LA CURIOSITA' - Ritornata per re Karpov la sua epica sfida mondiale di scacchi con Kasparov, riaffiorano i ricordi d'un pesarese che nel 1991 fu chiamato alla sua corte
Sì, foss'anche davanti a 64 caselle di cui 32 chiare e 32 scure, a volte ritornano. Eccoli, allora, di nuovo di fronte gli eterni sfidanti Anatolij Karpov e Garry Kasparov.
Sì, foss'anche davanti a 64 caselle di cui 32 chiare e 32 scure, a volte ritornano. Eccoli, allora, di nuovo di fronte gli eterni sfidanti Anatolij Karpov e Garry Kasparov.
Karpov e Kasparov di fronte nella loro ultima sfida
Ripetutamente incoronati primi fra tutti, i due geni degli scacchi, ripropongono da ieri (21 settembre) a Valencia il loro eterno duello che ebbe inizio a Mosca 25 anni fa. La cosa ci colpisce particolarmente perché fa riecheggiare alle nostre orecchie quell' "Ai offer dròu" ("I offer draw", e cioé: "offro la patta") che Karpov ci rivolse a Modena con la sua vocina in falsetto nel gennaio del 1991, quando lui aveva 40 anni e noi 46. Figurarsi se non accettammo la proposta di pareggiare la partita della vita contro un pluricampione del mondo! Ricordo che alla mossa di apertura di Karpov (due passi del pedone di donna del Bianco) risposi simmetricamente, vale a dire con due passi del mio pedone di regina e la cosa dette origine ad una italianissimo impianto di gioco detto Difesa Ortodossa. Oggi datosi alla politica come uno dei maggiori oppositori di Putin che lo ha fatto imprigionare per ben due volte nel 2007, Garry Kasparov avemmo modo di conoscerlo a Reggio Emilia nel gennaio 1992, quando la ospitale città emiliana riuscì a radunare, per festeggiarli, tutti campioni del mondo viventi. Fatta eccezione d'un irriconoscibile Fischer (scomparso nel gennaio 2008) introvabile perché perché uscito di senno. Tornando invece alla prima epica sfida fra Karpov e Kasparov, va ricordato che, assegnandosi il titolo al conseguimento delle 6 vittorie indipendentemente dai pareggi, il primo venne a trovarsi in vantaggio per 5 a 0. Umiliante cappotto per Garry, quindi? Macchè! Incredibile ma vero, da quel momento entrò in crisi e non riuscì più a vincere, finché, sul 5 a 3 e 40 patte dopo cinque mesi di lotta, il match fu annullato da una Federazione del tutto asservita al volere dell'establishment sovietico (non a caso Karpov fu beniamino del segretario del PCUS Leonid Breznev). Appena andata a ricominciare, la sfida di Valencia dimostra che se l'URSS non c'è più, il muro è caduto e il mondo è cambiato, loro, Anatolij Karpov e Garry Kasparov, sono ancora lì. A rinverdire gli anni di chi scrive e a riaffermare, gattopardescamente, che davvero tutto si modifica perché nulla cambi.
Leone Pantaleoni