il maggio dei proverbi
è anche mese dell’asino
Ma prima ancora della Madonna, s’intende, che ci ama oltre ogni nostra immaginazione.
Omaggi, maggio. Primo perché è il mese della Madonna, la donna che da Medjugorje ci fa sapere che se sapessimo quanto ci ama, piangeremmo di gioia. Secondo perché è il mese dei fiori, che, quando vengono donati col cuore, sono anche opere di bene. Terzo perché è il mese dei lavoratori e Dio sa quanto bisogno ci sia oggi di non restarsene con le mani in mano. Quarto perché "omaggi" e "maggio" sono un anagramma, in quanto composti dalle medesime lettere cambiate di posto. Edipicamente scorrazzando, per cambio di consonante, maggio diventa la voce verbale mangio e il sostantivo maglio. Per cessione di consonante, magio (Baldassarre, Gaspare e Melchiorre: uno dei tre, a piacere). Per cambio di vocale, si tramuta in moggio (di cui alla evangelica lampada e alla dannunziana fiaccola). Per cambio d'iniziale, è Baggio (l’asso col codino, ma sempre per il calcio c’è addirittura un Christian Maggio centrocampista della Sampdoria) ma anche faggio, gaggio (nelle sue accezioni di pegno, ostaggio, soldo militare, stipendio e ricompensa), paggio, raggio e saggio. A proposito di saggi, il maggio dei proverbi è definito mese degli asini, ai quali mette, addirittura, cinque zampe. Se ortolano, maggio darà molta paglia e poco grano; se piovoso o ventoso, l’anno sarà ubertoso o generoso; se soleggiato, porterà frutta a buon mercato; se maggio è rosato, sarà mese fortunato. E siccome tra “è rosato” ed Eros il passo è breve, mai dimenticare che il detto “piantar maggio” equivale a fare all’amore. Dopo la "o", maggio diventa cibo preferito dai ruffiani (omaggio) e dopo "for", dai topi (formaggio). Accodato a "più", veste gli uccelli (piumaggio). Con "lino" che lo segue diventa la sciarada "maggio-lino=maggiolino" e prima di "re", si cuce addosso i gradi del "maggiore". Nella frase "rose di maggio" si presta ad un curioso doppio senso. Luminosa stella del baseball, Joe Di Maggio fu infatti uno dei mariti di quella luminosissima del cinema Marilyn Monroe, e c'è da scommettere che la gelosia per la maggiorata lo rose (passato remoto del verbo rodere) anzichenò. Sarà per questo che, anteposto a rata, maggio fa maggiorata? E se poi anche la rata è maggiorata, sono guai che ci allontanano sempre più dal 27 del mese. "Ei fu": chi non ricorda l'ode manzoniana il 5 maggio? E fu la compianta attrice Pupella Maggio (Amarcord, ricordate?) scomparsa nel 1999. Ah, tra le sciarade dimenticavamo "maggio-Rita-rio" che con la soluzione "maggioritario"ci proietta alle elezioni del subito dopo maggio.
4 MAGGIO, FESTA DELLA SINDONE
Istituita da papa Giulio II nel 1506 in onore del lenzuolo che avvolse il corpo di Gesù
Definita da Giovanni Paolo II "testimone muto della sofferenza di Cristo" e da un bambino "l'unica illustrazione che abbia il Vangelo", lunedì 4 maggio, la Sindone, il lenzuolo di lino conservato a Torino che secondo la tradizione avvolse il corpo senza vita di Gesù dopo la deposizione dalla croce, celebrerà il giorno dell'anno ad essa dedicato.
Giulio II il papa, qui ritratto da Raffaello, che nel 1506 stabilì il 4 maggio come giorno dedicato alla Sindone
Fu Giulio II a stabilirlo nel 1506; ovvero il papa del Rinascimento per eccellenza; il papa immortalato da un dipinto di Raffaello conservato alla National Gallery di Londra; il papa guerriero che in quell'anno conquistava Bologna mentre a Valladolid moriva in povertà e solitudine Cristoforo Colombo. Vittima di un verdetto al radiocarbonio che nel 1988 si arrogava il diritto di relegarla senza appello a falso medioevale, la Sindone resta un'immagine impossibile, la cui formazione è mistero anche per la odierna scienza dai sofisticatissimi metodi d'indagine che spiano tra le pieghe del DNA. A fronte d'innumerevoli convegni e riflessioni, gran parte della comunità scientifica è giunta alla convergente determinazione della inattendibilità di quell'esame. Inquinamento del tessuto a parte, quello al carbonio 14 di ventun anni fa, fu un processo di datazione ben lungi dall'esser messo a punto. Del resto, è un dato di fatto di come il complesso delle altre indagini di qualsivoglia tipo e genere: sul tessuto, sul sangue, sui pollini, sui criteri stilistici e sugli elementi storici, deponga a favore di un telo funerario risalente all'epoca di Gesù. Il lenzuolo non ha davvero nulla di medioevale e men che meno di artefatto. Attribuito a Leonardo dagli immancabili cultori del sensazionalismo antistorico che abboccano alle provocazioni del furbo Dan Brown (c'è qualcosa che non sia stato attribuito al genio di Vinci?), Leonardo aveva 11 mesi e 8 giorni quando la Sindone venne venduta da Margherita de Charny a Ludovico di Savoia (anche la precocità ha un limite!). Infine è innegabile come la scienza sia solita accettare con assai meno riserve le prove di autenticità di tutti i restanti reperti archeologici che la storia di volta in volta le consegna. Domanda d’obbligo, allora: sarà perché nella Sindone c'è di mezzo il mistero di un Dio fattosi carne?
Leone Pantaleoni
