Letterina di Natale a Gesù
CARO GESU’, ti prego di farmi un favore: quest'anno a Natale non venire. Restatene seduto su quel trono dorato da far invidia a Zeus.
Sai, stiamo per toccare il primo decennio del terzo millennio e di annetti ne sono trascorsi dalla tua venuta. E a proposito di venuta, è dall'avvento dell'illuminismo che abbiamo suggellato il primato della modernità ed è davvero un controsenso, per non dire una provocazione, che mentre noi, specie se cattolici, ci proclamiamo adulti, tu abbia la sfacciataggine di riproporti bambino ciascun 25 dicembre che tuo Padre ci manda.
Ai tuoi tempi, come Erode il Grande insegna, i fanciulli, specie se sotto l'anno di età, venivano sterminati a sciabolate (mi viene in mente quella massima: bisogna correggerli da piccoli perché altrimenti, da grandi, non ci si combatte più), mentre noi oggi li proteggiamo al punto, apri bene le orecchie, da oscurarne il volto se fotografati o ripresi da una telecamera. Allora, capiscimi, vuoi davvero rivederti in un giornale o in tivù col volto schermato?
E ringrazia, poi, che il bue sia già stato un vitello e l'asino un asinello, altrimenti un qualche animalista avrebbe alzato la voce perché si provvedesse a sfocare anche quelle due ingombranti e simpatiche teste.
E poi, quel pagliericcio!
Primo: è in regola con le norme antincendio? Sai, noi oggi ci teniamo molto alla sicurezza e alle sue regole. Queste ultime ce le andiamo a scrivere che bisogna leggerle col microscopio, anche se poi è col binocolo che le vediamo applicate nei luoghi di lavoro, dove, non di rado, la gente ci lascia la pelle. E siccome è povera gente, ci consoliamo al pensiero che almeno non si tratti di pelle pregiata.
Secondo: non sai che oggi, nella civiltà della ecologia più avanzata, la paglia può essere usata come energia alternativa? E dunque cosa buona e giusta (mi pare si dica così dalle tue parti) non sprecarla per usi impropri, come fai tu, da 800 anni, nelle rappresentazioni della tua natività. Rappresentazioni senza le quali, per altro, non avremmo avuto quell’insopportabile tormentone di Eduardo De Filippo che in "Natale a casa Cupiello" chiede al figlio scemo, pardon, diversamente intelligente: "Tommasì, te piace 'o presebbio?".
E infine non può sorvolarsi sulla questione multirazziale. I miei amichetti di diversa fede potrebbero davvero offendersi nel vedere il presepe. Specie se in una scuola pubblica. E tu, caro Gesù, così obbediente e così a modo, vuoi proprio tu trasgredire le più elementari regole di una corretta ospitalità?
Leone Pantaleoni
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