martedì 19 gennaio 2010

I 44 GIORNI DI OSTENSIONE DELLA SINDONE

Dal 10 aprile al 23 maggio prossimi sarà possibile visitare a Torino il lenzuolo che avvolse il corpo di Gesù

Ribadendo che la Sindone è il lenzuolo di lino conservato a Torino che secondo la tradizione avvolse il corpo senza vita di Gesù deposto dalla croce, da giovedì 10 aprile a domenica 23 maggio è prevista la sua nuova e nona ostensione.
Il logo scelto dagli organizzatori
per la prossima ostensione.
Vale a dire poco più della metà dei 72 giorni che costituirono la durata record di cui alla volta precedente (il 2000, anno del Giubileo). Il numero massimo di visitatori fu invece raggiunto nel 1998, quando, a sfilare in religioso silenzio, se ne contarono la bellezza di oltre due milioni e mezzo. Si può prenotare on line (http:/www.sindone,org/) o telefonicamente (numero verde: 800.329.329) e, per ovvie ragioni, conviene affrettarsi nel farlo. Si ricorda che nel 1988 la Sindone fu oggetto d'una complessa analisi al carbonio radioattivo che la dichiarò falso medievale. In netto contrasto con il tono trionfalistico con cui il verdetto fu dato in pasto dai media, la procedura si rivelò un percorso a ostacoli talmente accidentato, da costringere gli operatori a rimediarvi alla meno peggio. Oggi, a ventidue anni di distanza, è opinione diffusa che quella indagine possa dirsi tutt'altro che irreprensibile e men che meno irrevocabile. Oltre agli immancabili nemici "a prescindere", d'un tal peccato originale non possono chiamarsene fuori i mezzi d'informazione, bramosi di batter cassa sbattendo il mostro in prima pagina. Intanto, perché il primo ad esser scritto nella loro lingua, nella biblioteca nazionale di Budapest è perfettamente conservato il più importante dei manoscritti ungheresi. Esso contiene un disegno della Sindone in cui si vedono gli identici quattro forellini, a forma di elle maiuscola, presenti sul Lenzuolo e probabilmente causati da un incendio precedente a quello ben più distruttivo di Chambery (1532). Il fatto è che la rilegatura di tale manoscritto è di data storica accertata: il 1192.
Il codice Pray attualmente conservato a Budapest
e risalente ad una data precedente al 1192.

Decisamente prima di quell'intervallo (1260-1390) di cui alla sbandierata prova "senza appello" del radiocarbonio. Non bastasse, il Gesù raffigurato nel codice Pray (questo il nome del manoscritto) mostra le mani con sole quattro dita, proprio come accade nella Sindone. Si tratta della meccanica ritrazione del pollice provocata della recisione del nervo mediano da parte del chiodo. Quattro fori e quattro dita, dunque. Due quattro che, messi l'uno accanto all'altro, si leggono quarantaquattro. Proprio quanto saranno i giorni di ostensione del Sacro Lenzuolo quest'anno.
Leone Pantaleoni

SE LA FLAGELLAZIONE SI METTE A DARE I NUMERI

Sul mistero del celebre dipinto di Urbino, per stavolta, è di scena l’enigmista

Parto del sostantivo greco àinigma derivazione del verbo ainìttomai, la parola "enigma" significa parlare in maniera oscura. Ecco perché se si disegna una casa per significare una casa, si usa un linguaggio diretto; ma se si raffigura una pera con sopra le lettere VI per intendere "vipera" (VI+pera), dacché tra pera e vipera non v’è attinenza alcuna, si parla in corretto "enigmistichese". L'enigma che oggi, ma non soltanto da oggi, tiene banco, è senz'altro quello attinente la Flagellazione di Cristo, il capolavoro di Piero della Francesca conservato in Urbino.

Nel vorticoso succedersi interpretativo degli studiosi e nel concitato accalcarsi di soggetti atipici chiamati qua e là ad indagare, ultimo dei quali un poliziotto della Scientifica in perfetto stile "siesài" (CSI), manca all'appello l'enigmista che, pure, di enigmi dovrebbe intendersene. A partire da quella Numerologia che dei numeri coltiva la pretesa di studiarne il significato esoterico. Contestata per i suoi pretesi legami con credenze popolari e superstizione, di essa si sono comunque occupati cabalisti ebraici, pitagorici greci, gnostici, teologi e ricercatori di occulte corrispondenze tra i fatti della vita. Le dimensioni della Flagellazione (cm 58,3 x 81,5) richiamano la radice quadrata di 2 e dunque Pitagora, il quale, a tale valore inesprimibile come lo è il Pi greco, dovette dare l’attributo d'irrazionalità. Lo fece con la tipica ritrosia di chi si vede costretto a violare un tabù, beninteso, convinto com’era dell’assolutezza dei numeri. E fu proprio Ippaso di Metaponto, maggior rappresentante della sua scuola, a tentare di contraddirlo, cercando invano di esprimere l’inesprimibile, vale a dire la radice di 2 tradotta in frazione di due numeri interi.
A proposito di frazione, curioso infine notare come quella con 5 al numeratore e 3 al denominatore, ossia il numero dei componenti i due gruppi di persone del dipinto (partendo da sinistra di chi osserva), dia un valore assai prossimo a quello della sezione aurea, fondamento imprescindibile di quando l'arte figurativa era ricerca di un’armonia tendente all'assoluto.

Leone Pantaleoni

CIRCOLO CATTANEO DI FANO: SANTANTONIATA CON UN OCCHIO A TOMBARI

Festa del maiale a suon di poesie in vernacolo, giochi enigmistici e "chiassosa" gara di morra

Barzellette sceneggiate nella miglior tradizione della commedia dell'arte, duelli in vernacolo tra fanesi e pesaresi sotto l'occhio vigile d'un dialettologo qual è appunto il prof. Sanzio Balducci, gara a premi d'inediti quiz preparati per l'occasione da Leone Pantaleoni (il "Leone da Cagli" della "Settimana Enigmistica"), il tutto incentrato sul tema del maiale e di cui al sant'Antonio Abbate protettore degli animali, ha riscosso enorme successo la tradizionale Santantoniata del Centro Studi "Carlo Cattaneo" di Fano.

Il rebus che ha per soluzione la massima evangelica “Amiamo amici e nemici”.

Ottenuto da (vedi figura): “ami; amo; ami; C; iene; mici”.


Curiosa anche la parentesi della "urlata" esibizione dei giocatori di morra che, al vorticoso succedersi dei numeri, ha fatto tintinnare i bicchieri sui tavoli del ristorante "La Vecchia Cantina" di Trebbiantico. A cena ultimata, ad aggiudicarsi il primo posto del certamen enigmistico (rebus e anagrammi con capitolo a parte dedicato allo scrittore Fabio Tombari) sfiorando addirittura l'en plein delle risposte, è stato il nutrito ed agguerrito gruppo del Teatro, composto da attori e registi e capitanato dall'Assessore alla cultura di Fano Franco Mancinelli.

sabato 16 gennaio 2010

12 ANAGRAMMI PER ENRICO VAIME


Caro Enrico Vaime,
c'è un suo condòmino che le ha chiesto un appuntamento e per la lunga anticamera (Riceve? No, mai! ), pare abbia protestato col dire:.- E m'era vicino! -. E, per significare "chi si crede di essere?", abbia ironicamente aggiunto: - E' vice Maroni?-, - E' vice in Roma? -. Il portiere, invece, che l'ha udita esclamare: - Venero amici! - vorrebbe sapere se quella "a" sia maiuscola, perché, se così fosse, lei si smaschererebbe allora estimatore della De Filippi (enormi cavie mi sembrano quei ragazzi che sudano e sgomitano!) e i suoi tanti “fan” ne resterebbero mortalmente delusi! Una sua vicina zitella, un po' Donna Felicita, con aria rapita, m'ha detto di lei: - Ei vince amor! - . Anche se ammette che quando, vistala sull'uscio di casa in pigiama , non sbarbato e spettinato e l'ha sentita esclamare. - E mo' rinevica? -, la sua vena si sia un po' ammosciata. E quell'altra volta che lei , uscendo di casa, l'ha incrociata per le scale che tornava dalla pescheria e , infilando la mano nel suo cartoccio ha esclamato: - Cernie, vi amo! -. Ah, come avrebbe voluto essere lei, invece del teleosteo perciforme, l'oggetto delle sue attenzioni e il soggetto della sua frase! Ebbene sì, siamo dinnanzi al classico caso dell'amor non corrisposto (della serie: l'uovo, a volte, viene marcio, e , sempre a volte, capita che più dai e meno ricavi). E poi, diciamocelo apertamente, la poverina non sa che il suo cuore, il cuore di Vaime e di padre, ... è a Vermicino!

Leone Pantaleoni
P.S.:
Non si dà il caso che:
- Riceve? No, mai!
- E m'era vicino!
- E' vice Maroni?
- E' vice in Roma?
- Venero amici!
- Enormi cavie
- Ei vince amor!
- E mo' rinevica?
- Cernie, vi amo!
- viene marcio
- e meno ricavi
- ... è a Vermicino!
contengano le medesime lettere di Enrico Vaime cambiate di posto. E, in gergo enigmistico, ne siano l'anagramma onomastico.
Glieli dedico tutti e dodici conrinnovata stima e simpatia.
Leone da Cagli (il mio "nome de plume")

SCACCHI A CAGLI

A SANGUINETTI IL 9° “MEMORIAL NENNE”



Confermando l’inarrestabile ascesa, con 6 vittorie, 1 pareggio e 0 sconfitte, Edoardo Sanguinetti ha fatto suo il “Memorial Nenne”, la classica scacchistica cagliese che, dedicata all’indimenticato Antonio Benni, è giunta alla nona edizione.
Edoardo Sanguinetti
mostra, raggiante,
la coppa del primo classificato.


A mordergli le calcagna (soltanto mezzo punto di distacco, l’equivalente di una patta) è stato un pimpante Francesco Maria Pantaleoni (presidente dell’Associazione nata nel 2001), e quindi, ancora mezzo punto più in giù, un ottimo Agostino Ridolfi. Decisamente più indietro il prof. Ugo Pompili di Pianello (p.4) mentre non era addirittura della partita Ubaldo Tomassini per motivi di studio. Entrambi godevano dei favori del pronostico, essendosi rispettivamente aggiudicati le edizioni 2004-2007 e 2005-2008. Senz’altro opaca la prova da 3 punti di Giovanni Diani, eccellente preparatore del settore giovanile, che, pure, primeggiò nel 2003. Il tempo di riflessione a giocatore era di 30 minuti per ciascuna gara.
A completamento dell’Albo d’oro ricordiamo che nel 2001 vinse Mario Nini, nel 2002 Ernst Frowein e nel 2006 Diego Marini.

INVITO A CENA CON … DELIQUIO

Il pranzo è servito. E dunque anche il menu. Ma per stavolta anagrammato. Significa che le lettere di ciascuna portata sono state riposizionate in modo da confondere, scorrendolo con gli occhi, pupille e papille. E così, come ci ricorda l'affermato ludolinguista Stefano Bartezzaghi (ideatore del Festival urbinate "Parole in Gioco" e padre del leggendario Piero dei cruciverba della "Settimana Enigmistica") la 'lista del giorno' diventa 'in giro dall'oste' , 'antipasti vari' è 'pastrani aviti' e 'maccheroni al sugo' si trasforma in 'un gelso, ma racchio'. E ancora, 'vitella arrosto' è 'storiella torva' e 'la Dea inaspettata' precipita dalla candida nuvoletta dell'Olimpo nel bianco piatto da portata con 'patate ed insalata'. Non cita il dessert Bartezzaghi e noi gli proponiamo allora 'l'afa ben malsana' che è un bell' 'Ananas al flambé', oppure dei 'rosari dotti' (torta di riso) o dei 'gitanti fachiri' (fichi gratinati). Si posson però anagrammare le portate, tutte da leccarsi le dita, ci mancherebbe, con altrettante da far rivoltare lo stomaco. Ecco perché gli invitati accorsi alla cena offerta dall’enigmista non si sono pentiti. Sapendolo tipetto eccentrico a cui piace metter nero su bianco la materia grigia, ancor prima delle vivande, hanno mangiato la foglia e capito che dietro quel menu così repellente da provocare conati al Pasolini delle 120 giornate di Sodoma, c’era il trucco.


Bastava riposizionare le lettere di ciascuna portata per ottenerne il vero contenuto. E cioè: 1) Due vermi zitti, cacca di pitone furioso al sole, grande sorcio = risotto alle verdure di stagione con fiori di zucca e/o scampi. 2) Gas di pochi cin-cin = gnocchi di spinaci. 3) Pelle insana da salame infetto = fettina di salmone alla senape. 4) Pane nero di cipolla pigiata = caponata di peperoni gialli. 5) Ratto (sia ben fresco) = roast-beef in crosta. 6) Topini al dente (ma no!) = Panettone di Milano. 7) Porco da infarto = Pandoro farcito. Morale della favola: buffa toque blanche in testa, l'anagramma si veste da chef birichino che, con le lettere dell'alfabeto, mette sotto sopra gli ingredienti delle vivande. Ma non tien conto della salvifica proprietà commutativa che, invertendone l'ordine, non ne cambia il prodotto.


Leone Pantaleoni

DITELO CON LE NOTE, MA SUL ... PANTAGRAMMA

Do, re, mi, fa, sol, la, si, ovvero come la musica possa diventare prosa con l'enigmista "Leone da Cagli"


Trasferendole dal pentagramma al ... Pantagramma, si può davvero giocare con le note.

Fabbricandovi parole e frasi, ad esempio; e magari cominciando dalle dosi (do-si), sempre calibrate, del farmacista, fino alle fasi (fa-si), sempre periodiche, della luna. Per poi proseguire con soldo, sire e mire (dell'arrivista), e quindi con redo (puledro e non soltanto) e mila (migliaia), fino a tirare i remi (re-mi) in barca sul Tamigi col Remi trovatello di Malot. Il tutto, senza dimenticarsi del celeberrimo Doré e delle sue divine (da Divina Commedia) illustrazioni. Per la tipica coniugabilità dei verbi, negli esempi delle due note la fa senz'altro da padrone fare (fa-re). Che, nel caso del noto saggio: - Chi vuol? Fa! - e - Chi non vuole? Fa fare! -, porta alle quattro note di fa e fa fa-re. A questo punto è proprio per non passar da fesso che si ricorda come altrettante se ne contino in "La mi si fa". Si giunge addirittura a cinque note nella soffocante e sudaticcia presa d'atto ferragostana "Sì, fa sol l'afa!"; dove "la" è nota che non si ... nota perché spezzata dall'apostrofo (si-fa-sol-l’a-fa). Ad ennesima riconferma che i quattrini van da Paperone e non da Paperino, cinque note ci sono anche in "Soldo fa soldo". Ci pensa allora Cupido ad ingrossare la sua faretra, caricandola di sette dardi. Si pensi, infatti, ad un timido innamorato che, rotti gl'indugi, finalmente si dichiara.



Seguono attimi che paion secoli e poi lui, illuminandosi in volto nel veder lei annuire con impercettibili oscillazioni del capo, ammutolito, urla col pensiero: - Sì, sì, sì, mi fa sol sì! -. Da ultime, per salire fino ad otto note, bisogna scarpinar in altipiano calabro, laddove vive un lupo che vi fu monarca incontrastato. Umanizzandola non poco, basta far dire alla bestiola (oggi a rischio d'estinzione): - La Sila? Mi fa sol Sire! -.


Leone Pantaleoni

SBANCANO TRA I BANCHI SCACCHI E LUDOLINGUISTICA

Cavalli e regine, rebus, anagrammi, acrostici e palindromi per mille scolari


Con le scuole primarie Anna Frank, Luigi Pirandello, Gianni Rodari e la elementare di Cattabrighe, ha ormai superato il fatidico numero mille il novero di scolari catechizzati da Leone Pantaleoni (il Leone da Cagli della Settimana Enigmistica) nell'insegnamento della ludolinguistica (giochi di parole), scacchi compresi.

Leone ritratto da Enrico Manna

di fronte alla scacchiera.

Ad onor del vero, ripreso nel 2008 nella nostra città, il felice esperimento esordì a Cagli nel 2000 per interessamento dell'insegnante Vincenzina Panichi. Gli alunni, non bastasse il loro gioioso e un po' esplosivo esternare all'ingresso in aula dell'enigmista, hanno accolto - lo riferiscono e ribadiscono all'unisono insegnanti e genitori - con grande entusiasmo l'iniziativa. Al punto che il loro "ciao" si è trasformato nel sorprendente e abituale "cipiapàopo" ottenuto sostituendo alle vocali i fonemi apà, ipì, epè, opò, upù. Intanto, appositamente confezionato da Leone per l'attuale periodo natalizio, il gioco più gettonato è stato quello della parola nascosta nella frase. Come ad esempio: emanata legge (Natale); giornata come tante (cometa); bugie prese per vere (presepe); Bambi nello stagno ghiacciato (Bambinello); fasi nell'opera di restauro (asinello); pasto riscaldato (pastori). E così di seguito fino a quella che più delle altre li ha messi in difficoltà per via della esse puntata. E cioè: prego spesso S.Anna (Osanna). Infine, per quanto riguarda il nobile gioco dei re, sono di giorno in giorno più numerosi i bambini che riferiscono d'aver inflitto il fatidico scacco matto al sangue del proprio sangue. A cominciare dallo sbalordito papà. Magari stracciando i malcapitati sotto tanto pesanti quanto umilianti cappotti (si racconta di roboanti 6 a 0, 7 a 2, 9 a 1, ecc). In fondo è inverno e fa freddo e un bel soprabito pesante, specie per i nonni, è proprio quel che ci vuole.

martedì 5 gennaio 2010

ADAMO ED EVA IN PILLOLE

Eva: "T’Adamo da morire!";
Adamo: "E va, non ci credo!". "E smettila, una buona volta, di darti quelle arie da primadonna!".

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La Bibbia sarà anche una cosa seria, ma se il peccato di Adamo ed Eva è vecchio come il mondo, come fa ad essere originale?



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La Bibbia sarà anche una cosa seria, ma se nel giardino dell’Eden era tutto gratuito, perché Adamo ha detto ad Eva: - Caro mi costoli? -.

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Due differenze fra noi e i nostri progenitori? Loro di frutto proibito ne avevano uno. Noi, con i prezzi che corrono, ce li abbiamo tutti quanti! Loro erano nudi e non se ne vergognavano, noi adesso esageriamo però col vantarcene.



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Il serpente a Eva, con aria declamatoria e canzonatoria: - Ave Eva, “mordituri” te salutant! -

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Eva, meditabonda, dinnanzi alla mela proibita: "Me la prendo? Me la mordo?".

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I dolori del giovane Adamo: intercostali quando Eva gli chiese in dono una borsa di serpente; dentali quando la sentì domandare allo specchio: “Specchio delle mie brame, chi è la più bella del reame?”.
Ah, superfluo aggiungere che nel secondo caso Adamo ricorse alle subitanee cure d’un …Edentista.

***

Eva a pranzo da Biancaneve con un presente, si sente dire: "Ma proprio una torta di mele dovevi portare?".

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Adamo ed Eva, oggi sposi (1): refuso da evitare? luna di … mele.

***

Adamo ed Eva oggi sposi (2): viaggio di nozze da evitare? a New York (la grande mela).

***

Adamo ed Eva, oggi sposi (3): refuso e viaggio di nozze da evitare: a … Melano.

Leone Pantaleoni

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01) Crittografia (frase: 7 6)
B S

02) Crittografia (frase: 7 7)
DB HPO

03) Crittografia (frase: 4 2 4)
NOME DELL'AT.ORE BANFI

04) Crittografia (frase: 4 10)
- CATINO -

05) Crittografia (frase: 7 2 5)
- QUI.T. LETTERA .. UN ALFABETO -

06) Crittografia (frase: 5 2 4)
- CH.SSA' -

07) Crittografia (frase: 8 7)
- VR VR VR VR TO -

08) Crittografia (frase: 3 4 4)
- TELEFONATEMI! -

09) Crittografia: (frase: 6 1 2 1 4 2 = 2 4 1 3 6)
D... DI NASCITA

10) Crittografia: (frase: 4 4 2 2 2 = 6 8)
IN QUEL PO.TO

11) Crittografia (frase: 8 2)
SONO RIMASTO LI’

INVITO AI CAGLIESI

INVIATEMI UN COMMENTO COL VOSTRO NOME, VI FARO' L'ANAGRAMMA.

GLI ANAGRAMMI DEI CAGLIESI

chi sono questi ?

(nome: 9, 8) = "PANCETTA CON SFREGI" Piercing mal eseguito?

(nome: 7, 7) = "RE FRA LE DOMANDE" Novello Mike Buongiorno?

(nome: 5, 7) = "CARDAR ALBERI"
Ma non era la lana?

per le soluzioni...