Non che fosse di primo pelo, questo no, ma affermare che il suo funerale è passato inosservato è come immergersi in un eufemismo fino al collo.
Forse è per quel suo carattere ambivalente, perché ambivalenza rimanda a doppiezza, che non è propriamente una virtù e che dei vizi è uno di cui più si ha vergogna; un carattere che definire tenero è togliergli quel qualcosa di duro che ha e definire duro è negargli quel qualcosa di tenero che possiede. Indeciso, inutile e compromissorio, i suoi affossatori lo paragonano al Veltroni del “ma anche” e lo erigono, pardon, lo affossano al contraddittorio status di separato in casa.
I meteoropatici lo identificano con la mezza stagione, quel tempo che non c’è più e che, strappato dalle mani di Kronos, è consegnato alla nostra memoria ma, prim’ancora, al ricettacolo dei nostri più frusti luoghi comuni.
Gli ittiologi lo paragonano alla sirena. Una donna che ha perso la parte inferiore e con essa quell’ apparato riproduttivo tanto caro ai maschietti.
E’ dunque è un problema sul quale, più che soprassedere, si può caso mai sotto sedere.
Infine i “filomanzoniani” propongono di sostituirlo al più famoso degli sconosciuti: il termine “carneade”.
Nel ricettario dei grafemi sta scritto: “Si prenda un punto esclamativo e gli s’incurvi quanto basta la parte superiore; quindi si capovolga il tutto come si farebbe con una clessidra, ed – ecco fatto! – si ha il punto e virgola.”
Sì, è proprio del punto e virgola che stavamo parlando. Un punto e virgola che era morto e noi non sapevamo nemmeno che fosse malato. Era sepolto e non sapevamo neanche che fosse morto.
Forse è per quel suo carattere ambivalente, perché ambivalenza rimanda a doppiezza, che non è propriamente una virtù e che dei vizi è uno di cui più si ha vergogna; un carattere che definire tenero è togliergli quel qualcosa di duro che ha e definire duro è negargli quel qualcosa di tenero che possiede. Indeciso, inutile e compromissorio, i suoi affossatori lo paragonano al Veltroni del “ma anche” e lo erigono, pardon, lo affossano al contraddittorio status di separato in casa.
I meteoropatici lo identificano con la mezza stagione, quel tempo che non c’è più e che, strappato dalle mani di Kronos, è consegnato alla nostra memoria ma, prim’ancora, al ricettacolo dei nostri più frusti luoghi comuni.
Gli ittiologi lo paragonano alla sirena. Una donna che ha perso la parte inferiore e con essa quell’ apparato riproduttivo tanto caro ai maschietti.
E’ dunque è un problema sul quale, più che soprassedere, si può caso mai sotto sedere.
Infine i “filomanzoniani” propongono di sostituirlo al più famoso degli sconosciuti: il termine “carneade”.
Nel ricettario dei grafemi sta scritto: “Si prenda un punto esclamativo e gli s’incurvi quanto basta la parte superiore; quindi si capovolga il tutto come si farebbe con una clessidra, ed – ecco fatto! – si ha il punto e virgola.”
Sì, è proprio del punto e virgola che stavamo parlando. Un punto e virgola che era morto e noi non sapevamo nemmeno che fosse malato. Era sepolto e non sapevamo neanche che fosse morto.
Leone Pantaleoni*
*Enigmista
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