Premesso che l'anagramma è quel trastullo enigmistico che nel riposizionare lettere di parole o frasi ne forma di nuove, premesso altresì che Inter, a cominciare dall'ambivalente parola terni (combinazioni al lotto e provincia umbra), si anagramma anche in treni, trine e quindi, forme imperative o esortative a parte (entri! o entri, prego!), nella seconda persona al presente del verbo entrare (tu entri), tutto ciò considerato, all'Inter appena salita sul "DC-8" tricolore sinonimo di scudetto numero diciotto, dedichiamo gli anagrammi onomastici (esclusivamente riferiti al nome, cioé) che seguono:
e ancora:
Thiago Motta = Totti mago? Ah!
Javier Zanetti = E va' tir, anzi, jet!
Cristian Chivu = Vani trucchi? Sì!
Mario Balotelli = L'omertà o l'alibi.
Quindi, se per Maicon c'è un più che sintetico "macinò" che può permettersi di sottintendere il complemento oggetto e per Lucio c'è un "colui..." che poco dice ma molto lascia intendere, decisamente al di fuori dell'ambito squisitamente sportivo si collocano gli anagrammi d'un Esteban Cambiasso (Cinema e Boss? Basta!) in veste di maniaco cultore di film di gangster, d'un Ivan Ramiro Cordoba (Birmania? Vado, corro!) nell'abito del turista patito per i viaggi esotici e di un Walter Samuel (a wurstel? Male!) nei panni, stretti a quanto pare, d'un ghiotto divoratore di salsicciotti viennesi.
E se decisamente un po' sopra le nuvole e un po' sopra le righe risulta essere il surreale e poetico anagramma di Samuel Eto'o (esule atomo), ci pensa quello del presidentissimo Massimo Moratti (Rito? Somma stima!) a riportarci coi piedi saldamente appoggiati alla nuda terra.
Leone Pantaleoni