mercoledì 30 dicembre 2009

UN INTRIGANTE 2010


Anno inedito il 2010. E, certo, non poteva essere altrimenti. Ma anche intrigante. A cominciare da quella doppia coppia di numeri dove l'antecedente (20) e l'esatto doppio del susseguente (10). Dalla nascita di Gesù, per affinità numerica, una cosa del genere era accaduta nel 1809, proprio nell'anno in cui Goethe scriveva "Le affinità elettive". E naturalmente aveva fatto seguito a quelle del 1608, 1407, 1206, 1005, 84, 42 e 21. Bisognerà invece attendere il 2211 per trovarsi in analoga situazione. Ma - criopreservazione a parte - sarà cosa che riguarderà più di due generazioni a venire. A detta della numerologia - quella branca dell'enigmistica che studia il significato magico dei numeri non di rado imbrattandosi di superstizione - bisogna scomporlo il 2010 per estrarvi del succo. Così da trovarvi quel 67 che è il più grande dei suoi divisori. Numero primo, perché divisibile solo per se stesso e per l'unità, il 67 è a sua volta somma di cinque numeri primi tra cui il 13 e il 17. A proposito dei quali va sottolineato che il 2010 ci riserverà tre venerdì neri (un 13 in agosto e due 17, in settembre e dicembre). A fronte del bellicoso 2009 dei ben tre 13 (febbraio, marzo e novembre) e due 17 (aprile e luglio), una sorta di armistizio si firmerà invece nel 2011 (un venerdì 13 a maggio e 17 a giugno). Nella smorfia napoletana il 67 è il totano (calamaro) dentro la chitarra. Edipicamente parlando, il 2010 ha la rara caratteristica dell'antipodo diretto, dove, come nella parola "natività" (scelta in ossequio al Natale), se si tien ferma l'iniziale "n" e si fan ruotare da sinistra a destra di 180 gradi le restanti lettere (atività), sempre natività si ottiene. Infatti, nel 2010, se si lascia dov'è il 2 e si rivolta 010, proprio come se il tempo si fermasse, sempre al 2010 si resta. Un'ultima curiosa considerazione ci porta anzitempo alle ore 20 e dieci del 20 ottobre prossimo. Capita l'antifona? Le 20,10 del 20/10 dell'anno 2010. Vi premettiamo che si tratterà d'un mercoledì. Ma, proprio come nel famoso film del '78 dedicato ai surfisti, sarà anche un mercoledì da leoni?

Leone Pantaleoni

SI’, E’ TEMPO D’OROSCOPI

Col nuovo anno si "oròscopa" su tutto: dalla massima crisi economica mondiale alla busta paga del pensionato con la minima; dalla preservazione delle balene alla salute del pulcioso bastardino che scodinzola per casa; dai legami sentimentali dei grandi della terra a quelli di nostra figlia (ancora in famiglia perché nessuno se la piglia). Nell'arrogarsi il potere di prevedere ciò che non prevede, l'Oroscopo si colloca agli antipodi della ragione. I razionalisti lo indicano come il più becero ricettacolo di ataviche credenze; i positivisti lo avversano come peste bubbonica; i credenti lo collocano nel girone infernale della più buia superstizione. Nonostante ciò, l'Oroscopo imperversa.
Da Fox a Branco e fino all'assai pittoresco mago Otelma (Amleto, all' incontrario), se accendi un televisore o sfogli una rivista, l' astrologo, cecchino che tira dall’alto delle stelle, t'aspetta al varco per colpirti: il Cancro? porterà salute; e così la Bilancia, nel fugare colesterolo, fosfolipidi e trigliceridi, manterrà la tua linea come livella di muratore (e non di Totò!); ed anche i Pesci, nell’assicurarti una scorpacciata di omega-3. In sintonia col Sagittario che ti renderà invulnerabile ai dardi di Cupido, il Toro, il Capricorno e l'Ariete ti terranno lontane le corna (ma per i mariti la più affidabile resta sempre la Vergine). L'Acquario? ti preserverà dai periodi siccitosi; il Leone? ti darà finalmente la forza di "ruggire" contro tutti i prepotenti che vorrebbero farti barattare la partitissima della nazionale con la Corazzata Potemkin; i Gemelli? ti salveranno dalla sterilità; E da ultimo, lo Scorpione ti preserverà dai colpi di coda che il cinico e baro destino nasconde nella faretra. Secondo il grande Ippocrate il medico ignaro di astrologia, non è degno di chiamarsi tale. Gli fa però eco il banchiere più famoso del mondo (John Pierpont Morgan): " Non i milionari usano l'astrologia ma i miliardari". Sia come sia, l'Oroscopo assolve una indistruttibile funzione catartica che nel gettare un ponte fra realtà e desiderio, ci fa sognare da svegli. Ma va preso come un gioco. E il gioco, come lo scherzo, è bello se dura poco.
Leone Pantaleoni

OCCHIO ALLA BILANCIA!

Per maschietti golosi.
L’affermato enigmista Leone Pantaleoni, meglio conosciuto sotto lo pseudonimo di “Leone da Cagli” ci regala questo anagramma intonato alle festività di fine anno (il ghiottone ciccione indicato con B, che ha sopra di sé l’immaginato pandoro che lo tenta (A), e, sotto, la reale bilancia che lo ammonisce).

La descrizione di A è una frase di due parole di 7 lettere ciascuna. Identica cosa dicasi per la frase B.
Va da sé che, come anagramma comanda, A e B sono due frasi composte delle medesime lettere cambiate di posto.

PER LA SOLUZIONE : http://dentroilmondodileonedacagli.blogspot.com/2009/12/occhio-alla-bilancia.html

lunedì 28 dicembre 2009

SMS, SAREBBE MEGLIO SMETTERLA

E’ proprio sotto le feste che dilaga la peste dei messaggini d’auguri preconfezionati

"Caro Gesù Bambino, quest'anno ti sei portato via il mio cantante preferito Michael Jackson, il mio attore preferito Patrick Swayze, la mia attrice preferita Farah Fawcett, il mio presentatore preferito Mike Bongiorno, la mia poetessa preferita Alda Merini. Volevo dirti che il mio politico preferito è Antonio Di Pietro e che l'anno non è ancora finito. Auguri". Davvero un lungo invariabile testo per un Sms, fatta eccezione per l'alternativa Di Pietro-Berlusconi, così da accontentare entrambe le tifoserie. Ebbene, se c'è un pesarese che non ha ricevuto un simile messaggio, alzi la mano. E se davvero costui esiste, i casi sono tre: 1) Non ha ancora ricomperato il telefonino smarrito. 2) Unico superstite d'un naufragio, si chiama Robinson è si trova in perfetta solitudine al largo del Venezuela, presso la foce del fiume Oroonoque. 3) E' in compagnia di quel soldato giapponese che, sperduto su un'isola disabitata, non sa ancora che la seconda guerra mondiale è finita. Sì, insomma, l'avete capito, è con il dilagare della peste telematica dei messaggini preconfezionati che stiamo sbofonchiando. Al punto da indurci a credere che Sms stia per "Sono Messaggi Standard" o, peggio ancora, Stupidi. Fino a provocare spazientite reazioni del tipo: "Sarebbe Meglio Smetterla!".

Messaggi augurali riciclati e da sconosciuti:

cosa c'è mai da sorridere?


Si tratta d'un tamburellante ping-pong a colpi dell'acronimo Sms, come si vede. Sia chiaro, non c'è da star meglio quando giungono testi "stitici" del tipo: "Buon 2010" e "felice anno nuovo", ma c'è da star peggio con frasi come "12 mesi alla grande" che ricorda tanto quel devastante "Un mondo di bene" profuso a tonnellate nelle dediche radiofoniche o televisive. E poi non si capisce perché ai messaggi preconfezionati non venga riservato l'identico disprezzo che si è soliti nutrire per i regali riciclati. Il tragicomico si raggiunge infine con messaggi quali "Paola e Mario augurano un Buon Natale a tutti". Ma chi sono Paola e Mario? Gente fugacemente conosciuta durante un qualche banchetto nuziale? La coppia di negozianti che non vorrebbe perdere nemmeno il più occasionale degli avventori? I soliti presciolosi che han semplicemente sbagliato destinatario? Mah, una cosa comunque è certa: stavolta Sms sta per "Sono Mittenti Sconosciuti".

Leone Pantaleoni

domenica 27 dicembre 2009

LA MATERIA GRIGIA MESSA NERO SU BIANCO

I giochi di brain training, e cioè per addestrare il cervello, sono oggi uno tsunami che sta travolgendoci

Filosofo, matematico ed epistemologo che va per la maggiore, dice da par suo e cioè bene Giulio Giorello: c'erano una volta i vari 'Aguzzate la vista' della Settimana Enigmistica in tema di giochi della mente. E gli stessi Intrepido e Topolino proponevano rebus, anagrammi, indovinelli e altri analoghi trastulli ai loro lettori. Ma lo facevano in punta di piedi. Consci di esser indegni della migliore arte edipica. Oggi, invece, eccoci travolti da un'orda di giochi di brain training (alla lettera, "addestrate il vostro cervello") che rischiano davvero di renderci - il gioco di parole è voluto - attenti utenti, autentici autisti. Sempreché dell'autismo si continui innanzitutto a temere la perdita di contatto con la realtà.

E il nonnetto, dove lo metto?

Ma davanti a una scacchiera, che diamine!

Dopo la tastiera del Personal Computer, che pure è di transitabilità ben più comoda delle prime ticchettanti macchine da scrivere, è stata la console portatile a rendere tutto più facile. Il rimpicciolimento come più non si potrebbe delle palestre dell'intelligenza, ha fatto sì che sia ora possibile trastullarsi con un Nintendo non diciamo su una seggiola o su una poltrona, e nemmeno su un divano, una panchina o uno sdraio (volendo soprassedere su quell’intimo luogo dove, dei pochi che lo comprano, non pochi leggono il giornale), ma standosene, addirittura, in piedi “assardellati” su un tram. Tutto più facile, allora, ma proprio per questo anche più difficile. Intendiamoci, non si tratta di uniformarsi a quella cieca reazione che demonizza comunque il progresso, ma, molto più sommessamente, di richiamarsi a quel suo ragionato uso che, sempre, fa rima con moderato. Non è da escludere che grandi sintesi del pensiero matematico siano nate fin dall'antichità come repertori di un tipo particolare di giochi in cui mettere alla prova i propri riflessi e le proprie abilità (vedansi gli improvvisatori di rime ai banchetti nuziali). Cosa questa che, coscienza pulita a parte, in qualsivoglia tempo della nostra vita, può farci accompagnare da un'esistenza più serena. E in specie, in quel sempre più popolato tempo della vecchiaia che proprio i giochi della mente riescono a tenere lontano.


LEONE PANTALEONI

sabato 26 dicembre 2009

UN ENIGMISTA DALLA VOCE DI JERRY SCOTTI

“Leone da Cagli” secondo la IV B della Scuola primaria di Cattabrighe


Su input dell'insegnante Stefania Palandri ed a conclusione del corso delle lezioni di scacchi e ludolinguistica tenute da Leone Pantaleoni, gli alunni della quarta B della Scuola Primaria di Cattabrighe han ringraziato l'enigmista dedicandogli, corredato da bellissimi e coloratissimi disegni, un libro-quaderno dal titolo "LEONE ... SECONDO LA IV B".

si noti la compostezza della maestra,
Veronica ha davvero messo tutte le cosine al loro posto.


Da tale esemplare unico prendiamo spunto per il pezzo che segue:
"Rafforzata da Giulia ("è simpatico e divertente come un clown"), Chiara fa notare che il primo giorno che Leone è venuto in classe, ha fatto molto ridere. Giorgia puntualizza che, pur spiegando le cose molto chiaramente, egli rispiega volentieri. Davvero pittoresche le note riservate al suo aspetto esteriore. Per Eleonora Leone ha gli occhi marroni come due castagne e per Giacomo castani proprio come un... leone. Per Camilla i suoi sono capelli grigi come la cenere del camino. Per Elena ha il naso grosso e la bocca larga. Per Laura Leone ha la bocca lunga e stretta. Premettendo che la sua voce assomiglia molto a quella di Jerry Scotti, Federico ci mette il carico da dieci col precisare che la bocca è larga come un righello. Ma paragonandola ad un cocomero, è senz'altro Marco a calare l'asso di briscola. Tocca allora ad Adele di buttar acqua sul fuoco col dire che la sua bocca è a cuore, i capelli color cioccolato (ma non erano come la cenere del camino?), il naso a patatina e le orecchie a dir poco perfette. In quanto ad insegnamento, gli apprezzamenti sono unanimi: tutti definiscono Leone grande e famoso. Tommaso, però, si fa addirittura agiografo col sentenziare che è anche il migliore della storia. Camilla appunta che "E' simpatico, sorridente, gentile e speciale, perché insegna l'enigmistica in modo perfetto".

Dite se questo di Mattia non sembra davvero

uno schizzo del grande “Sto”

(il Sergio Tofano papà di Bonaventura)!


Tutti gli alunni (i più di mille ormai catechizzati, in due anni d'attività, intendiamo) sono rimasti colpiti dalla sua rilettura di parole con vocali rivedute e ... scorrette (apà, epè, ipì e opò e upù). Ecco perché Marco esordisce con un frizzante: "Cipiàpaopo (che sta per ciao) - chi sarà? - è Lepeopònepe Papantapalepeopònipi! ". Per Giuseppe Leone è in pensione perché è un po' vecchiarello. Per Adele gli occhiali che porta assomigliano a quelli degli anni '60. E mentre Gianmarco non vede l'ora che sia lunedì (il giorno delle lezioni di enigmistica), Elia, colpito dal fatto che Leone abbia dato da risolvere un suo rebus a Benigni ed Eco, conclude esclamando: "Beh, che professore questo!". Da ultimo giunge Mattia. Che pennella: "Si vede sfrecciare un foglio di carta accartocciato ... è Pantaleoni che sta inventando un altro rebus!" ". Non v'è dubbio, se Leone ha da tempo dimostrato di avere la stoffa dell'enigmista, davvero Mattia promette di possedere quella - oggi rarissima in Italia - del romanziere!

mercoledì 23 dicembre 2009

LO STRAMBO NATALE DELL’ENIGMISTA

Tipo curioso l’enigmista, per non dire strambo. Specie se s'infila nei panni di Babbo Natale. Appiccicando, ad esempio, le lettere ST su una gemella e TA sull'altra, sfornerebbe il rebus “stella cometa” (ST: ella come TA). Inoltre, con il riposizionamento delle lettere di "Natale" potrebbe dar corso alle indigeste varianti “altane” (terrazzi barocchi), “antela” (termine botanico), “letana” (variante di “litania”), fino a spingersi a “Tenala”, in Finlandia, proprio laddove si trova la città lappone di Babbo Natale.
Sempre in tema di anagrammi, con “La Tina, altina, lì nata, passa i Natali a Latina” si piccherebbe di far presto scoprire come il breve scioglilingua contenga ben cinque parole (La Tina, altina, lì nata, Natali e Latina) formate dalle medesime vocali e consonanti cambiate di posto. Per cambio di vocale da Natale si passa all'imperativo nòtale e al plurale natali; mentre, per cambio di consonante, al verbo dàtale e quindi agli aggettivi fatale, iatale e navale, senza dimenticarsi di nasale che può anche esser sostantivo. A parte gli scontati Natale, Natali e Nataloni con profumato contorno di varianti gastronomiche (Cappelletti, Capponi e Gallina), sfrucugliando tra i cognomi di casa nostra, si trovano inoltre Angeli, Capanna, Dromedari (i cammelli non se ne avranno), Presepi, Pastori, Stella (naturalmente Cometa), Renna, Pini, Sacco, Doni e Magi. A proposito di Magi e sempre in tema di cognomi, non rischiano di certo l'estinzione i Baldassari, Gasparri (o Gaspari) e Melchiorri. In quanto a Melchiorre si sa che lui portava incenso e Gaspare l'oro. Edipicamente parlando, curioso che oro, nonostante la brevità, sia parolina monovocalica, monoconsonantica (contiene le sole “o” ed "r") e palindroma (non varia se letta all'incontrario). Ah, lo sapevate che nel lungo ed estenuante tragitto per giungere a Betlemme, Baldassarre tirava costantemente la fila? E con distacco per giunta? Colpa del suo cammello. Che andava a tutta … mirra!

Leone Pantaleoni

DOLCE NATALE,

Bianco Natale, d'accordo, ma anche dolce. Dolce al cuore, d'accordo, ma anche al palato. Senza offese per la glicemia (sempre più suscettibile con l'età), mettete pure i panettoni tra le fauci, ma, per carità, che non sian quelle dell'enigmista, capacissimo com'è di metabolizzarli a modo suo. Per riposizionamento di lettere, ad esempio, ve li può trasformare in un patentino (ricordate quelli che esibiva Verdone a raffica in uno delle sue più riuscite "gag"?), in una potentina ed anche nel verbo pettinano che sa tanto di lavoranti di Coiffeur indaffarati a riordinar teste che fan rima con feste. Col 'panforte', invece, l'enigmista può 'far ponte' e non è dato di sapere se si tratti di quello del dentista o quello che allunga i periodi festivi, e, se d'oro, di quelli riservati al nemico che fugge. Con padrino, padroni e Pindaro, sempre in tema di anagrammi, i pandori davvero non scherzano. Anche perché ammettono in aggiunta i nauseabondi prandio (pranzo) e pardino (riferito a leopardo), e, se non bastasse, gl'indigeribili prodina (sistema di uccellazione) e prodani (cavi per montare e smontare l'albero maestro). Con quell'autentico spaccadenti che è il torrone, s'ottiene un tornerò che potrebbe sottintendere il seguito: "alle prese d'un trapano che non è quello del falegname". Dolce squisitamente (è proprio il caso di dirlo) carnevalesco, c'è chi a Natale fa la cicerchiata. Che poi sono palline fritte ricoperte di miele. Forse è per questo che accerchiati, e cioè l'anagramma che ne deriva, fa pensare a coloro che la preparano circondati e pressati da golosi che, con l'acquolina in bocca, pensano: "Cosa vedono le mie fosche ... papille?". Bronzi tutto l'anno, di questi tempi Pergola è sinonimo di cioccolato.
"Piov e neng, tutt l' vecchie fann el bostreng".
Vista la rarità d'una compresenza di pioggia e neve,
significa che davvero si tratta del dolce delle grandi occasioni.

Per Natale, allora, come non trasformarla in ... 'per gola'? Riso, uvetta, noci, fichi, pane raffermo, cioccolata, liquore, buccia d'arancia grattugiata e chi più ne ha meno ne ometta, a questo punto non resta che il bostrengo. Con varianti più o meno significative, qui da noi se ne registra uno per città (Apecchio, Belforte, Macerata Feltria, Montecerignone, Piobbico, Sant'Angelo in Vado e Urbania, tanto per citare). A tal prelibatezza è dedicato il vernacolare detto: "Piov e neng, tutt l' vecchie fann el bostreng". Che significa, vista la rarità d'una compresenza di pioggia e neve, come davvero esso meriti il fregio di dolce delle grandi occasioni.
Leone Pantaleoni

mercoledì 16 dicembre 2009

GLI ANAGRAMMI DI SPATUZZA

Si risolve in quattro anagrammi (parole o frasi composte dalle medesime lettere cambiate di posto) l’ermetico botta e risposta tra il direttore del carcere e la donna delle pulizie:


- E ‘sta puzza? -

- E’ Spatuzza che sputazza! -

- Tu spazza! -.

Leone Pantaleoni

sabato 12 dicembre 2009

LUCIA, DALLA SICILIA ALLA SVEZIA

Il giorno più buio dedicato alla Santa della luce

Santa Lucia è il giorno più corto che ci sia e il modo più corto di dire giorno è quello di sostituirlo con la parola “dì” tanto cara ai farmacisti. Derivato di lux, luce, il nome Lucia trova le sue varianti in Lucio, Luciano e Luciana, Luca e Lucillo e Lucilla. Protettrice dei ciechi, degli oculisti e degli elettricisti, narra la leggenda che Lucia, bellissima, si tolse gli occhi per consegnarli su un piatto d’argento all’uomo che di quegli occhi se ne era innamorato.

In realtà Lucia fu martirizzata a Siracusa (di cui non a caso è la patrona) il 13 dicembre del 304, sotto la feroce persecuzione di Diocleziano. Il legame diretto con la luce ha fatto sì che il culto di Lucia trovasse fertile terreno di diffusione anche nei lontani paesi nordici, Svezia innanzitutto, dove, per comprensibili motivi astronomici, il buio portatore di freddo è inviso come la carenza d’acqua nel deserto.


Il più noto proverbio dice che per Santa Lucia il giorno fa un passo di gallina, da Santa Lucia a Natale, di cane e, da Natale in poi, da gigante. Con buona pace dei melomani che fan senz’altro riferimento a quella donizettiana di Lammermoor, la Lucia più famosa resta la Mondella manzoniana. E allora non è poi così strano come sul lago di Como vi sia un’imbarcazione che porti il nome della contesa sposa di Renzo. Ispirandosi alla contestata (perché allusiva all’allucinogeno LSD) canzone dei Beatles “Lucy in the Sky with Diamonds”, all’esemplare fossile di ominide rinvenuto ad Afar (Etiopia) nel novembre ‘74 è stato dato il nomignolo di Lucy. Lucia è anche il nome d’un asteroide scoperto nel 1882 e preceduto dal numero 222.
Leone Pantaleoni

LA LEZIONE DI DON CAMILLO

Reo d'aver scagliato un tavolo d'osteria contro un gruppo di giovani pionieri comunisti che lo irridevano al suo passaggio in bicicletta, Don Camillo viene sollevato da parroco di Brescello e confinato in un quasi disabitato paesino sperduto tra le nuvole. Egli si trova così privato di tutto e, primo fra tutti, del crocifisso.
Quello stesso che è solito dialogare con lui al costo d’esser capovolto, faccia al muro, quando il nostro ineffabile eroe sta per combinarne una delle sue. Due sono allora le frasi di Don Camillo che commuovono della incolmabile assenza. La prima è laddove egli dice: “Sì, lo so, Signore, Voi siete in terra, in Cielo e in ogni luogo, ma io voglio portarvi lassù perché senza di Voi mi sento perduto”. E la seconda è quando, sotto una pioggia torrenziale e lo sguardo esterrefatto di Peppone, trasportando a spalla il pesante fardello su per la ripida salita che conduce a Montenara, egli esclama:”Grazie Signore, io ora odo la Vostra voce e tutto è bello quassù”. E’ la prosa di Giovannino Guareschi che si fa poesia nel rammentarci come la bellezza del crocifisso parli al cuore dell’uomo. Un crocifisso dinnanzi al quale anche il sanguigno e trinariciuto Peppone s’inginocchia con rispetto.

Leone Pantaleoni

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01) Crittografia (frase: 7 6)
B S

02) Crittografia (frase: 7 7)
DB HPO

03) Crittografia (frase: 4 2 4)
NOME DELL'AT.ORE BANFI

04) Crittografia (frase: 4 10)
- CATINO -

05) Crittografia (frase: 7 2 5)
- QUI.T. LETTERA .. UN ALFABETO -

06) Crittografia (frase: 5 2 4)
- CH.SSA' -

07) Crittografia (frase: 8 7)
- VR VR VR VR TO -

08) Crittografia (frase: 3 4 4)
- TELEFONATEMI! -

09) Crittografia: (frase: 6 1 2 1 4 2 = 2 4 1 3 6)
D... DI NASCITA

10) Crittografia: (frase: 4 4 2 2 2 = 6 8)
IN QUEL PO.TO

11) Crittografia (frase: 8 2)
SONO RIMASTO LI’

INVITO AI CAGLIESI

INVIATEMI UN COMMENTO COL VOSTRO NOME, VI FARO' L'ANAGRAMMA.

GLI ANAGRAMMI DEI CAGLIESI

chi sono questi ?

(nome: 9, 8) = "PANCETTA CON SFREGI" Piercing mal eseguito?

(nome: 7, 7) = "RE FRA LE DOMANDE" Novello Mike Buongiorno?

(nome: 5, 7) = "CARDAR ALBERI"
Ma non era la lana?

per le soluzioni...