Una rivelazione la si accetta o meno, non la si mette ai voti
Fantozzi e il cardinale che presenziava al catastrofico varo della nave, ricordate? Stavolta però il porporato non finirà con l’imprecare. Ci spieghiamo: da un pulpito innalzato da eccezionale popolarità che non è sinonimo d’egual autorità di giudizio, nei giorni scorsi Paolo Villaggio ha letteralmente affermato: - E' ora di finirla col dire che la mia religione è meglio della tua! -.
Fantozzi e il cardinale che presenziava al catastrofico varo della nave, ricordate? Stavolta però il porporato non finirà con l’imprecare. Ci spieghiamo: da un pulpito innalzato da eccezionale popolarità che non è sinonimo d’egual autorità di giudizio, nei giorni scorsi Paolo Villaggio ha letteralmente affermato: - E' ora di finirla col dire che la mia religione è meglio della tua! -.
Qualche giorno più tardi, in differente contesto e da diverso pulpito, Angelo Bagnasco ha ribadito come la validità o meno di qualsivoglia principio morale non possa essere rimessa a maggioritari giudizi soggettivi. La morale non è cosa da mettere ai voti, insomma. Nulla, più delle due opposte affermazioni, ci sembra poter meglio focalizzare dove stia il polo del relativismo e dove quello della sua negazione.
Con disarmante e diamantina semplicità Giovanni evangelista scrive: "Ciò che abbiamo udito, ciò che i nostri occhi hanno visto, ciò che abbiamo contemplato e ciò che le nostre mani hanno toccato, ossia, il Verbo della vita, noi lo annunciamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi". All'invito possiamo aderirvi o meno. Ma la sua veridicità non dipende né dal nostro giudizio, né dal fatto che esso sia stato liberamente espresso e democraticamente esercitato.
Leone Pantaleoni
1 commento:
Da buon catto-comunista, come di solito mi definisci tu, mi permetto di osservare che forse, questa volta, Bagnasco non si riferiva proprio al relativismo di Fantozzi...
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