alba Parietti. A farne degli anagrammi, insomma. Dei quali il più appropriato ci sembra quel "Beltà ti rapìa" di M.S. Sernas. Tutt'altra cosa è invece il tenore inquisitorio da Torquemada impresso da Ilion con "Abietta, parli!". Di sapore decisamente catartico, degno di un Innominato manzoniano, appare la versione di Mister Aster ("Tipa liberata") e da autentico fan quella di Frank ("Ti parla, ti bea"). Più ambivalente che sibillino è Basile con "Abile partita", perché bisogna che lo stesso chiarisca se "partita" è un sostantivo o un verbo. Da ultimo arriva Leone da Cagli con "Pila-batteria" che la dice lunga sulla carica erotica che il personaggio riesce ancora a sprigionare. Specie nei circuiti ormonali dei maschietti. Cosicché se la luce dell'alba è senz'altro solare, quella dell'Alba è decisamente elettrica.


Leone Pantaleoni*

*Enigmista


sabato 12 luglio 2008

PIAZZA NAVONA, VANA PAZZIA, NO?


Con la precedenza concessa all'assai poco gentil sesso, sotto le mentite spoglie dell'anagramma che riposiziona le lettere d’una parola o frase per formarne altre, era presente anche l'enigmista in Piazza Navona. L'anagramma di "Sabina Guzzanti" ci propone infatti le non esaltanti varianti "Una tignazza-bis" e "Sù, t'azzanna i big!", che forse non esprimono per intero la carica esplosiva della ragazza. In compenso, o in scompenso, se preferite, vola decisamente basso con "Marco Travaglio" che, traducendolo con "valgo tra comari", lo abbassa al livello di preferita ricetrasmittente del più becero chiacchiericcio.

Di Pietro "contadino"


Galleggiando invece tra sacro e profano si erge fino al divino l'anagramma sia con "Antonio di Pietro" ("Per i toni, Dio nato!") che con "Giuseppe Grillo" ("Lo pigli per Gesù"). L'antiberlusconismo viscerale di "Moni Ovadia" viene suggellato con un paranoico "Io mando via" riferito ad un nient' affatto sottinteso Cavaliere dalla Bande Azzurre; mentre la inarrivabile onniscienza del professor "Umberto Eco", viene stravolta in un "E' come Bruto" che la dice lunga sulla truce vocazione salottiero-complottarda di tanto semiologo. Da ultimo c'è "Paolo Flores D'Arcais". Con lui l'anagramma si pone di fronte al fatidico bivio: "Sa far l'idolo o spreca?". In fondo è ciò su sui dovrebbero meditare tutti quanti i sopra elencati protagonisti della manifestazione di Piazza Navona. Ah, a proposito di "Piazza Navona", ci avevate fatto caso che il suo anagramma, "Vana pazzia, no?", contribuisce alla sottolineatura dell’amletico dubbio?


Leone Pantaleoni*
*Enigmista


LETTERA APERTA DI UN CREDENTE A SABINA GUZZANTI


Signorina Guzzanti,
il Papa, lei saprà, è infallibile sulle questioni che attengono ai dogmi della Chiesa; ovvero laddove egli espleta il suo compito di mantener intatte le verità rivelatele due millenni orsono.
Il suo fine non è l’occupazione del potere ma la conduzione del gregge all’ovile per l’unica via praticabile; quella indicatagli da Cristo a cui egli presta ora il suo corpo mortale ma visibile.
Se il Papa si occupa di tutto non è perché deborda dal seminato ma è perché il seminato è il campo per intero. C’è forse un angolo della sua casa dove lei non abbia diritto di accesso? O una pagina del suo diario dove lei non possa scrivere? O un angolo della sua memoria dove lei non possegga la facoltà di ricordare? E, mi creda, ciò non è un elogio alla teocrazia. Dare a Cesare quel che è di Cesare significa per il Papa doversi (e non potersi, badi bene) esprimere su tutto ciò che, a sud, a nord, ad est o ad ovest non importa, confina con la umana coscienza. Ma esprimersi è ben altro dal costringere. Le è mai arrivata una qualche ingiunzione di andare a messa pena una sanzione? Vede, signorina Guzzanti, libertà non è licenza d’infangare. La melma, caso mai, sporca e nasconde. Lei riderà di questi miei elementari e infantili insegnamenti. Nel migliore dei casi mi prenderà per un povero bigotto. O, se preferisce, per il classico cretino certificato dall’esimio Professor Piergiorgio Odifreddi. Mai io pregherò per Lei lo stesso. Non perché mi reputi migliore (cosa indimostrabile) ma perché il mio Maestro mi ha insegnato che se lo faccio soltanto per coloro che mi amano, mi stimano e la pensano come me, per i miei amici, insomma, non ne avrò alcun merito.

Leone Pantaleoni
Pesaro

martedì 8 luglio 2008

DETTI LATINI

Memento diffidere semper: ricordati di diffidare sempre. Di chi? Ma dell’enigmista, naturalmente. Specie quando si mette in testa di riposizionare le lettere dei più noti detti latini.

Orazio

Ad immaginarsela la faccia di disgusto di Orazio se il suo Aurea mediocritas si trasformasse in "Sì, caro e rude, t'amai!"! Che cos'han da spartire la sua ottimale condizione intermedia
con il ricordo d'un coinvolgente amore giovanile? E il suo abusatissimo Carpe diem che diventa "Dica 'per me'!"? Che c'azzecca il cogliere giorno per giorno l'essenza della vita con l'esortare qualcuno a precisare che ciò che dice è farina del suo soggettivissimo sacco? E poi, va bene che Est modus in rebus appartiene alle Satire ma stravolgerlo in “Robuste miss nude” significa gettarlo in pasto al più sesquipedale stile gossiparo. E quel Coram populo che cambia in "Lo marco Pupo?", brutalmente spintonando nientepopodimeno che l'Arte poetica sopra un rettangolo di gioco in cui s’esibiscono per beneficenza cantanti ed attori? Ed è in Vucciria che subisce un ultimo affronto Orazio, dove, In medias res diventa un improbabile luccichio argentato di “semisardine". Con la permuta Audaces fortuna iuvat - "A una o due ci sfruttava", Virgilio, dal decimo dell'Eneide, finisce addirittura sul marciapiede. E lì v'incontra un Cicerone in formato Sircana (Historia magistra vitae-"Gai travestiti? Oh, S.Maria!"). Ed è sempre Cicerone che si vede consegnare il suo prezioso O tempora, o mores (prima Catilinaria) nelle mani d'un portavalori ("Porto somme a ore"). A Cicero va un po' meglio nelle Filippiche dove, passando Errare humanum est a "Era 'mare nostrum', eh?", conserva per lo meno intatta una geografica espressione latina. Giovenale ma non gioviale, a fine excursus non ci resta che un commosso ricordo, perché il detto che si scrive Mens sana in corpore sano, deve invece leggersi "Or nonna Ines è scomparsa". Amata e stimata insegnante di lettere qual era, vuoi vedere che invece che morta sia scappata per non udire simili scempiaggini?


Leone Pantaleoni

sabato 5 luglio 2008

INDIGESTIONI A ... SPIZZICHI E BOCCONI

Ma stavolta la colpa non è da ricercarsi nella pessima moda del mangiare in piedi

Adesso che è estate giammai dare all'enigmista la possibilità di offrirvi cibarie a spizzichi e bocconi: vi potrebbe far fare un'indigestione che ve la raccomando. Provate ad accettargli ad esempio un IS da sbocconcellare. E lui che fa? Da due letterine dell'alfabeto ve ne tira fuori ventotto con "Le ultime lettere di Jacopo Ortis" (IS sono le due ultime lettere del nome JACOPO ORTIS). Ma c'è di peggio, o di meglio, se preferite; perchè gli basta una sola A per liberare ROMA dai ROM, che, spiegato ai più distratti, significa che togliendo ROM dalla parola ROMA non ne resta che la A. Con una N poi, quasi che fosse il miglior lievito, riesce a imbandire il desco, moltiplicando le portate. Non ci credete? Eccovene la dimostrazione. Innanzitutto vi serve in tavola una fumante "Messa solenne" (posta davanti ai nostri occhi la sola N). O, addirittura una pantagruelica "Nona di Beethoven" (la N è la nona ed ultima lettera della parola BEETHOVEN). Dalla filiforme I l'enigmista ricava un'ISOLA (I sola) che ci proietta a costo zero fino agli atolli del Pacifico. Oppure c'introduce nella redazione di due gloriose testate di sinistra. Quali? Ma l'Unità e l'Avanti, naturalmente.
Non per niente I è davvero "il corrispondente romano dell'...unità" (I è il numero uno dei latini) e, contestualmente, "il corrispondente romano dell'...avanti" (dall'imperativo del verbo andare la cui coniugazione è eo, is, ivi, itum, ire). I rudimenti della chimica c'insegnano che O è il simbolo dell'ossigeno ma l'enigmista ci dimostra che si tratta invece di metano, nel senso di "metà NO" (O è infatti un NO spaccato in due come la mela di Gugliemo Tell). Si obietterà che reciproca cosa può dirsi per N, simbolo chimico dell'azoto e allora, fra ossigeno, azoto e metano, il Mendeleiev della famosa tabella degli elementi ha di che rigirarsi nella tomba quasi fosse la punta d’un trapano in azione. Estendendo il concetto, NO, LO, OL possono allora considerarsi "metanolo" (quell’alcole che, messo nel vino per alterarlo, provocò autentici omicidi). NO è la metà di NOLO al pari di LO (NO-LO). E così dicasi per OL (N-OL-O).
Infine, come dessert, l'enigmista vi offre due "tondeggiantissime" "ci". Cosicché CC abbia ad intendersi come il sorprendente messaggino "Se mi cerchi non ci sono"; perché quel CC non sono le due praticate consonanti dell’alfabeto bensì mezzi cerchi. Morale della favola? Se non avete digerito bene pigliatevela col discepolo di Edipo e per stavolta non date la colpa a quella brutta moda del desinare in posizione eretta.

Leone Pantaleoni*
*Enigmista


martedì 1 luglio 2008

MOSTRUOSITA’ ENIGMISTICHE DEDICATE ALLA MOSTRA DEL NUOVO CINEMA

E’ quello che sa dirci – finalmente! - se sia nato prima o dopo la gallina



L’UOVO CHE SAPEVA TROPPO



Dedicato all’accoppiata Hitchcock-Mostra del Cinema, c’è un modo nuovo di rileggere i titoli più noti del grande “Hich”, anzi profano. Cosicché “L’uomo che sapeva troppo” diventa “L’uovo che sapeva troppo”. Vale a dire quel benedetto uovo che sa finalmente dirci se sia davvero nato prima o dopo la gallina. Con buona pace dell’ugola di Doris Day, alla ricerca del figlio scomparso tra i minareti di Marrakech. E “La finestra sul cortile”? Sì, proprio quella che si spalanca dinnanzi all’azzoppato fotografo free lance James Stewart nella boccheggiante afa estiva del Greenwich Village? Beh, se soltanto diventasse “La minestra sul cortile” potremmo star certi di ritrovarla rovesciata sul terreno, accanto all’aiuola dalla quale sarà dissepolto il cagnolino che l’ha resa immangiabile per esuberante vitalità. C’è poi “La donna che visse due volte”. Ricordate quando James Stewart – sempre lui! - faceva provare e riprovare a Kim Novak quel tailleur grigio nella speranza di renderla il sosia perfetto di Madeleine? Ebbene, ritoccato in “La gonna che visse due volte”, il titolo significherebbe una sottana da dover ancora stringere perché doppiamente abbondante in vita! E, diteci, potevamo forse lasciare Cary Grant nella vertiginosa precarietà di penzolare dalle pareti del Monte Rushmore, sotto lo sguardo pietrificato di Washington, Jefferson, Roosevelt e Lincoln? Certo che no! E allora se soltanto “Intrigo internazionale” diventasse “In … frigo internazionale”, l’attore si ritroverebbe al sicuro tra le mura domestiche, dinnanzi ai borborigmi dell’elettrodomestico stipato da cibi multietnici. Così spropositando, si potrebbero scomodare Don Matteo (“L’ombra del dubbio”= “L’ombra del Gubbio”) e Sant’Ambrogio (“L’altro uomo” = “L’altro Duomo”) e persino il costruttore argentino De Tomaso (“La congiura degli innocenti” = “La congiura delle Innocenti”). Non resterebbe allora che passare da “Psycho” a “Physico”. Dove fisico, dapprima sinonimo di palestrato, sfocerebbe in un ineludibile ritoccato. Purché – beninteso – il chirurgo che maneggia il bisturi non sia l’Anthony Perkins titolare di quello squallido Motel.
Toh, l’enigmista ha fatto ridere il grande Hitchcock!


Leone Pantaleoni*
*Enigmista

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01) Crittografia (frase: 7 6)
B S

02) Crittografia (frase: 7 7)
DB HPO

03) Crittografia (frase: 4 2 4)
NOME DELL'AT.ORE BANFI

04) Crittografia (frase: 4 10)
- CATINO -

05) Crittografia (frase: 7 2 5)
- QUI.T. LETTERA .. UN ALFABETO -

06) Crittografia (frase: 5 2 4)
- CH.SSA' -

07) Crittografia (frase: 8 7)
- VR VR VR VR TO -

08) Crittografia (frase: 3 4 4)
- TELEFONATEMI! -

09) Crittografia: (frase: 6 1 2 1 4 2 = 2 4 1 3 6)
D... DI NASCITA

10) Crittografia: (frase: 4 4 2 2 2 = 6 8)
IN QUEL PO.TO

11) Crittografia (frase: 8 2)
SONO RIMASTO LI’

INVITO AI CAGLIESI

INVIATEMI UN COMMENTO COL VOSTRO NOME, VI FARO' L'ANAGRAMMA.

GLI ANAGRAMMI DEI CAGLIESI

chi sono questi ?

(nome: 9, 8) = "PANCETTA CON SFREGI" Piercing mal eseguito?

(nome: 7, 7) = "RE FRA LE DOMANDE" Novello Mike Buongiorno?

(nome: 5, 7) = "CARDAR ALBERI"
Ma non era la lana?

per le soluzioni...