Il mondo di Leone da Cagli: OGGI RICORRE L'ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI ALFRED HITCHCOCK

Alfred Hitchcock

Invertendo pericolosamente ad ‘u’ la rotta della sua smagliante immagine di americano eternamente felice e bambino, ci risulta che fosse Walt Disney ad aver a che fare con i sindacati; in una maniera che definire animata, ben più dei suoi cartoni intendiamo, è puro eufemismo. E invece, a dar retta all'anagramma, quel vizietto enigmistico del voler cambiar senso e sesso alle parole invertendone il posizionamento delle lettere, "Gli uccelli", il film che Hitchock girò nel 1963, proprio quando in Francia moriva il ‘passerotto’ Edith Piaf, si trasforma in "Le luci-CGIL". Non le luci della ribalta, dunque, ma quelle del più popoloso sindacato italiano. E sempre correndo sul binario maestro del thrilling e maestri (stavolta Hanna e Barbera) dei cartoon, “Notorius, l’amante perduta” diventa “Tom spera in una rude lotta”. Naturalmente contro l’inseparabile Jerry. Ma vediamo allora che cosa riserva Edipo ai capolavori dell'ineguagliabile regista del brivido. Cominciamo da "Rebecca, la prima moglie" che la tivù ci ha appena riproposto. Beh, quell’attempato titolo smaschera un vecchio adagio a tutti gli effetti ("Peccare male imbroglia"), un proverbio sulla cui icasticità e veridicità non fa condensa nemmeno una goccia di rugiada di quella brumosa Cornovaglia in cui s’ambienta il romanzo originario (‘Rebecca’) di Daphne du Maurier. Analogo discorso per "La donna che visse due volte" ("Chi t'adulò vende, né assolve"). Mentre "L'uomo che sapeva troppo", il cui fascinoso titolo originale è ‘The man who knew too much’, sbobina un "Va (egli) sul pero, ha poco tempo!". Cosa questa che ci fa pensare a qualcuno che, in preda al batticuore acuito dall’incalzare del tempo, non vuol ritrovarsi in fondo all'albero scalandolo. Proprio come accade ai reiterati e coinvolgenti tentativi di James Stewart e Doris Day di riappropriarsi quanto prima d’un figlioletto Hank tutto intero ma intanto ‘missing’ tra i minareti di Marrakech.
Se con semplice permuta fra ‘a’ e ‘o’ “Ricatto” diventa “Ricotta” dal piccante sapore pasoliniano, con "Io ti salverò", titolo originale ‘Spellbound’ (‘Ammaliato’) tradotto dall’anagramma in "Versati olio!", la mente ci riporta al rito propiziatorio a beneficio del maleficiato. E dunque al film 'L'esorcista' che William Friedkin ha portato sugli schermi nel 1973, quando "Hitch" spegneva 74 delle sue 80 candeline. Da patinata guida turistica si trasforma "La signora scompare" ("Aprile? Sognar Mosca!") e da urlato depliant di spettacolo circense "La congiura degli innocenti" ("Oggi è duello tra nani? Cin-cin!"), il cui titolo, “The trouble with Harry”, si discosta almeno quanto il bislacco anagramma dalla sua inconcepibile versione italiana. Con "Il sospetto", l'anagramma scatta addirittura sull’attenti in modo marziale ("Stop? E lì sto!") e con "L'ombra del dubbio" sfoglia con studiata lentezza di lettore assorto pagine dickensiane ("D'umile babbo lord"). E se in "L'altro uomo", interagendo tra le pieghe della materia, "Urlò” convinto: “- L'atomo! -", forse trattenendo un liberatorio ‘Eureka!’, si fa dubbioso tra i meandri della psiche in "Io confesso" ("Sei fosco? No?"). Il tutto fintanto che "Marnie" "rimane" nella nostra memoria (non foss'altro se non per la biondissima e bellissima Tippi Hedren, genitrice, guarda caso, di Melanie Griffith) e "Psyco" ci ricorda i suoi inconfessabili "scopi" matricidi. Di ‘hardware’ e di ‘software’ sembra occuparsi l’anagramma in "Complotto di famiglia" ("Molti fogli di 'PC' amato") e tra grande e piccolo schermo, rispettivamente risalenti al 1914 (Charlot, scattante apprendista di caffé) ed al 1954 (il Rex ‘ante litteram’ simultaneo esecutore dei ‘desiderata’ del tenente Rusty), fa iperbolico scempio di "Intrigo internazionale" ("Io garzone? Alè Rin-Tin-Tin!"). Da ultima si spalanca nella soffocante afa estiva del Greenwich Village "La finestra sul cortile" (‘Rear Window’), dove, "Scortar Fellini? Esulta!", la dice lunga sul filo rosso che lega il Federico dello Sceicco Bianco all’Alfredo del giallo.

Leone Pantaleoni*
*Enigmista

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