lunedì 30 novembre 2009

LA INCONTENIBILE FORZA D’UN ANNUNCIO

Quasi sempre complice il presupposto ideologico, sembra proprio che la dibattuta questione della presenza del crocifisso in luogo pubblico non riesca a liberarsi dei lacci e lacciuoli dell'equivoco. Si ritiene infatti, anche laddove si contesta con la più rispettosa e rispettabile onestà intellettuale, che tale presenza abbia valenza di affermazione e, quindi, di consequenziale contrapposizione. Affermazione e contrapposizione che son fatte letteralmente coincidere con un costume d'uso tra gli animali, quando essi sono soliti marcare il territorio per mandare un chiaro messaggio di ostilità a chi fosse sfiorato dall'idea di contenderglielo. E invece niente di tutto ciò. La presenza del crocifisso in luogo pubblico non è affermazione-contrapposizione, ma semplicemente annuncio. Vale a dire che tra i capitoli della nostra storia, a un certo punto, si è introdotto un Dio che, facendosi Uomo, ha accettato la morte pur di liberarci dal male.
Dice il Vangelo di Giovanni: "Ciò che abbiamo udito, ciò che noi abbiamo visto, ciò che abbiamo contemplato, ciò che le nostre mani hanno toccato, e cioè il Verbo della vita, noi lo annunciamo anche a voi perché anche voi siate in comunione con noi". Di tutto ciò se ne può rimanere colpiti oppure sorriderne. Ma è da vittime d’una idea errata pretendere che tale notizia debba relegarsi ai soli luoghi deputati, pena l'infrazione civile. La notizia che c'è chi ci ama fino alla follia della croce è un’atomica che esplode. Come farla deflagrare nel chiuso d’una stanza?

Leone Pantaleoni

DICEMBRE 2009

Si dice dicembre ma si scrive Natale e, meglio ancora, buon Natale.

Mese del solstizio d'inverno (quando il sole raggiunge la massima declinazione negativa rispetto all'asse terrestre in contrapposizione all’emisfero australe), esso è fondamentalmente legato alla eterna lotta fra luce e tenebre. Non per nulla il giorno più corto che ci sia, e cioè il 13 dicembre, è dedicato ad una santa di nome Lucia.

Enigmisticamente parlando, dicembre è parola non commestibile. Contrariamente a maggio, giugno e ottobre da cui si ricava rispettivamente omaggi, giungo e orbetto (nome di un rettile), e ad aprìle che, accentato sulla "a", ammette il bisenso àprile (imperativo del verbo aprire), dal riposizionamento delle lettere che compongono la parola dicembre, non si ottiene nulla. Bisogna risalire alla sua versione latina, december, per fargli assumere il valore monovocalico (nel senso che si avvale della sola "e", proprio come il presepe). In dicembre i romani festeggiavano con i Saturnalia il dio delle messi, quel medesimo che i greci identificavano con Crono (divinità del tempo, figlia di Urano e Gea). Curioso che soltanto in tale periodo dell'anno era d'uso permettere il gioco d'azzardo. In un manoscritto d'epoca carolingia è riprodotto un antico calendario romano del 354 il cui annesso epigramma dice: "Auree monete procuri Dicembre alla festa di Saturno. Ora ti è consentito, schiavo, di giocare con il padrone".
In dicembre era addirittura concesso di ribaltare i ruoli tradizionali fino al punto che erano gli schiavi ad esser serviti dai padroni. L'8 dicembre la Chiesa festeggia il dogma dell'Immacolata Concezione proclamato da Pio IX (il senigalliese Mastai Ferretti) nel 1854. Nel marzo 1858, nella grotta di Massabielle la Madonna fornirà a Bernadette le sue ineffabili credenziali col dirle: "Je suis l'Immacolée Conception".

Il 25 dicembre, naturalmente, c'è la festa delle feste, a proposito della quale vi proponiamo l'improponibile titolo a caratteri cubitali: - Colto nel cuore della notte con le mani nel sacco, arrestato Babbo Natale -.
E mentre ci chiediamo se sia stato o meno il solito carabiniere delle barzellette a compiere l’epica e un po’ edipica impresa, ricorderemo anche che in dicembre son nati Woody Allen (1935) e Carla Bruni (1967), oggi accumunati dalla notizia di cartello che la première dame in Sarkozy avrà una parte nel prossimo film del regista newyorkese.

Leone Pantaloni

domenica 22 novembre 2009

ISSA PESARO ORA SE PASSI

Tra palindromi e fine del mondo

Visto che non pochi lo pensano senza pensarci su (scusate il bisticcio per dire irriflessivamente), occorre mettere un puntino sulla "i" per cominciare: il 21-12-2012, data annunciata della fine del mondo prossima ventura, non è palindroma. Vale a dire che non si legge allo stesso modo in ambo i sensi come accadde ad esempio al 20 febbraio di sette anni fa (20-02-2002) e, prim'ancora, all'11 novembre del 1111, al 10 gennaio del 1001 e al primo ottobre dell'anno 110.

Il fatto è che, a parte la non trascurabile differenza cronologica di un secolo, al solo guardarlo, il 21-12-2012 differisce d'un nonnulla (zero al posto di uno) da quel 21-12-2112 che sarà quella sì la prima delle date palindrome coniugate al futuro. Derivazione dei termini greci "palìn" e "dromòs", palindromo significa corsa all'indietro e, in arte edipica, caratterizza quelle parole o frasi che restano inalterate anche se lette all'incontrario.
Palindromi facili da individuare sono quelli di tre o quattro lettere: afa, ala, Ava, Ada, Ebe; Anna, otto, osso e le lettere dell'alfabeto effe, elle, emme, enne, erre ed esse ecc. Ma se ne trovano anche di più lunghi, come "anilina", "ossesso", "ottetto"e le voci verbali "ereggere" e "onorarono". Palindromo è il nome del famosissimo complesso degli Abba e palindromo sarebbe anche il titolo della loro più rinverdita canzone se soltanto fosse stato “ài, mamma mia!”.
Palindroma è la frase "otto per otto" se scritta sia in lettere che in cifre con il segno x. Palindromo è il noto cognome "Asor Rosa" e palindrome sono sia l'affermazione: "Amo Roma" che le interrogazioni "I tropici: mamma, mi ci porti?" e "Manuela, ma fa male una mela?". Palindrome sono le ineccepibili frasi "Attici di città", "Eco, vana voce", "E' la morte tetro male", "Irene se ne ride" e "Alle carte t'alleni nella tetra cella"; e quindi le bizzarre espressioni "I topi non avevano nipoti", "E poi Martina lavava l'anitra miope". Fino a giungere, di stranezza in stranezza, alla strampalata "O morbidi nèi, pieni di bromo" e quindi alla strampalatissima: "O mordo tua nuora, o aro un autodromo". Curiosità vuole che lo straniero che visita la nostra città possa venir esortato a dirne bene dal palindromo di nostro conio "Issa Pesaro, ora, se passi". D'accordo, sembra commissionatoci da un'Azienda di Soggiorno in cerca di slogan, ma, stante che non ci sembra un esempio da fine del mondo, eccoci d'incanto ricollegati con la fatidica data del 21-12-2012.


Leone Pantaleoni

mercoledì 11 novembre 2009

UN PO' REBUS E UN PO' VIRUS

All'UNILIT di Pesaro è di scena Leone Pantaleoni, il Leone da Cagli della Settimana Enigmistica che dal lunedì al sabato sta insegnando la materia edipica in varie scuole cittadine

Dalle 16 di oggi (martedì 10 novembre) Leone Pantaleoni, il Leone da Cagli della Settimana Enigmistica, recentemente premiato a Chiavari quale vincitore del concorso autori di rebus "Brighella", terrà nella sede dell'UNILIT pesarese di via Rossini una conferenza dal titolo: "Un po' rebus e un po' virus". A dimostrazione dell'assunto Pantaleoni si avvarrà della proiezione del dvd allegato al suo libro "Pantantirebus" che, uscito nel 2006, contiene 130 tra i suoi giochi più apprezzati.

Pantaleoni, con l’insegnante Ernesto Fucci
alla recente inaugurazione della scacchiera
gigante della Scuola Anna Frank
di Santa Maria delle Fabbrecce.
Rebus, anagrammi, sciarade, indovinelli, acrostici e frasi palindrome, sottolineiamo che dal lunedì al sabato Leone sta insegnando enigmistica, scacchi compresi, in vari istituti elementari della città (Anna Frank, Pirandello, Rodari e Cattabrighe) a cui se ne aggiungeranno altri dopo Natale (Carducci, Gaudiano, ecc). Con quelli dello scorso anno il numero degli alunni ha toccato la fatidica quota 1.000. Lo Sbarco dei Mille, insomma. Anzi, visto che siamo a scuola, lo … Sbanco dei Mille.


Leone Pantaleoni

giovedì 5 novembre 2009

NEL LAGER DELLA LAICITA'

Ma chi ha paura del crocefisso?

Chiamateli settori, steccati o scomparti ma in realtà sono lager. Lager ideologici. L'ultimo è stato eretto in nome d'una dea tanto cinica quanto vanitosa che sfoggia abiti di accecante modernità; una dea che si scrive laicità ma si legge laicismo e che pretenderebbe di delimitare la nostra vita in settori muniti di filo spinato, a toccare il quale si resta folgorati: qui ci stanno i credenti e lì gli atei, qui i musulmani e lì i cristiani e così via recintando. Del crocifisso, emblema del cristianesimo, è impregnata la nostra storia bimillenaria.

Ci sono crocefissi dovunque che a eliminarli tutti sarebbe come pretendere di estirpare i pori della pelle ad uno ad uno senza farsi male. Il crocefisso è simbolo d'un amore scandaloso e di un'inaudita mansuetudine: possono davvero amore e mansuetudine infastidire qualcuno? Fa sorridere l'obiezione che esso sia stato usato come spada di cui per altro ricorda la forma. Le crociate quasi sempre reagirono a iniziative dove la ferocia era di un’efferatezza così raffinata da meritare le più sperticate lodi dell’inferno. Fermo restando che, nel peggiore dei casi, sarebbe come prendersela con un artistico crocefisso perché usato per colpire a morte sul capo una persona. Sì, incarceriamo pure nel ghetto del privato l’oggetto d’inestimabile valore, e lasciamo che il barbaro assassino s’aggiri indisturbato tra di noi.

Leone Pantaleoni

domenica 1 novembre 2009

MULTICULTURALISMO

Rivestitolo dei sontuosi abiti della illuminata accettazione degli altrui usi e costumi, il multiculturalismo nasconde non di rado il diniego dei propri.
Ma soltanto chi tiene le mani ben salde nella sua liana, può permettersi di saltare in quella più prossima senza cadere rovinosamente a terra. Cosa questa che aveva ben compreso anche un certo Tarzan che, pure, avrebbe avuto la non piccola attenuante d’esser stato allevato dalle scimmie.

Leone Pantaleoni

UNA … SUPERBA ROSY BINDI

Mi chiedo perché nei molteplici dibattiti in cui è ospite, la signora Rosy Bindi, allorquando parlano gli avversari politici, esibisce immancabilmente espressioni non propriamente simpatiche del viso che nella loro mimica "varieganza", fan pur sempre rima con arroganza.
Qualunque sia l'interlocutore di turno e qualsivoglia siano gli argomenti trattati. Da ciò non può che desumersi come la medesima si senta superiore ai primi e padrona dei secondi. Cosa questa che ancor oggi si traduce nel termine di presunzione. La quale, come si sa, è indice di eccessiva fiducia delle proprie capacità, ossia di alta ed esagerata opinione di sé. Morale della favola: continui pure a collocarsi nella parte politica che più le aggrada la signora, perché questa è democrazia. Ma si spogli di quell'aura di detentrice unica della verità, perché quella è superbia.

Leone Pantaleoni

.

01) Crittografia (frase: 7 6)
B S

02) Crittografia (frase: 7 7)
DB HPO

03) Crittografia (frase: 4 2 4)
NOME DELL'AT.ORE BANFI

04) Crittografia (frase: 4 10)
- CATINO -

05) Crittografia (frase: 7 2 5)
- QUI.T. LETTERA .. UN ALFABETO -

06) Crittografia (frase: 5 2 4)
- CH.SSA' -

07) Crittografia (frase: 8 7)
- VR VR VR VR TO -

08) Crittografia (frase: 3 4 4)
- TELEFONATEMI! -

09) Crittografia: (frase: 6 1 2 1 4 2 = 2 4 1 3 6)
D... DI NASCITA

10) Crittografia: (frase: 4 4 2 2 2 = 6 8)
IN QUEL PO.TO

11) Crittografia (frase: 8 2)
SONO RIMASTO LI’

INVITO AI CAGLIESI

INVIATEMI UN COMMENTO COL VOSTRO NOME, VI FARO' L'ANAGRAMMA.

GLI ANAGRAMMI DEI CAGLIESI

chi sono questi ?

(nome: 9, 8) = "PANCETTA CON SFREGI" Piercing mal eseguito?

(nome: 7, 7) = "RE FRA LE DOMANDE" Novello Mike Buongiorno?

(nome: 5, 7) = "CARDAR ALBERI"
Ma non era la lana?

per le soluzioni...