L’ENIGMISTA – Non è un paradosso se il mese dei defunti ci parla di vita
Stavolta l'anagramma non ce la racconta giusta. Il sedicente detto: "Breve nome è novembre" dove "breve nome" è formato dalla medesime lettere di "è novembre", è presto contraddetto dai fatti. Novembre, infatti, è parola di 8 lettere, come febbraio e dicembre. Gennaio e ottobre ne hanno 7 e settembre, il più lungo, ne ha 9. Va da sé che il mese più breve è invece marzo, con le sue 5 lettere, mentre tutti i restanti ne hanno una in più. San Martino a parte, quello del mantello che cade il giorno undici (cade il giorno, non il mantello, beninteso), novembre comincia subito subito con due festività: Ognissanti e i Defunti. Ognissanti e Defunti si anagrammano rispettivamente in "insognasti" (modo per dire sognasti con un poco di vaneggiamento) e "fenduti" (participio passato di fendere che equivale a fessi ma naturalmente non nel senso di sciocchi). Sempre con una festività, quella di Sant'Andrea del giorno 30, novembre si conclude. A ricordarcelo è il detto della nostra regione: "Novembre incoronato, cià la festa da piedi e da capo".
Stavolta l'anagramma non ce la racconta giusta. Il sedicente detto: "Breve nome è novembre" dove "breve nome" è formato dalla medesime lettere di "è novembre", è presto contraddetto dai fatti. Novembre, infatti, è parola di 8 lettere, come febbraio e dicembre. Gennaio e ottobre ne hanno 7 e settembre, il più lungo, ne ha 9. Va da sé che il mese più breve è invece marzo, con le sue 5 lettere, mentre tutti i restanti ne hanno una in più. San Martino a parte, quello del mantello che cade il giorno undici (cade il giorno, non il mantello, beninteso), novembre comincia subito subito con due festività: Ognissanti e i Defunti. Ognissanti e Defunti si anagrammano rispettivamente in "insognasti" (modo per dire sognasti con un poco di vaneggiamento) e "fenduti" (participio passato di fendere che equivale a fessi ma naturalmente non nel senso di sciocchi). Sempre con una festività, quella di Sant'Andrea del giorno 30, novembre si conclude. A ricordarcelo è il detto della nostra regione: "Novembre incoronato, cià la festa da piedi e da capo".
Sempre in tema di proverbi, se a novembre nevica, tanto meglio ("novembre imbaccuccato, raccolto e seminato") ma se c'è il sole, tanto peggio ("novembre solare, cenere al focolare"). Con la solennità di Ognissanti, il primo di novembre la Chiesa ci ricorda come la morte di tutti i santi sia piuttosto il giorno della loro definitiva rinascita. Curioso che così facendo essa ha quasi cristianizzato il capo d'anno celtico, il cui chicco di grano che rifiorisce equivale al santo che torna a nuova vita. Con la ricorrenza del giorno dopo, la comunità dei credenti commemora tutti i defunti secondo un'usanza invero universale ma con la non trascurabile aggiunta della loro resurrezione inaugurata da Cristo. E davvero le mille fiammelle di quei piccoli ceri accesi sembra portare acqua alla nostra speranza di come non sia la morte ad aver l'ultima parola su di noi. Ma se davvero portano acqua, allora quei lumini sono mulini. Confermando che stavolta, con lumini/mulini, l'anagramma ha davvero colpito nel segno.
Leone Pantaleoni
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