sabato 29 marzo 2008

OGGI SONO SU: "IL GIORNALE"

OGGI, SABATO 29 MARZO, IL NOSTRO “LEONE DA CAGLI” HA CONQUISTATO LA PRIMA PAGINA
(DA IN ALTO A DESTRA) DE:
“IL GIORNALE”!
SUL QUOTIDIANO DI MILANO, DIRETTO DA MARIO GIORDANO, C’E’ UN’INTERA PAGINA DEDICATA A LEONE PANTALEONI. E CIOE’ AI SUOI ANAGRAMMI (ONOMANZIE) DEDICATI AI MASSIMI ESPONENTI DELLA POLITICA, IN VISTA DELLE PROSSIME ELEZIONI!


Oggi, sabato 29 marzo, il quotidiano di Milano "IL GIORNALE", ha pubblicato un'intera pagina (la numero 10) ai miei anagrammi dedicati ai poltici italiani, con articolo annesso e connesso. Con tanto di richiamo in prima pagina (alla ... estrema destra). E' una grande-piccola soddisfazione di un povero cagliese emigrato a Pesaro dal 1969...
Salutoni!

Leone

giovedì 27 marzo 2008

GIUSEPPE GRILLO? LO PIGLI PER GESU'

Con gli anagrammi di "Leone da Cagli" le elezioni diventano un'opinione un po' enigmistica e un po' enigmatica.
.

Siete ancora indecisi su chi votare nonostante abbiate chiesto consiglio a questo e a quello? "No problem", come - purtroppo - si dice oggi. Vi viene in soccorso un tal Edipo, emblema dell'enigmistica. Ci pensano cioè i suoi anagrammi (parole o frasi uguali formate dalle stesse lettere cambiate di posto) a fornirvi ulteriori ed inedite indicazioni.
Scherzi a parte ce ne sono davvero di curiosi. Cominciando da "Giuseppe (Beppe) Grillo" da cui si ricava un eloquente "Lo pigli per Gesù". C'è da chiedersi se sia per questo che da sempre ne porta la barba. L'attrice "Ilaria Occhini" è con Ferrara nella lista Pro-Life? Bene, il suo anagramma è "Ancorai i chili". E non c'è bisogno di chiose aggiuntive sulla mole di Giuliano. A proposito del quale il gioco diventa addirittura tracotante con "Io? Un fregar la RAI!" (sì, sono proprio le lettere di Giuliano Ferrara riposizionate). Non è un caso che sia piemontese (di Cuneo) la vestale della politica "Daniela Santanché" ("La dà-nein? Che santa!) mentre, nonostante sia nata a Roma, ostenta con la nota fierezza degli Scicolone la sua acquisita napoletanità “Alessandra Mussolini” (“Sarò la missina del Sud"). Non ammette equivoci il belloccio "Pierferdinando Casini" ("Non fa perder i 'di-cì' sani!") intanto che "Fausto Bertinotti" … "S'è fatto bruttino". "Walter Veltroni" riafferma con "W l'Inter? V'è altro?" che la sua conclamata propensione al ‘ma anche’ invade e calpesta persino i rettangoli di gioco . Effetti dell'altare e della polvere, sull'orlo di una crisi paranoica "Antonio Di Pietro" ("Per i toni, dio nato!") e su quello di una crisi di nervi "Clemente Mastella" ("Mente al C.S.M.? Letale!"). In quanto a delirio di onnipotenza, non scherza nemmeno "Ciriaco De Mita"("Cerca, imita Dio"). Insinuanti gli anagrammi di "Francesco Rutelli" ("C'escon furtarelli") e "Cirino Pomicino" ("Poi ricominci, no?") e severi, da girone degli ignavi, quelli di "Lorenzo Cesa" ("Senza colore") ed "Enrico Boselli" ("Ribolle con i se"). Impietosi quelli di "Gianfranco Fini" ("Ci rifà? Non finga!"), "Lidia Menapace" ("Piace men laida"), "Eugenia Roccella" ("Ella c'è e congiura") e "Francesco Storace" ("Far tra cose sconce"). Categorici quelli di "Fiamma Nirenstein" ("Annerì femminista") ed "Emma Bonino" ("Ambì meno? No!"). Gode quanto meno del beneficio del dubbio "Margherita Boniver" ("Verbo intrigare? Mah!") e faccia pure tutti gli scongiuri del caso "Massimo D'Alema" ("Da mesi s'ammalò"). Cappuccetto rosso impazzito “Gianni Alemanno” (“Legnai mia nonna”). Montianamente servile “Enrico Letta” (“E te l’incarto?”) , inquietantemente kafkiano “Savino Pezzotta” (“Va, insetto pazzo!”) e oniricamente carrolliano “Rocco Buttiglione” (“C’è, brutto coniglio!”). Al contrario di "Roberto Castelli" ("E' l'arbitro scelto") ha ben poco da vantarsi "Matteo Colaninno" ("Lieto, ma non conta!"). Gioca banalmente sul binomio "Prodi-brodi" l'anagramma di "Rosi (i=y) Bindi" ("Brodini? Sì!") mentre è 'leghisticamente' drastico quello di "Roberto Maroni" ("Rambo o terroni"). Più 'avverbioso' che verboso "Piero Fassino" ("Perfino, ossia"). Poteva infine mancare il self-made-man "Silvio Berlusconi"? Per la parte avversa l’anagramma del cavaliere gli calza da far invidia al suo sarto preferito:"Bell'inviso? Sicuro!". Alla faccia della campagna elettorale soft. Con tanto di supposti inciuci, non ex ma post voto.

Leone Pantaleoni
Enigmista

domenica 23 marzo 2008

PER CONCLUDERE SULLA SINDONE

Fa discutere, come sempre, il reperto archeologico più studiato del mondo
.
SINDONE, RITORNO AL FUTURO


La Sindone, il lenzuolo di lino che secondo la tradizione avvolse il corpo di Gesù dopo la deposizione, stretta nella morsa tra passato e futuro. Il passato: essa ha una speciale tipologia della cimosa e una particolare cucitura che hanno trovato riscontro solo in tessuti rinvenuti a Masnada, la località della Palestina distrutta dai Romani nel 74 d.C. e da allora mai più abitata. Reperti con stoffa di questa fattura, sicuramente giudaica e sicuramente coeva a Cristo, sono riemersi nella polvere durante recenti scavi archeologici. Il futuro: le analisi al radiocarbonio del 1988 che datarono la Sindone tra il 1260 ed il 1390, relegandola così da reliquia ad icona, potrebbero essere messe in discussione. A dirlo non sono i tanti che da subito le contestarono ma un esponente della parte avversa. Un cosiddetto carbonista. Christopher Bronk Ramsey è infatti Direttore del Radiocarbon Accelerator di Oxford, ovvero di uno dei tre laboratori che con Tucson (Arizona) e Zurigo, effettuò quelle indagini. Il fatto è che secondo nuove scoperte, la tecnologia meno raffinata di vent’anni fa non sarebbe stata in grado di distinguere il carbonio originale del telo da quello artificiosamente acquisito a causa dell’inquinamento ambientale. La Sindone ha infatti subito vicissitudini le più svariate (fu immersa in olio bollente!), primi fra tutti incendi devastanti, a cominciare da quello di Chambery del 1532 che le lasciò impresse le ferite più vistose. Le elevatissime temperature raggiunte nella combustione (la teca era d’argento e l’argento fonde a 962 gradi centigradi) hanno arricchito il lenzuolo di atomi di carbonio 14, modificandone quel naturale equilibrio che necessita ad una corretta radiodatazione. Della Sindone, reperto di gran lunga più studiato, se ne occupano: storia, storia dell’arte, iconografia, numismatica, fotografia, microscopia, anatomia, scienza dei tessuti, palinologia, edomatica, patologia traumatologica, radiologia, fisica, chimica. Biologia, microbiologia, informatica, matematica, antropologia, storia della cultura, diritto romano, usi ebraici di sepoltura, esegesi biblica e, naturalmente, la teologia.


Leone Pantaleoni
Sindonologo



Gad Lerner e la resurrezione


PIU’ INFIDO CHE INFEDELE
C’è di che dubitare fortemente della professionalità e della onestà intellettuale, o di tutte e due le cose assieme, del Signor Gad Lerner.
Nella sua trasmissione dedicata alla resurrezione di Cristo, egli non si è degnato di citare, sottolineo citare, la Sindone di Torino. Lenzuolo di lino che secondo la tradizione avvolse il corpo di Gesù dopo la deposizione, è il reperto archeologico di gran lunga più inquietante (non si riesce ancora a capire come si sia formata l’immagine) e studiato. Di essa se ne interessano assiduamente e regolarmente: Storia, Storia dell’arte, Iconografia, Numismatica, Fotografia, Microscopia, Anatomia, Scienza dei tessuti, Palinologia, Edomatica, Patologia traumatologia, Radiologia, Fisica, Chimica,
Biologia, Microbiologia, Informatica, Matematica, Antropologia, Storia della cultura, Diritto romano riguardante la crocifissione, Usi ebraici di sepoltura, Esegesi biblica e, naturalmente, Teologia. Ma non se ne occupa Gad Lerner.


Leone Pantaleoni

martedì 18 marzo 2008

SINDONE, MANIFESTAZIONE DI LUCE

Conferenza di Pantaleoni alla luce d’importanti rivelazioni scientifiche che la BBC trasmetterà sabato 22 marzo prossimo.
.
Sala gremita all’UNILIT di Cagli in occasione della conferenza dal titolo: “Sindone, un enigma scritto sul lino”. Relatore Leone Pantaleoni che, avvalendosi dei necessari supporti visivi, nell’evidenziare come la Sindone sia una fotografia impressa sul lino e dunque una manifestazione di luce, ha snocciolato una serie d’inquietanti collegamenti (flagellazione, corona di spine, ferita di lancia al costato ecc.) fra le tracce impresse nel telo e le indicazioni fornite dai vangeli sulla passione di Cristo. L’argomento assume particolare significanza nella prospettiva che proprio per sabato 22 marzo prossimo è stata annunciata la dichiarazione alla BBC del direttore dell’Oxford RadioCarbon Accelerator Christopher Bronk Ramsey, secondo il quale quella al radiocarbonio che nel 1988 relegò la Sindone da reliquia ad icona, sarebbe un’indagine da ripetere.



A fine lezione, suor Wanda dell’ordine del Sacrocuore, ha sottolineato come la Sindone sia il miglior argomento per predisporre l’animo ai riti della settimana santa. Si noti, in alto, lo sconvolgente volto dell’Uomo della Sindone.

SCACCHI, CAMPIONATI STUDENTESCHI

CAGLI E PERGOLA PROMOSSE ALLA FASE NAZIONALE

.Spiccano, con la loro maglia rossa, i componenti del Tecnico Commerciale Don Giuseppe Celli di Cagli.

La squadra del Liceo Torelli di Pergola posa in compagnia della propria insegnante.



Acuti cagliesi e pergolesi alla recente fase regionale dei campionati studenteschi di scacchi a squadre di San Severino. Nella categoria "Allievi" l'Istituto Tecnico Commerciale Don Giuseppe Celli di Cagli (Attilio Federici, Manuel Marini, Luca Niger, Daniele Battistelli e Francesco Guidi) della dirigente scolastica Lenina Donini ha conquistato un eloquente primo posto davanti alla formazione di Urbino. Quattro vittorie e una sconfitta (con Luca Niger febbricitante) per la squadra ottimamente preparata da Giovanni Diani.

Nella categoria juniores intanto la compagine rappresentante il Liceo Scientifico Torelli di Pergola (Edoardo Sanguinetti, Diego Marini, Edoardo Berliocchi, Lenardo Caponi e Sean Gazzetti) ha conquistato un onorevole secondo posto che le consenitirà di partecipare, assieme alla Don Giuseppe Celli e all'Urbino di cui sopra, alla fase nazionale che si disputerà a Jesolo nel dal 22 al 25 maggio prossimo. Preparatore sempre lui, Giovanni Diani. 30 i muniti di riflessione pro capite a turno.

Nel sottolineare la favorevole predisposizione delle cosiddette gerarchie scolastiche per la bella manifestazione, non si dimentichi che tutti e dieci i giocatori in erba sopra menzionati sono cagliesi ed in quanto tali regolarmente iscritti alla locale Associazione Scacchistica.
.
La qual cosa, nell’inorgoglire il presidente Francesco Maria Pantaleoni, riempie di soddisfazione tutti coloro che hanno a cuore le vicende sportive di chi abita tra Bosso, Burano, e Cesano.

lunedì 17 marzo 2008

LEONE OGGI ALL'UNILIT DI CAGLI

Clicca sull'immagine per ingrandire e leggere l'articolo.

LA SETTIMANA ENIG ... MISTICA

Gesù nel pretorio dinnanzi a Pilato durante le riprese del film “Passion”


A scanso d'irriguardosi paralleli fra sacro e profano, mettiamo subito le cose in chiaro: fra settimana … mistica (Santa) e Settimana Enigmistica c'è un legame diretto e riguarda il laconico dialogo fra Pilato e Gesù nel pretorio.
Chiede lo scettico procuratore romano: "Quid est veritas?". Risponde il mite giudeo condannato: "Est vir qui adest". Traduzione: "Che cos'è la verità?", "E' l'uomo che ti sta dinnanzi". Ebbene, quella breve domanda e quella stringata risposta sono un anagramma perché composte dalle medesime lettere cambiate di posto.
Ciò detto, ci sentiamo autorizzati a proseguire: se dico "Sei uova benedette", la curiosità edipica sta nel fatto che "sei uova" è frase panvocalica perché, seppur di sole sette lettere, ne conta cinque che sono tutte le vocali possibili. Mentre "benedette" è parola monovocalica perché chiamante in causa la sola "e". Come a dire chi il massimo e chi il minimo.
Per quanto improbabile, desta curiosità la frase: "Risorto? Ritroso sortirò ristoro". Nel senso che Gesù, tornando alla vita, andando controcorrente cioè, ci procurerà la gioia più grande. La curiosità è dovuta al fatto che le quattro parole della frase sono altrettanti anagrammi.
Con il riposizionamento delle lettere di "Venerdì Santo" in "Non strade, vie!", non può che venirci da pensare alle Viecrucis.
Desma e Gesta, impuri ladroni, buono il primo e cattivo il secondo, hanno d’impuro anche la esse. Ed in comune anche la quantità e qualità delle vocali, il numero delle lettere e quello delle consonanti.
E veniamo alla fatidica domenica di Pasqua. Domenica è una parola che contiene un numero di anagrammi pari a una volta e mezzo quello delle sue otto lettere. E precisamente: "C'è domani", "decimano", "demonica", "macedoni", "medicano", "E' di Cam?No!", "Dica meno!", "medicona", "mendacio", "comedian", "modi-cane" e "mode-cani". Sì, sono dodici, proprio come gli apostoli riuniti attorno al desco dell'ultima cena.

Leone Pantaleoni
Enigmista

sabato 15 marzo 2008

SE IL GIOCO EDIPICO ENTRA NELL’URNA, PER LE PROSSIME POLITICHE VOTIAMO ANAGRAMMA

Eccovi le foto di alcuni politici del passato e del presente. Sotto sono elencati alla rinfusa gli anagrammi dei loro nomi. Provate a risolverli. Poi leggete i brani che seguono.

.





















“Ribolle con i se”
“La dà-‘nein’? Che santa!”
“Ti mento, lo giuri?”
“Bell’inviso? Sicuro!”
“Per i toni, Dio nato!”
“Fu bottin settario”
“Ci rifà? Non finga!”
“Io bel ritiro, lo vedi?”
“ Brillo? Reato credo!” e “Chi mal brami, bella?”
“Non fa perder i ‘di-cì’ sani”
“L’andrò a far lì? No?”
“Cerca, imita Dio”
“Non è Pertini”
PIER FERDINANDO CASINI?
NON FA PERDER I “DI-CI’” SANI!

Che i politici siano degli spostati, c'è chi lo pensa. Specie in tempo di elezioni come l'attuale. Ma noi sposteremo invece le lettere dei loro nomi e cognomi per vedere cosa succede.
Il posto d'onore lo diamo al cavaliere favorito del torneo, cosicché il prode (il Prodi è ben altra cosa!) "Silvio Berlusconi" diventa "Bell'inviso? Sicuro!". Ma anche - aggiungerebbe Veltroni: - "Si curò il bel vison!".
Per la destra che destra non è più c'è naturalmente "Gianfranco Fini" (il "del...Fini" del Re) con un eloquente: "Ci rifà? Non finga!" e per la destra che destra rimane, s'impongono gli attributi della testosteronica Giunone "Daniela Santanché" con l'eclatante: "La dà-'nein'? Che santa!".
L'anagramma (questo il nome del gioco) veste bene anche "Michela Brambilla", la rossa dalle rombanti autoreggenti che non è di Maranello, con un attillato: "Chi mal brami, bella?"
E non fa una grinza nemmeno al sempre concentrato e pugnace "Giulio Tremonti" che con un rimbombante "Ti mento, lo giuri?", sembra costringerlo a scimmiottare l'odiato Di Pietro quando Di Pietro è all'acme d'un'accesa diatriba. A proposito dell'ex magistrato, per lui c'è un "Per i toni, Dio nato!" che gli rimpie la faretra di saette e farebbe defilare Giove con la coda fra le gambe, manco fosse l'ultimo degl'inservienti dell'Olimpo.
Al rubizzo "Roberto Calderoli", sempre sull'orlo d'una crisi ... alcolemica, va giù ch'è un amore: "Brillo? Reato credo!".
Mentre a "Oliviero Diliberto", "Io bel ritiro, lo vedi?" s'addice più che le spoglie di Lenin al Cremlino.
Per quanto si sia sforzato di limare gli spigoli quand'era presidente della Camera, "Fausto Bertinotti", torna alle estreme col suo "Fu bottin settario".
E, infine, se il tentennante "Enrico Boselli", "Ribolle con i se", il dandy "Pieferdinando Casini" s'incipria con "Non fa perder i 'di-cì' sani". E spero che consentiate all'ansante anagramma, che tanto ha dato in queste poche righe, quella licenza edipica ("di-cì" per "Diccì") che farebbe storcere il naso ai puristi.

Leone Pantaleoni
Enigmista
Politici consegnati, oltre che alla storia, alle acuminate grinfie dell’enigmista

PIETRO NENNI? NON E’ PERTINI

Se gli è comunemente imputato di non spostarsi dalla poltrona, noi sposteremo invece le lettere del loro nome e cognome, per vedere cosa ne vien fuori. Parliamo di leaders politici. Di uomini o già consegnati alla storia o sul punto di esserlo. Primo esempio? Ma il Divo Giulio, naturalmente. Non ‘Giu’ come Giuda, a quanto pare, visto che non di trenta ma di otto monete è sinonimo. Il suo anagramma è infatti: "Denari? Otto Luigi". Nient’affatto venale l'altro vecchio "Ciriaco De Mita". Lui, un po’ asceta e un po’ filosofo della politica, ci fornisce un "Cerca, imita Dio" ambizioso ed eloquente ma anche al limitar della paranoia. Ambivalenza sia per "Arnaldo Forlani" che con "L'andrò a far lì? No?" sembra aver sostituito la Gardini nella fisiologica diatriba con Luxuria, e sia per il "Giacomo Mancini" del "Mangiò con amici". In che sesso e in che senso, per capirci. Non propriamente edificante l'anagramma di "Gianni De Michelis" (Che simili indegna"). "Bettino Craxi" si triplica nella trimurti canora "Nec, Britti, Oxa" e, sempre in tema canzonettaro, "Palmiro Togliatti" ("Gli portai il matto") s'intona al tema dell’incoronato Cristicchi del Sanremo 2007.
Fuor di metafora, "Luciano Lama" con "Mai cala l'uno" e "Massimo D'Alema", con "Dammi l'asso a me!", ci rimandano all'italianissimo gioco delle carte. Chiaro monito a non reiterare il reato a "Cirino Pomicino" ("Poi ricominci, no?") ma anche a non soffocare il carisma nella noiosa verbosità a "Marco Pannella" ("Carma, non palle!"). "Luciano Violante", chissà perché, "Evitò una collina" (della monnezza del disonore?) mentre "Giovanni Spadolini" dimostra tutto il suo ariostesco vigore con "gli dannò, poi insavì" . "Macinò carne" ci mostra un "Enrico Manca" in cuciniera versione ‘al sangue’”, mentre "Giuliano Amato" ci risolleva alla dimensione socratica di discepoli esclamanti: "Noi? La tua 'imago'!". Metafora un po’ calcistica e un po’ scacchistica per "Oscar Luigi Scalfaro" ("Lui fa gol? S'arrocca? Sì?") ed autentico canto di vittoria dedicato alla pugnace Dietlinde bolzanina per "Enrico Berlinguer" ("CNN? Eroi? Gruber è lì!"). "Claudio Martelli" se la piglia con la impassibilità del 'Piacione' ("Mai caldo Rutelli!"). Del tutto coerente con la sua evangelica ed esemplare condotta "Alcide De Gasperi" ("D'egli è darsi pace") e da ultimo non ci resta che "Pietro Nenni". Che con il suo "Non è Pertini", solo in apparenza lapalissiano, ci lascia letteralmente con la fumante pipa in mano.
Leone Pantaleoni
Enigmista

lunedì 10 marzo 2008

TRA MOGLIE E MARITO NON METTERE EDIPO


IL CONCORSO A PREMI DI "LEONE DA CAGLI"


SCIOGLI L'ANAGRAMMA


Lui e lei, cagliesi veraci, giocano a carte in tinello.
Lui, quando può, cerca di barare.
Lei non si lascia infinocchiare e a un certo punto, mentre lui pensa troppo prima di calare la carta, sbuffa col dire:

" LADRO, GIOCA! ".

Sentendosi poi ribattere:

" CHE NOIA! ".

In realtà marito e moglie si trovano dinnanzi alla finestra del tinello, da dove si può ammirare il panorama della nostra bellissima Città.

Qual è stato, dunque, il loro vero scambio di battute?

Ai solutori verrà inviato, gratuitamente, il libretto

"Segreti enigmistici nella donna/8 marzo 2008"

di Leone Pantaleoni

edito dall'Associazione Culturale Carlo Cattaneo di Fano.


Inviate le vostre soluzioni postando un commento entro le ore 24.00 di mercoledì 12 marzo 2008.

domenica 9 marzo 2008

ADULTERIO? IL DUO A TRE

Grazie al Circolo Carlo Cattaneo un 8 marzo enigmistico al Caffè del Pasticciere


Ha ottenuto successo l’incontro dei fanesi con il Leone da Cagli della Settimana Enigmistica sul tema della donna per la di lei festa promosso dal locale Circolo Carlo Cattaneo. Luogo dell’incontro il Caffè del Pasticciere. Per l’occasione è stato distribuito gratuitamente l’ultimo lavoro enigmistico editoriale di Pantaleoni dal titolo: “Segreti enigmistici nella donna”/8 marzo 2008”. Da cui stralciamo alcuni giochi:
"Il peggiore dei mali?" … è pigliar moglie!".
"Ed il pigliar marito ...ti par l'idea miglior?"
dove le parti separate dai puntini sono formate dalle medesime lettere.
Sulla identica falsariga
"Luna di miele" diventa "Duelli ameni" e
"Adulterio", "Il duo a tre".
Nel parallelo: "Se chi dice donna dice danno, chi dice moglie, dice meglio?" compaiono invece due cambi di vocale (donna-danno e moglie-meglio).
E se poi ad essi si somma la battuta: "Tra moglie e marito non mettere il ... DICO", c'è davvero da chiedersi quanti "ammonitori" abbia il "matrimonio" (anagramma).
E considerato che "MARTINO I" è l'anagramma di "MARITINO", c'è da domandarsi se papa sia meglio di papà.
Cambiando musica, in chiave di pentagramma si può dire che la donna petulante "fa la solfa" (fa-la-sol-fa) e quella avida, dedita al solo accumulare, vive all'insegna del "soldo fa soldo" (sol-do-fa-sol-do).
Un posto speciale deve essere riservato infine alla donna frigida che fa dire al compagno: "Il piacere è tutto mio!". Ma non nella comune accezione usata durante i convenevoli delle presentazioni.
.

Nella foto: l’ultima pubblicazione di Leone Pantaleoni che fa seguito a Pantantirebus”.

sabato 8 marzo 2008

PECORARO SCANIO-ANA…DRAMMA

Da enigmista con buona anzianità di servizio, sperando che non diventi … verde di rabbia, dedico a Pecoraro Scanio tre anagrammi (parole o frasi diverse formate dalle medesime lettere cambiate di posto). E cioè:
1) Penò, ora s’accori (soffrì le critiche, adesso si penta).
2) Ora scia, porcone! (alla faccia delle critiche, se la sta godendo sulle nevi, il libertino!).
3) Sporcare-ciao? No! (commento superfluo).

giovedì 6 marzo 2008

IL LEDI … MAR DEI SARGASSI


Osservate quelle vaporose nubi rosse e dite se non sembrano sommerse alghe del Mar dei Sargassi. Oppure un assai colorato dipinto che bussa timidamente alla porta dell'astrattismo.

E invece è soltanto una "banale" immagine scattata dalla finestra della mia abitazione di Pesaro che guarda verso il Ledimar. Non di rado, prede della quotidiana frenesia del vivere, non vediamo le meraviglie che Dio ci dona con quel Suo modo discreto e silenzioso a rispetto della nostra libertà.
E magari abbiamo appena prenotato il viaggio esotico che ci condurrà nei paradisiaci atolli che impreziosiscono l'altra metà del pianeta.

lunedì 3 marzo 2008

SINDONE, ICONA O RELIQUIA?



Alle ore 21 di venerdì 7 marzo, nella prima sala della sagrestia della cattedrale, il nostro concittadino Leone Pantaleoni, sindonologo, terrà per la Confraternita del Santissimo Crocefisso e San Giuseppe una conferenza sul lenzuolo che, secondo la tradizione, avvolse il corpo senza vita di Gesù dopo la deposizione.



“SINDONE, ICONA O RELIQUIA?”


Giovanni:

“Ciò che abbiamo udito, ciò che noi abbiamo visto con i nostri occhi, ciò che abbiamo contemplato e ciò che le nostre mani hanno toccato, ossia il Verbo della Vita, noi lo annunziamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi”

Dostoievskij:

“ Noi siamo come erranti sulla terra e, se non ci fosse dinnanzi a noi la preziosa immagine di Cristo, ci smarriremmo e ci perderemmo del tutto come il genere umano prima del diluvio”
.

RADIODATAZIONE DELLA SINDONE: STENDIAMO UN ... TELO PIETOSO?
La scienza ci ripensa: forse essa non è quel falso medioevale decretato con protervia e toni strombazzanti nel 1988

Vent'anni fa, nel 1988, la Sindone, il lenzuolo di lino pregiato conservato a Torino che secondo la tradizione ha avvolto il corpo senza vita del Gesù deposto dalla croce, fu sottoposta all'esame del radiocarbonio per accertarne la datazione. Tre fra i più affermati laboratori conosciuti, quelli di Oxford, Tucson (Arizona) e Zurigo, incaricati di tanto compito, giunsero infine alla conclusione che il telo risaliva, anno più, anno meno, al 1390. Con somma gioia del mondo protestante, a cominciare dall'anglicana Inghilterra (che in tutte le sedi di divulgazione possibili usò addirittura toni trionfali nello smascherare il "misfatto"). E con la inevitabile deduzione che la Sindone si dimostrava così nient'altro che un ridicolo e meschino falso medioevale. La Chiesa, tramite lo scomparso cardinal Ballestrero, allora custode del lenzuolo, prese umilmente atto ma le contestazioni non mancarono. Anzi! Anche perchè i laboratori si rifiutarono, tanto caparbiamente quanto inspiegabilmente, di rendere pubblici quei dati sperimentali ottenuti dai quali è possibile calcolare, grazie a sofisticati passaggi matematici, la datazione cercata. Si eccepì che il prelievo era stato effettuato in un punto di rammendo (nel 1532 la Sindone subì un devastante incendio e le suore di Chambery si presero la briga di provvedere ai rattoppi riparatori). Che non si poteva non tener conto di possibili alterazioni dovute al fatto che la Sindone, nel corso della storia, è stata sottoposta a molteplici e rocambolesche traversie (fu pure immersa nell'olio bollente per accertarne l'autenticità), nonché al contatto con agenti inquinanti di svariata natura (acqua, fuoco e cera fusa di candele, epidermide umana, sudore, vapor d’alito, ecc.). Intanto, è proprio di questi giorni la notizia che Christopher Bronk Ramsey, direttore del Radiocarbon Accelerator di Oxford, ha fatto chiaramente intendere che l'evoluzione tecnologica apre la strada a nuovi studi che mettono in seria discussione, fino alla loro invalidazione, la protervia senz'appello di quelli effettuati quattro lustri or sono.

PREMESSA

C'è una premessa che vorrei fare addentrandomi nell’argomento. E chiedo preventivamente scusa se tale premessa sa un po’ di predica come il vino che sa di tappo.

Punto primo: liberiamoci di quel nostro innato costume, ed anzi viscerale malcostume, di suddividerci in due partiti l'un contro l'altro armato. I guelfi della " SINDONE-SI’ " e i ghibellini della " SINDONE-NO’ ". Finchè abiteremo nell’Aldiqua dovremo convivere col dubbio. Sappiamo bene che il nostro è un Dio "absconditus". Non un capriccioso dio pagano che gioca a nascondino con i comuni mortali per sadico diletto, ma un Dio vero, anzi, l'unico vero Dio, che ha sommo e costante rispetto della nostra libertà di corrispondergli. Quella zona d'ombra che vive in noi è conseguenza del peccato originale che ci rende facile bersaglio delle seduzioni del maligno, ma è ancor prima lo stigma stesso del nostro esistere. Dio non saprebbe che farsene di automi infallibilmente programmati per obbedirgli. Permetteteci una espressione ardita: il Dio che vuol essere amato da chi è altro da Lui non può che rifuggire dall’autoerotismo.

Punto secondo: c'è oggi una mentalità serpeggiante e oserei aggiungere incalzante. Una sorta di processo di fusione che tende a liquefare il tutto, rimescolandolo. Avete presente il ribollente pentolone della strega? Un pizzico di questo, un assaggio di quello. Una religione vale l'altra, insomma, un dio vale l'altro e ciascun credo è degno di chiamarsi tale se riferibile al principio-cardine che tutto si può permettere a se stessi purché nulla si impedisca agli altri.

Punto terzo: con il meschino intento di far torbidi guadagni solleticando i mai limpidi istinti umorali, fioccano libri e film apocrifi, furbescamente costruiti su supposizioni posticce, sempre malevole e quasi sempre prive del minimo fondamento. Tra uomini di chiesa, tutti quanti individui inesorabilmente spregevoli, si sprecano i Gesù con le amanti dal bacio di cioccolata Perugina e i Giuda dal cuore di panna Algida.
Ovvio allora che in un simile festival dell’artefatto nell’indistinto, i riferimenti reali siano degli intrusi. Dei corpi estranei. Delle pustole maleodoranti da estirpare chirurgicamente. Repellenti usi barbari sono le devozioni alle reliquie. Per non parlare delle Madonne che piangono (almeno lo facessero nelle trasmissioni di Maria De Filippi!).
E per riallacciarci al nostro tema, che cosa m'importa di accertare la veridicità della Sindone? O se mentre non riesco ad accertarla, di perseverare nell’intento? Tanto è la sola fede che conta. Ma quella astratta, beninteso. Una fede così in dissolvenza, da diradarsi nella notte fino al più terso dei mattini, come si narra fosse terso quello della fatidica Pasqua di due millenni or sono.
Sommersi dalla cosiddetta gnosi che squalifica la materia a deterioramento dello spirito, si perde così il senso della incarnazione e si smarrisce il fascino del suo mistero. Quasi fosse una inquietante maschera dalla smorfia sinistra, si spintona Gesù fuori dalla scena: il Gesù che invece guadagna il proscenio o facendosi infilare il dito nella piaga da Tommaso o facendosi accarezzare e profumare i capelli dalla Veronica. Il Gesù che al pozzo di Siloe chiede assetato dell'acqua alla Samaritana e che ad Emmaus mangia pesce arrostito con il discepolo Clèopa e con il suo compagno. Anche dopo la resurrezione cioè.
No, Gesù non è un simulacro, un fantasma consegnato alle nostre sempre volatili ed asfittiche ideologie! Il telo di lino che l’avvolse è dapprima il tragico testimone della Sua umanità momentaneamente sottratta. Ma, neanche cinquanta ore dopo, quello glorioso della Sua divinità definitivamente restituita. La Sindone è vera. Esiste. Basta recarsi a Torino e se occorre chiedere: - Scusi, dove vado per la cattedrale? -. Quei pochi, studiosi o custodi, che ne sono demandati, ancorché con la dovuta cautela, possono addirittura toccarla. La Sindone è folgorante rimando a quel Cristo che s’impolvera e c’impolvera nel camminare accanto a noi. Come dimostrano, incontrovertibilmente, i frammenti di aragonite di cui essa risulta essere in più punti dell’ immagine impregnata.
Leone Pantaleoni


Per la Confraternita del S.S.Crocifisso, si parla a Cagli del lenzuolo che secondo la tradizione avvolse il corpo di Gesù
SINDONE, FLASH BIMILLENARIO CHE SCONVOLGE E RASSICURA

Per le ore 21 di venerdì 7 marzo prossimo,
la Confraternita del Santissimo Crocifisso di San Giuseppe,
nel novero di una serie d’incontri sul tema:
“Prepariamoci alla Resurrezione”,
indice una conferenza intitolata:
“La Sacra Sindone, evoluzione-rivoluzione di una ricerca.
Verità o credenza di un’immagine che sconvolge e rassicura”.
L’incontro, che si avvarrà di apporti visivi, si terrà nell’ampio salone della sagrestia della Cattedrale.
Relatore: Leone Pantaleoni.

Da ormai navigato enigmista qual egli è, il “Leone da Cagli” della “Settimana Enigmistica” ci confessa che quello del lenzuolo che secondo la tradizione avvolse il corpo di Gesù deposto dalla croce, è l’enigma più affascinante. Un rebus dinnanzi al quale giochi edipici d’ogni genere impallidiscono fino a scomparire. “La Sindone” ci dice Leone “è una manifestazione di luce. Minuziose indagini hanno accertato come quella immagine non sia illuminata né da destra, né da sinistra, né di fronte, né dal verso. Essa stessa è la Luce. Ciò significa che non solo Dio ha mandato Suo Figlio e gli ha fatto prendere sembianze di uomo, ma pensando a noi, uomini della civiltà dell’immagine, ci ha procurato una fotografia, l’ha tenuta nascosta per venti secoli, e quando è stato il momento per farci capire il senso di un tale tesoro nascosto, ce lo ha fatto scoprire”.


Nella foto n.1

"Questo Volto non è illuminato né da destra, né da sinistra, né di fronte, né dal verso. E' illuminato dal di dentro: Egli stesso è la Luce"


Nella foto n.2

L'Avvocato torinese Secondo Pia, improvvisatosi primo fotografo della Sindone.



sabato 1 marzo 2008

DALLA ERBOSA SAVANA ALL'INFIORATO PALCO DI SAN REMO

PIPPOPOTAMI

Con un contrito e doveroso atto di sottomissione preventivo, osiamo chiosare edipicamente su Giuseppe Raimondo Vittorio Baudo.
L'inventore di tutto e di tutti e dunque anche della televisione (ma chi l'ha detto che la televisione, di inventori, non ne ha un solo?).
E allora, per la "tronfiante" (sì, sì, avete letto bene e non trionfante che ne è l’anagramma!) "Sua Superpippità", nella coniugabile versione storico-anagrafica di “Pippo Baudo da Militello”, proponiamo un eloquente spostamento di lettere in: “Baldi ippopotami? Duello!”.
Cosicché, l'inedito traslato fra l’erbosa savana di Quark e l’infiorato palco di Sanremo potrebbe indurci a credere ad un'acerrima lotta per il primato fra Baudo e l'altro colosso Angela. O, se preferite, fra Baudo e Costanzo. O, meglio ancora, fra Baudo e Bongiorno. Sta di fatto che Piero, Maurizio o Mike che siano i "Pippocontendenti", pur sempre di "Pippopotami" si tratta.
Leone Pantaleoni
Enigmista

MA DI CAGLI VE NE CALE?

Acrobatici giri di walzer, assai poco “enigmasticabili”, sul nome vecchio e nuovo della nostra città

Non è nome facile Cagli per l'enigmista. Anzi, tutt'altro.
Osando un acrobatico neologismo, potremmo dire che è "enigmasticabile" meno di come lo sarebbe un sasso, invece di un chewing gum, per le malcapitate mandibole. Soltanto cinque lettere e ben tre consonanti. Ma soprattutto una "g" che rende più difficile il difficile.
Innanzitutto la curiosità, tutta sindacale a quanto pare, che, tolta la "a", rimangono le medesime lettere cambiate di posto che compongono la CGIL.
A proposito, strada apparentemente sbarrata per gli anagrammi, ma a voler estrarre sugo da una rapa, anzi da una palla, uno lo abbiamo infine trovato. Ci siamo dovuti recare in Spagna però. Sugli erbosi tappeti verdi del calcio. Si tratta di "Liga C" che sta appunto per Associazione di Terza Serie.
Per somma di lettera Cagli può passare a "caglia" e "scagli" (voci di verbo, rispettivamente, cagliare e scagliare) oppure "caglio". Con l'aggiunta di una "i" Cagli abbisogna anche d'essere anagrammata per diventare "ciglia".
Per falso peggiorativo, suscettibilità di San Leo permettendo, Cagli si tramuta in Cagliostro.
Per permutazione di lettera Cagli si trasforma in "calli", "cigli" (quelli del baratro) e nell'imperativo Branduardiano "cogli" ( sottinteso: la prima mela).
Vanno un po' meglio le cose con Cale, come noto, antico nome della città. Anche perché non c'è più quella ostica "g". Per falso peggiorativo Cale si fa "calesse", per falso accrescitivo "calotta" e per falso diminutivo "calepino" o “calcina”.
Per anagramma Cale si traveste da "alce", "Clea" e dalla declinazione al presente di verbi quali celare ("cela") e calére ("cale"). Da aggiungere che di "cela" Cale è l'antipodo diretto (la prima lettera sta ferma e le altre si dispongono all'incontrario) e di "cale" il bisenso.
Per cambio di lettera Cale si orna di "gale", si ammanta di "male", si fornisce di "pale", "sale", e "cole" (plurale di "cola", arnese per filtrare la calcina). Si confonde con "tale", si reca in "Cile" e magari porta anche il "cane". Si occupa di "case" e "cave". E si circonda di persone “care”.
Senza trascurare le permalose "cape" (in gergo, donne che comandano).
C'è da aggiungere il verbo cadere al presente ("cade"), anche nel senso di ricorrenza (quali sono ad esempio le cale … nde greche).
Per aggiunta di consonante, da Cale si giunge a "calce", "calde", "calle", "calme", "calve" e "calze".
E allora, per concludere, una domanda calzante: all’enigmista sì, come s’è visto, ma a voi di Cagli ve ne cale?
Leone Pantaleoni

.

01) Crittografia (frase: 7 6)
B S

02) Crittografia (frase: 7 7)
DB HPO

03) Crittografia (frase: 4 2 4)
NOME DELL'AT.ORE BANFI

04) Crittografia (frase: 4 10)
- CATINO -

05) Crittografia (frase: 7 2 5)
- QUI.T. LETTERA .. UN ALFABETO -

06) Crittografia (frase: 5 2 4)
- CH.SSA' -

07) Crittografia (frase: 8 7)
- VR VR VR VR TO -

08) Crittografia (frase: 3 4 4)
- TELEFONATEMI! -

09) Crittografia: (frase: 6 1 2 1 4 2 = 2 4 1 3 6)
D... DI NASCITA

10) Crittografia: (frase: 4 4 2 2 2 = 6 8)
IN QUEL PO.TO

11) Crittografia (frase: 8 2)
SONO RIMASTO LI’

INVITO AI CAGLIESI

INVIATEMI UN COMMENTO COL VOSTRO NOME, VI FARO' L'ANAGRAMMA.

GLI ANAGRAMMI DEI CAGLIESI

chi sono questi ?

(nome: 9, 8) = "PANCETTA CON SFREGI" Piercing mal eseguito?

(nome: 7, 7) = "RE FRA LE DOMANDE" Novello Mike Buongiorno?

(nome: 5, 7) = "CARDAR ALBERI"
Ma non era la lana?

per le soluzioni...