“Per il semplice fatto che è umanamente impossibile elencare le doti e i meriti dell’ l’insegnante Ernesto Fucci, non ci è facile contenere in poche righe i nostri conseguenti sentimenti di gratitudine per lui. Sono davvero tante (avremmo voluto scrivere “troppe” se non fosse che alla provvidenza mai debbono porsi dei limiti) le cose che egli ha fatto per i nostri figli. Premesso che ha innanzitutto reso loro indolore il passaggio dalla scuola d’infanzia alle elementari, del programma scolastico è riuscito ad eluderne le sterili conseguenze di chi è solito svolgerlo come grigio disbrigo di pratiche. Aperto a tutto quanto il sociale e nemico giurato di qualsivoglia tesi preconcetta, di tale programma ne ha elaborato i temi in maniera libera ma non per questo arbitraria, dimostrando come l’imparare non collida giocoforza con l’immaginare e come la realtà possa benissimo andare a braccetto con la fantasia. Nessuno potrà mai dimenticare il suo accattivante ma anche pressante invito alla lettura (non a caso, di concerto alla moglie ha gestito in maniera egregia la biblioteca scolastica) e la sua abilità di collegare i personaggi di carta dei libri a quelli, in carne ed ossa, del vivere quotidiano. Nonostante non possa egli dirsi per ragioni anagrafiche figlio del computer al pari dei suoi scolari, non si è lasciato sfuggire la imprescindibile importanza dell’elemento informatico e il suo crescente divenire. Con autentica maestria di chirurgo, ha saputo operare nelle situazioni difficili, innanzitutto sdrammatizzandole. Sempre corretto nei rapporti con genitori e alunni, dai genitori ha saputo cavarne i frutti della migliore collaborazione. Da ultimo, ha compreso che portare a scuola il Leone Pantaleoni della ludo linguistica e degli scacchi avrebbe significato valorizzare ulteriormente il suo già inestimabile operato. Grazie, grazie di cuore, Maestro Ernesto Fucci!”
venerdì 18 giugno 2010
IL MAESTRO FUCCI VA IN PENSIONE
“Per il semplice fatto che è umanamente impossibile elencare le doti e i meriti dell’ l’insegnante Ernesto Fucci, non ci è facile contenere in poche righe i nostri conseguenti sentimenti di gratitudine per lui. Sono davvero tante (avremmo voluto scrivere “troppe” se non fosse che alla provvidenza mai debbono porsi dei limiti) le cose che egli ha fatto per i nostri figli. Premesso che ha innanzitutto reso loro indolore il passaggio dalla scuola d’infanzia alle elementari, del programma scolastico è riuscito ad eluderne le sterili conseguenze di chi è solito svolgerlo come grigio disbrigo di pratiche. Aperto a tutto quanto il sociale e nemico giurato di qualsivoglia tesi preconcetta, di tale programma ne ha elaborato i temi in maniera libera ma non per questo arbitraria, dimostrando come l’imparare non collida giocoforza con l’immaginare e come la realtà possa benissimo andare a braccetto con la fantasia. Nessuno potrà mai dimenticare il suo accattivante ma anche pressante invito alla lettura (non a caso, di concerto alla moglie ha gestito in maniera egregia la biblioteca scolastica) e la sua abilità di collegare i personaggi di carta dei libri a quelli, in carne ed ossa, del vivere quotidiano. Nonostante non possa egli dirsi per ragioni anagrafiche figlio del computer al pari dei suoi scolari, non si è lasciato sfuggire la imprescindibile importanza dell’elemento informatico e il suo crescente divenire. Con autentica maestria di chirurgo, ha saputo operare nelle situazioni difficili, innanzitutto sdrammatizzandole. Sempre corretto nei rapporti con genitori e alunni, dai genitori ha saputo cavarne i frutti della migliore collaborazione. Da ultimo, ha compreso che portare a scuola il Leone Pantaleoni della ludo linguistica e degli scacchi avrebbe significato valorizzare ulteriormente il suo già inestimabile operato. Grazie, grazie di cuore, Maestro Ernesto Fucci!”
ENIGMISTICA PER I PICCOLI, MEGLIO SE CRESCIUTI
Nel “Salone della Parola” che va ad incominciare vi è una sezione dedicata all’enigmistica per i più piccoli, quelli che, come accade con i giochi per bambini, nascondono uno stuolo incalcolabile di adulti.
A curarlo è Leone Pantaleoni, il Leone da Cagli della Settimana Enigmistica. Logico allora rivolgersi a lui per aver maggiori dettagli in proposito: “Non di rado declassata a passatempo che subito si declina in perditempo anche a causa d’innumerevoli e mediocri rivistine “usa e getta” da consumarsi soprattutto in treno, sfuggono ai più i piani nobili dell’Enigmistica. Non per nulla gli antichi greci ne fecero gioco intellettuale esercitando il loro acume nelle leggendarie sfide tra grandi personaggi alla fine dei banchetti; con relativi premi e penitenze, intendo, qual è ad esempio quella dell’esser costretti a bere vino inacidito. Parliamo di gente che, tanto per citare, risponde al nome di Omero, Pindaro e Platone. Del primo si narra che dinnanzi al quesito postogli da alcuni pescatori (“quelli che non troviamo li teniamo, quelli che troviamo li buttiamo”) non seppe dare la soluzione (i pidocchi). L’opposto accadde a Edipo con la Sfinge, alla quale dinnanzi al busillis (“qual è l’essere che cammina ora a quattro, ora a due e ora a tre gambe?”), seppe rispondere “l’uomo”. I fatto è che l’Enigmistica confina dovunque con la ludolinguistica. Significa che essa sa lavorare e utilizzarla la lingua, ne prende dei segmenti per disgiungerli e ricongiungerli fino al crearne di nuovi. Inventa metafore e, al pari con la miglior Letteratura, ne risveglia di assopite riproponendone d’inedite. Inoltre, come la Poesia, l’Enigmistica abitua alla concisione, riuscendo, attraverso cortocircuiti di analogie, ad esprimere ben più di quanto non lo faccia il solito parlare. Ideale materia scolastica che unisce l’utile al dilettevole, ai giovani insegna innanzitutto a giocare con le parole, con le più sottili figure della retorica, fino alle immagini più ardite”. Essendo soggetto che se vede un’A pensa ad ASOLA (a sola) e se vede un’I pensa ad ISOLA (I sola) ma anche al corrispondente romano dell’Unità (infatti I maiuscola è il numero uno degli antichi romani), resta il fatto che è persona da maneggiare con cura l’enigmista. Il quale, se fosse un pacco, lo si potrebbe comodamente capovolgere visto che essendo già sotto sopra di suo, non si farebbe che rimetterlo nel verso giusto”.
Nella foto:
LE BUFFONAGGINI DI BUFFON
Non se ne avrà Gianluigi Buffon se vocali e consonanti del suo nome e cognome possono riposizionarsi nella frase: "lui? Buffonaggini!". Del resto l'anagramma è l'anagramma e farne un ana...dramma sarebbe cosa più inutile che sciocca. Con Alberto Gilardino che si traduce in "al tiro, gran bolide!" le cose vanno decisamente meglio. Non vi foste accorti, stiamo proponendo gli anagrammi onomastici dei giocatori della nazionale cosicché, se confina con il gossip Daniele De Rossi (dissero di Elena), sconfina nello spogliatoio Gianluca Zambrotta. Il suo "la garza in combutta" ci fa pensare a una baruffa per venir in possesso d'una bianca striscetta di seta o cotone stavolta più idrofoba che idrofila. Un Fabio Cannavaro desideroso d'esser incluso nella rosa nazionale, non ha motivo d’eccedere in salivazione. Con "Africa, non bava" chiarisce una volta per tutte il suo anagramma che lui nel continente nero e dentro la maglia azzurra ci sta già. Che Torino sia città plumbea ce lo rammenta un Giorgio Chiellini rivolto al Banfi juventino (ho cieli grigi, Lino!). A un obliquo Claudio Marchisio che minaccia di dire (schiudo ai clamori), fa eco la linea a cui è richiamato Simone Pepe (meno seppie). E che pancia piena sia garanzia di sonnolenza lo ribadisce un Riccardo Montolivo che solo il suo sport preferito può ridestare dalla pennichella (dormo? Calcio in TV!). Con "mi conosci di certo", vien da chiedersi a chi mai si rivolga Domenico Criscito, mentre, con "perdona l'ira", si erge in evangelica versione il convalescente Andrea Pirlo. Stretto nella morsa Jerry Scotti-Carlo Conti, chiude in sorprendente chiave ludica Vincenzo Iaquinta. Il suo "a quiz è nona vincita!" ce lo fa scoprire imbattibile campione alla Sallustio (quello di Passa Parola). Infine Marcello Lippi, il cui anagramma oppone un polemico "rimpalli colpe" a un inquietante "crampi? Pillole!". Col suo anagramma "abile, fa colpo" se la ride allora un Fabio Capello dimentico della paperissima del suo portiere.
sabato 12 giugno 2010
SCACCHI E REBUS GRATUITI COL LEONE DA CAGLI
Riservate ai ragazzi e in un orario che va dalle 18 alle 19 del martedì e giovedì, lezioni gratuite di scacchi e rebus quest’estate ai Bagni Gilberto. Sarà Leone Pantaleoni a tenerle, il “Leone da Cagli” della Settimana Enigmistica. Eletto Cagliese dell’Anno nel mese di febbraio e premiato dal Circolo della Stampa in quello di maggio, questo 2010 è davvero anno ruggente per Leone che in fatto di scacchi e rebus puntualizza: “Solleticano la fantasia e stimolano il ragionamento; uniscono l’utile al dilettevole; e nel mostrare che i più bei giochi del mondo confinano a ovest col nostro cuore e a nord col nostro cervello, dimostrano che cercare il divertimento nelle cose sbagliate è la cosa più sbagliata del mondo. La prima lezione è programmata per martedì 15 giugno e per iscriversi basta telefonare al 30245 (Pantaleoni) o al 32887 (Bagni Gilberto); oppure inviare una e-mail a lpanta@alice.it o a gilberto@bagnigilberto.it
Nella foto 1: assistito da Stefano Tombari (Bagni Gilberto), Pantaleoni indica la mossa giusta del cavallo.
mercoledì 2 giugno 2010
PESARO- SONDRIO-SARAJEVO,
DALL'UOMO DI EDIPO AI PIDOCCHI DI OMERO
Giove Pluvio permettendo, con giugno arriva l’estate ancor prima del fatidico giorno 21 e con l’estate arriva la spiaggia e con la spiaggia i giochi enigmistici sotto l’ombrellone.
Ecco perché abbiamo voluto sentire in proposito il Leone Pantaleoni che da sempre è il “Leone da Cagli” della “Settimana Enigmistica”:
“Non di rado equivocata quale passatempo che subito si declina in perditempo, sfuggono ai più i piani nobili della Enigmistica. Non per nulla gli antichi greci ne fecero gioco intellettuale, esercitando il loro acume nelle leggendarie sfide tra grandi personaggi e tra commensali alla fine dei banchetti, dove, alle più digeribili proposte si alternavano impegnative gare con relativi premi e penitenze, qual è ad esempio quella del dover bere vino inacidito. Parliamo di gente che, tanto per citare, risponde al nome di Omero, Pindaro e Platone. Di Omero si racconta che di fronte al quesito postogli da alcuni pescatori (quelli che non troviamo li teniamo, quelli che troviamo li buttiamo) non seppe dare la soluzione (pidocchi). L'opposto fece Edipo con la Sfinge; alla quale seppe rispondere "l'uomo" dinnanzi all'interrogativo "Qual è l'essere che cammina ora a due gambe, ora a tre, ora a quattro?".
B S
02) Crittografia (frase: 7 7)
DB HPO
03) Crittografia (frase: 4 2 4)
NOME DELL'AT.ORE BANFI
04) Crittografia (frase: 4 10)
- CATINO -
05) Crittografia (frase: 7 2 5)
- QUI.T. LETTERA .. UN ALFABETO -
06) Crittografia (frase: 5 2 4)
- CH.SSA' -
07) Crittografia (frase: 8 7)
- VR VR VR VR TO -
08) Crittografia (frase: 3 4 4)
- TELEFONATEMI! -
09) Crittografia: (frase: 6 1 2 1 4 2 = 2 4 1 3 6)
D... DI NASCITA
10) Crittografia: (frase: 4 4 2 2 2 = 6 8)
IN QUEL PO.TO
11) Crittografia (frase: 8 2)
SONO RIMASTO LI’
INVITO AI CAGLIESI
GLI ANAGRAMMI DEI CAGLIESI
(nome: 9, 8) = "PANCETTA CON SFREGI" Piercing mal eseguito?
(nome: 7, 7) = "RE FRA LE DOMANDE" Novello Mike Buongiorno?
(nome: 5, 7) = "CARDAR ALBERI"
Ma non era la lana?
per le soluzioni...