domenica 30 novembre 2008

SE BIANCANEVE STA PER MORIRE

Non fossero Gesù Bambino e Babbo Natale, c'è anche una Biancaneve di disneyano aspetto che ci ricorda la magia del Natale e, più ampiamente, la fascinazione dell'inverno che il clima di questi giorni ci sta anticipando. Ed è proprio a proposito della bella e serafica principessa dai capelli infiocchettati che voglio rendervi edotti di una edipica e recente curiosità. Nell'insegnare enigmistica agli scolari di medie ed elementari di cinque istituti della nostra città che rispondono al nome di Dante Alighieri, Anna Frank, Giosué Carducci, Edoardo Giansanti e Gianfranco Gaudiano, alcune mattine fa ho esordito muto la mia lezione, scrivendo alla lavagna: "Perché Biancaneve sta per morire?". Non nego che gli alunni mi abbiano guardato in faccia per accertarsi se fossi o meno in stato di ebbrezza. Poi li ho coinvolti del problema. O meglio, dell'enigma. Cosicché in tanti mi hanno risposto: "Perché ha morso la mela avvelenata!". Quindi, in seconda battuta, avendo loro spiegato che non era quella la soluzione, "Perché si scioglie come la neve". Scappatoia fantasiosa ma ancora una volta fuori bersaglio. E' a questo punto che ho chiesto: "Per voi i nani sono persone di piccola o grande corporatura?". "Piccola!" mi hanno urlato assordandomi. Bene, come si può dire piccoli in un altro modo?" Silenzio di tomba e poi: “Minuti” mi hanno infine risposto alcuni. "Giusto, e Biancaneve" ho incalzato "non siamo sempre soliti collegarla ai sette nani?".


I piccoli assentono ma mi guardano come per domandarmi dove voglia andar a parare. Io però, invece di frenare, pigio sull'acceleratore con "E se i nani sono sempre e soltanto sette e mai, che so, tre, quattro, dieci o dodici, non significa che sono nani contati?". Momenti di eloquente ed imbarazzato silenzio. E quindi la pirotecnica chiusa: "Vuol dire allora che Biancaneve ha i minuti contati. Ma chi è mai colui che ha i minuti contati?" . "La persona che sta per morire!" mi rispondono all’unisono quelle innocenti mammolette, mandandomi i timpani letteralmente in frantumi. Morale della favola: Biancaneve gode di ottima salute e deve ancora consumare il primo dei famosi cento anni felici e contenti. Io, invece, sono infelice e scontento, perché tuttora soggetto a fastidiosi e persistenti acufeni.


Leone Pantaleoni

HORROR TV

Nove personaggi in cerca di autore

- Maurizio Costanzo e il discorso della…compagna. “Beati coloro che piangono. Perché saranno consolati”. Da Maria De Filippi.

- L’equivoco di Pippo Baudo sta tutto in un anagramma. Tronfio, invece di trionfo.

- Se Salomè di veli ne aveva sette, su Valeria Marini, perché sempre discinta, è arduo anche stenderne uno. Quello pietoso.

- Simona Ventura? Volgare pagina. Consiglio? Voltare pagina.

- La Parietti? L’unica Alba che viene dopo il (suo) tramonto.

- Sì, c’è più riso il Michelle Unzicker che in tutti i fertili acquitrini di Cina e di Asia.

- Caterina Balivo? E’come se la Bikkembergs di Fossombrone fosse promossa in serie A per la sua splendida divisa.

- Se Bruno Vespa chiede di poter essere ospitato col suo ultimo libro, è corretto rispondergli: “Porta, porta!”.


- Nonostante l’età e qualche acciacco, si sa che Mike Buongiorno, non disdegna l’attività fisica. Quest’estate al mare, lui al largo, la gente lo scrutava. Uno fa: “Ma qual è Mike?” e un altro risponde:”Il Buongiorno? Si vede dal pattino!”.

Leone Pantaleoni

IL PAGLIERICCIO VUOTO

Letterina di Natale a Gesù


(in occasione dell'inizio dell'avvento)


CARO GESU’, ti prego di farmi un favore: quest'anno a Natale non venire. Restatene seduto su quel trono dorato da far invidia a Zeus.
Sai, stiamo per toccare il primo decennio del terzo millennio e di annetti ne sono trascorsi dalla tua venuta. E a proposito di venuta, è dall'avvento dell'illuminismo che abbiamo suggellato il primato della modernità ed è davvero un controsenso, per non dire una provocazione, che mentre noi, specie se cattolici, ci proclamiamo adulti, tu abbia la sfacciataggine di riproporti bambino ciascun 25 dicembre che tuo Padre ci manda.
Ai tuoi tempi, come Erode il Grande insegna, i fanciulli, specie se sotto l'anno di età, venivano sterminati a sciabolate (mi viene in mente quella massima: bisogna correggerli da piccoli perché altrimenti, da grandi, non ci si combatte più), mentre noi oggi li proteggiamo al punto, apri bene le orecchie, da oscurarne il volto se fotografati o ripresi da una telecamera. Allora, capiscimi, vuoi davvero rivederti in un giornale o in tivù col volto schermato?
E ringrazia, poi, che il bue sia già stato un vitello e l'asino un asinello, altrimenti un qualche animalista avrebbe alzato la voce perché si provvedesse a sfocare anche quelle due ingombranti e simpatiche teste.
E poi, quel pagliericcio!
Primo: è in regola con le norme antincendio? Sai, noi oggi ci teniamo molto alla sicurezza e alle sue regole. Queste ultime ce le andiamo a scrivere che bisogna leggerle col microscopio, anche se poi è col binocolo che le vediamo applicate nei luoghi di lavoro, dove, non di rado, la gente ci lascia la pelle. E siccome è povera gente, ci consoliamo al pensiero che almeno non si tratti di pelle pregiata.
Secondo: non sai che oggi, nella civiltà della ecologia più avanzata, la paglia può essere usata come energia alternativa? E dunque cosa buona e giusta (mi pare si dica così dalle tue parti) non sprecarla per usi impropri, come fai tu, da 800 anni, nelle rappresentazioni della tua natività. Rappresentazioni senza le quali, per altro, non avremmo avuto quell’insopportabile tormentone di Eduardo De Filippo che in "Natale a casa Cupiello" chiede al figlio scemo, pardon, diversamente intelligente: "Tommasì, te piace 'o presebbio?".
E infine non può sorvolarsi sulla questione multirazziale. I miei amichetti di diversa fede potrebbero davvero offendersi nel vedere il presepe. Specie se in una scuola pubblica. E tu, caro Gesù, così obbediente e così a modo, vuoi proprio tu trasgredire le più elementari regole di una corretta ospitalità?

Leone Pantaleoni

venerdì 21 novembre 2008

4000 DI QUESTE “SETTIMANE”

Si contano a migliaia gli enigmisti di casa nostra affezionati ad una rivista che, esordiente nel remoto 1932, vende un milione di copie a numero

Presentatasi per la prima volta in edicola sabato 23 gennaio 1932 (l'anno in cui Johnny Weissmuller, già olimpionico di nuoto, esordisce come attore nel suo ruolo di Tarzan), con l'uscita di sabato 22 novembre 2008, la mitica Settimana Enigmistica ha raggiunto il suo numero 4000.

Inutile aggiungere che sono numerosissimi anche i pesaresi che da sempre si dilettano con i suoi giochi. A cominciare dalle parole crociate. A proposito delle quali va sottolineato come non siano pochi coloro che si cimentano con successo con quelle senza schema, di pag.44, che, prive di caselle nere, presentano il massimo grado di difficoltà. Ed in proposito riveliamo la sorprendente constatazione che il successo del periodico è legato anche al fatto che il suo inchiostro, almeno fino al 1995, è il più nero degli altri. Sempre in tema di curiosità non va dimenticato che in tempo di guerra, dal 1940 al 1945, quando per ovvie ragioni vi sono gravi problemi per l'approvvigionamento della carta, di carta non se ne fa mai mancare alla "Settimana Enigmistica". Per il semplice motivo che essa è l'unico giornale che vogliono i soldati, sia che si trovino sulle roventi sabbie della Libia che fra le gelide nevi della Russia. I civili, dal loro canto, son usi a portarla nei rifugi antiaerei. Peculiarità della “Settimana Enigmistica” è l'assenza di pubblicità tra le sue pagine ed è convincimento diffuso che negli anni '80 essa superasse il milione di copie a numero, comprese le distribuite alle vendute. Personaggi tra i più familiari sono la Susy, con i suoi quesiti soltanto in apparenza inarrivabili, ed il Corvo Parlante con la sua domanda spezzettata e proposta in disordinati frammenti. Il Corvo è un personaggio caro anche ai bambini, ai quali è dedicata una specifica sezione che prevede la composizione d'illustrazioni ottenute unendo dei puntini numerati o annerendo delle tesserine di forma curva e irregolare. C'è poi per loro una coppia di disegni che paiono identici; perché presentano minime differenze, scoprire le quali richiede ottima vista ed acuta osservazione. Va da sé che, come con i giocattoli, con i quiz dei più piccoli ben volentieri si trastullano i grandi. Il secondo gioco più diffuso della "Settimana" sono i rebus, per i quali, non foss’altro se non per l’età, chi scrive è ormai enumerato tra i più collaudati autori, sotto le non mentite spoglie di "Leone da Cagli". Vanno però senz’altro citati altri due suoi bravi "colleghi" meno prolifici. Si tratta dei pesaresi veraci Claudio Tonelli, pseudonimo "Il Lento", che ha aperto un blog in rete, ed Antonio Raimondo ("Raimond").

Leone Pantaleoni
la medaglia appena donata a Leone Pantaleoni dalla “Settimana Enigmistica” per l’uscita del n.4000 della rivista. Si tratta di un’opera di Kenjiro Azuma, uno dei massimi scultori giapponesi














giovedì 20 novembre 2008

IL PINOCCHIO DI LORENZINI E' PIO CON CHI ?

Con buona pace di Carlo Lorenzini, di cui il 24 novembre ricorre il 182° dalla nascita, è cosa di ieri la notizia della riabilitazione del Pinocchio di Walt Disney da parte di Umberto Eco. Proprio quando gli americani, e qui sta il punto, di solito convinti assertori della validità di tutto quanto sia di loro emanazione, per una volta fantozziani del tipo: E' una boiata pazzesca", stavano esprimendo trancianti giudizi su una pellicola che dal 1940 allieta i bambini di tutto il mondo.

Rebus 1:
Ma, se invece che al semiologo il burattino di legno venisse per una volta consegnato in mano all'enigmista, cosa accadrebbe? Innanzitutto due cambi d'iniziale tra botanica ed anatomia con finocchio e ginocchio, e quindi una pirotecnica serie di riposizionamenti di lettere così da formare frasi nuove, da far letteralmente perdere la testa. Al punto da indurci a sentenziare che se la mosca a mille occhi, l'anagramma ha mille ... Pinocchi. Pinocchio è parole di nove lettere, rimuovendo opportunamente le quali si ottiene ad esempio l'esclamazione: "Oh, piccino!". Magari facendola subito seguire da "Pocci? No? Hi!". Oppure ci s'immagina in uno di quei coloratissimi ed animatissimi cartoni con un "Ciop chino" (in posizione chinata cioè) che dice al compagno scoiattolo: "Ho noci Cip!". La serie continua con interrogativi del tipo: "Pio con chi?" (quasi a dire: - Ma chi l'ha detto che è buono! -), "Con chi poi?" (sottintendendo il verbo 'sei stato' o 'sei stata') e "Picchio? No?" (indecisione nell’usare o meno le maniere forti).

Rebus 2:
Si prosegue grazie a "Pochi coni" (gelati razionati perché già grassottelli?) e "Conio chip" (ammissione di fabbricante di microprocessori). E quindi con le quasi gemelle "Ho picconi" (negoziante di montagna) e "Ho piccion!" (negoziante di campagna). "Chi in poco" potrebbe introdurci a colui che in poco tempo fa determinate cose, se non addirittura tante; mentre "Poni occhi" c'invita decisamente a guardare e, meglio ancora, ad osservare, forse fino a scrutare. E, infine, "Con i pochi" si potrebbe aprire il varco alla ovvia considerazione che con una scarsità di denaro si compra una scarsità di cose. Così com’è ovvio a questo punto puntualizzare che tutti e quattordici i virgolettati sono quattordici veritieri anagrammi del nostro bugiardissimo eroe.
Leone Pantaleoni
Soluzioni dei rebus:
1) Rebus frase: 7, 7
Chiave risolutiva: “ S e R, monete di OSO ”
Frase risultante: - SERMONE TEDIOSO -
2) Rebus frase: 7, “3”
Chiave risolutiva: “ G usto sega G”
Frase risultante: - GUSTOSE “GAG” -

lunedì 3 novembre 2008

LOVE ON THE ROAD, OVVERO SE LA STRADA DIVENTA UN DISPLAY

La fotografia


Un Romeo di nome Salvio per una Giulietta di nome Ale. Ecco cosa ci ripropone - siamo in fondo a via Cavallotti, a ridosso della Statale Adriatica – un sms scritto col gesso sull'asfalto, quasi che l’asfalto fosse un più inedito che trafficato display.
La strada uguale a "Love on the road", verrebbe da dire di rimando a quella letteratura un po' pulp e un po' country di masticato sapore "iù-e-sei". Da ultima, magari andando col pensiero a quel sant'uomo che fu Don Benzi, ci sovviene una domanda retorica che è al contempo una curiosa riflessione: ma chi l'ha detto che l'amore di strada è sempre mercenario?


Leone Pantaleoni

domenica 2 novembre 2008

LA LAMPEDA DI … ALEDINO

A proposito di nomi ce ne sono di strani ed improbabili tra i pesaresi: Fofdino, altro che Carneade, chi era costui?

Euro a parte, per far gruzzolo con Franco e Marco, quasi fossero spiccioli caduti in terra, ci sono anche dei ... Fiorini tra i nomi meno ricorrenti dei pesaresi. E, in quanto a desinenza in "ino", proprio come Fiorino, fatti salvi i Natalino e Pasqualino, quest’ultimo per ovvie ragioni da non scordare nella sua panciuta ancorché tronca variante Pasqualon, sinonimi delle due più grandi festività, davvero meritevole di citazione ci sembra il crescendo Albino, Alvino, Almerino, Alferino, Aldesino e l’Aledino della lampada o della … lampeda?.

E quindi: Balbino, Gelsino e Giustino; per proseguire sia con Italino, Malvino, Selvino e Delvino, che con Desolino, Tolmino, Zeffirino, Ferino, Gardino e il Galdino che, se col saio, di manzoniana memoria. Dopo il Giacomino di Pirandelliano rimando, dell'umano consorzio in "ino" addirittura intrusi ci sembrano i marziani Amadorino e prim’ancora Fofdino (altro che Carneade: chi era costui?). Mentre qualora Ondino dovesse bagnarsi, un qualche Samaritano lo asciugherà. Coniugata al femminile la desinenza, da Isolina e Severina, richiama con Geppina l'indimenticabile ritornello di Totò che duetta con la Magnani in "Risate di gioia". Simpatico e geograficamente collocabile Genovina, mentre extraterrestri ci paiono Lodovina, Velmina e la Ecaterina che si permette di puntellare Caterina; Zina, Fantina e Vilmina corrono ma non ricorrono e Festina, più che festino, ci ricorda il noto monito latino “Festina lente” (affrettati lentamente). E da lente a Leontina il passo è breve. Mentre Lena non c'entra perché soltanto contrazione di Elena. Elmo Fulgido sembra più un’epigrafe che una frase ma le iniziali entrambe maiuscole ci ricordano che si tratta piuttosto di due improbabili nomi. Nel concerto di "erto", ai tantissimi Roberto ed ai non pochi Gilberto, si uniscono l’ improbabile Vilberto e lo scomponibile Pieroberto. Tra i gerundi all'Armando spuntano Indorando e Mirando quasi fossero tartufi bianchi e per Biancaneve resta irrisolto rebus se il mistico Teodolo sia o no l'ottavo nano. Se vi hanno insegnato che prima della "p", tra "n" e "m" va sempre la "m", ricordatevi di riferirlo all'anagraficamente sgrammaticato Gianpiero. Tra gli "ardo" alla Gerardo proponiamo qui di seguito Medardo, Gualfardo, Viscardo e Gottardo (sì, come l’arcinoto valico alpino). Rendendovi alfine edotti che all'appello manca soltanto il felino e ferino Leopardo. Chiudiamo con il rullo di tamburi … Mimo, Libio, Spero, Rosvilde, Isiano, Eutimio, Fenizia, Sado, Turildo, Iambo, Nanuccio, Deamaria, Policardo, Ramiero, Vitelia e Adarno. E se la cosa vi ha scosso il sistema nervoso, non preoccupatevi, perché c'è sempre una fumante e rassicurante ... Valeriana in serbo per voi.

Leone Pantaleoni

.

01) Crittografia (frase: 7 6)
B S

02) Crittografia (frase: 7 7)
DB HPO

03) Crittografia (frase: 4 2 4)
NOME DELL'AT.ORE BANFI

04) Crittografia (frase: 4 10)
- CATINO -

05) Crittografia (frase: 7 2 5)
- QUI.T. LETTERA .. UN ALFABETO -

06) Crittografia (frase: 5 2 4)
- CH.SSA' -

07) Crittografia (frase: 8 7)
- VR VR VR VR TO -

08) Crittografia (frase: 3 4 4)
- TELEFONATEMI! -

09) Crittografia: (frase: 6 1 2 1 4 2 = 2 4 1 3 6)
D... DI NASCITA

10) Crittografia: (frase: 4 4 2 2 2 = 6 8)
IN QUEL PO.TO

11) Crittografia (frase: 8 2)
SONO RIMASTO LI’

INVITO AI CAGLIESI

INVIATEMI UN COMMENTO COL VOSTRO NOME, VI FARO' L'ANAGRAMMA.

GLI ANAGRAMMI DEI CAGLIESI

chi sono questi ?

(nome: 9, 8) = "PANCETTA CON SFREGI" Piercing mal eseguito?

(nome: 7, 7) = "RE FRA LE DOMANDE" Novello Mike Buongiorno?

(nome: 5, 7) = "CARDAR ALBERI"
Ma non era la lana?

per le soluzioni...