
Oggi è venerdì 13; l'unico dell'anno. Schedina vincente a parte, si sa che il 13 è sinonimo di sfortuna e dunque da evitare come gatto nero che attraversa la strada; ed anzi, visto che oggi gioca l'Italia, come il giocatore arancione che attraversa l'area di rigore. Eh sì, perchè se è vero che gli olandesi hanno evidenziato coi loro meriti tutti quanti i nostri demeriti, è altrettanto vero che riposizionando le lettere di "tredici" si ottiene "crediti". C'è dunque da sperare che la fortuna saldi oggi quei debitucci che nella gara d'esordio europeo ha comunque contratto con noi. Simbolo dell' ultima cena (Gesù più i dodici), sinonimo di tragedia incombente, la paura del 13 assume l'impronunciabile nome di "triakaidekafobia". Si racconta che un tal Franklin Delano Roosevelt, trentaduesimo presidente degli Stati Uniti, ne soffrisse al punto da invitare la segretaria ai pranzi ufficiali quando costei fosse stata il quattordicesimo convitato; e ancora: la piramide effigiata sulle verdi banconote americane ha 13 gradini e 13 sono le lettere sia dell'epigramma che le sovrasta (annuit coeptis) e sia del motto (E pluribus unum) inciso sul nastro portato dall'aquila; 13 sono inoltre le frecce che il rapace stringe nell'artiglio destro e 13 le foglie del ramoscello d'olivo che esso serra in quello sinistro. Dà infine 13 il 1776, anno della dichiarazione d'indipendenza evidenziato alla base della piramide, per somma delle sue due ultime cifre. Ah, dimenticavamo, 13 è anche la somma delle lettere di "Italia-Romania". Facciamo le corna, allora, e buona partita a tutti.
Leone Pantaleoni*
*Enigmista
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