
1952 è nato quel diavolaccio di Roberto Benigni.

Per Leone si tratta del settimo alloro in carriera, ai quali si antepone quel bronzo del Premio Capri dell’Enigma che, nel 2000, lo confermò terzo enigmista italiano in assoluto.
Immortale Stanlio, amico inseparabile di Onlio, Stan Laurel si chiamava in realtà Stan Jefferson. Cambiò il suo cognome perché, col nome, dava un totale di 13 lettere.

Il tutto con buona pace di parole più lunghe come "incontrovertibilissimamente" e "particolareggiattimamente" che arrivano entrambe a 27; un 27 in cui non si piglia paga a quanto pare. Ma ad arrivare a tanto ci aveva già pensato l'inesauribile genio di Dante nel De Vulgari Eloquentia, con l'endecasillabo "sovramagnificentissimamente" che condensa di appena 2 lettere l’espressione "in modo smisuratamente magnifico". Apoteosi finale, proprio come si è usi dire di febbraio, di 28 ce n'è uno, e si tratta di quell' "anticostituzionalissimamente" che sta per "in modo esageratamente anticostituzionale". Ecco allora che in un clima politico esasperato qual è quello attuale, delle 27 lettere di sovramagnificentissimamente se ne gongola il Governo per la ricostruzione delle case all'Aquila, proprio quando la parte avversa gli scaglia addosso le 28 dell’ anticostituzionalissimamente del Lodo Alfano.
E non v'è dubbio che sia parola succosa e intrigante "nonno" per l'enigmista. Monovocalica e monoconsonantica perché si compone di sole 'o' ed 'enne', è anche antipodo diretto, perché, se si tien ferma la sua lettera iniziale (n) e si ribalta il resto della parola (onno), con artifizio davvero gattopardesco, sempre al nonno di partenza si ritorna. Inoltre, proprio come quando l'algebra c'insegna che meno per meno dà più, nonno, se letta "non no", sembra un modo un po’ acrobatico di dire sì ottenendo un' affermazione da una negazione di negazione. Del resto, non è il nonno colui che dice sempre sì agli adorati nipoti?
