giovedì 27 agosto 2009

ANAGRAMMI ONOMASTICI

SCENDENDO NELL'ARENA DEI POVERI MA ... BULLI

(8) Stavolta l'anagramma dei nostri lettori ci offre un biglietto d'ingresso gratuito per il cinema


Stavolta andiamo al cinema e se nel celebrato film anni '60 Claudia Cardinale era la ragazza con la valigia, la lettrice ANNA GIAVOLI non s'accontenta e di simili contenitori se ne "stracarica". Il suo anagramma è infatti NONA VALIGIA. Essendo che ANNA dà NANA e GIAVOLI dà GIOVIAL, curioso notare come nome è cognome, pur componendo la frase NANA GIOVIAL, siano separatamente anagrammabili. Intanto, bagagli o meno, dalla sala di proiezione non ne esce a testa alta EMANUELA CAPANNI. Col suo UNA PENA AL CINEMA! ci fa sospettare che quell'Emanuela richiami l'assai dubbia recitazione della bellissima e omonima Arcuri. Quanto meno per mimica, sorprendente invece è STEFANO TOMBARI. L'anagramma che lo riguarda, MI SA FAR BEN TOTO', lo accumuna nientepopodimeno ad un principe che era re del cinema.

STEFANO TOMBARI

il suo anagramma è MI SA FAR BEN TOTO'.

Come dire che lo accumuna ad un principe, re del cinema.

Ricordate, infine, i film anni '50 di poveri ma belli che rispondevano al nome di Maurizio Arena e Renato Salvatori? Beh, proprio ad un titolo di quelli sembra riferirsi l'anagramma LA ROMA DEI BULLI di MARIO UBALDELLI.
Leone Pantaleoni



UN ANAGRAMMA DA MONUMENTO EQUESTRE

(9) E' quello del direttore del Foglio Alberto Angelucci e cioé Arcigno Bellacute


Vi sovviene del Bartolomeo Colleoni dalla gonade in più e vi suggeriscono nulla Braccio da Montone e il Gattamelata? E il Conte di Carmagnola? E poi, come sorvolare del vicino di casa Federico da Montefeltro che tanto pesò sui destini d'Urbino? (a proposito, l'anagramma del lettore BRUTO SORDINI è proprio SORTI D'URBINO). Non udite clangor di ferraglie e scalpiccio di cavalli? Beh, non si fosse capito, è di condottieri che parliamo stavolta e dunque di storia. Ecco perché ci par già di vedere una statua equestre da Verrocchio (o Donatello) dedicata ad ALBERTO ANGELUCCI, per via del suo pittoresco anagramma ARCIGNO BELLACUTE. Del resto Alberto, in quanto direttore del mensile Il Foglio della Città, condottiero lo è per davvero.

ARCIGNO BELLACUTE, anagramma di
ALBERTO ANGELUCCI,
merita senz'altro un monumento equestre.

Intanto, mentre CARMELO LA TORRE, col suo regicida A MORTE RE CARLO!, di quegli uomini sfregiati e prezzolati ricalca le maniere forti, ABRAMO BALDARELLI e DANIELE MATTIOLI, con i loro rispettivi LA LIMA DEL BARBARO e DEMONI? E' LI' ATTILA, ci riconsegnano all'Italia delle invasioni, con annesse stragi e connessi saccheggi.
Leone Pantaleoni













Fiato corto e panchina lunga, è tempo che gli anagrammi dei nostri lettori si mettano in calzoncini e maglietta proprio come nella partita fra scapoli e ammogliati. Ed ecco allora giustificarsi appieno quel CAMPO PER SEI di MARCO PRESEPI che ci confina in un rettangolo di gioco ancor più ridotto di quello del calcetto. Del resto, capelli brizzolati e pance arrotolate, c'è poco da pretendere. Ecco perché non scandalizzano l'anagramma di MATTIA MASCIA (MAI SCATTA, MAI!) e di NOEMI PAOLINI (LI' POI NON E' MAI!), dove lì e il punto in cui il ricevente dovrebbe trovarsi al momento del passaggio. Intendiamoci, in tanto patetico sfasciume, c'è posto anche per la vanteria. Come in quel UN GOL CAVAI esibito dal portiere LUCA GIAVON.


E siccome durante la partita del cuore non può mancare il riferimento alla squadra del cuore, come esimersi dal proporre l'anagramma da calcio mercato del lettore BENEDETTO SERPENTI? Il suo SPENDERE BENE? TOTTI! non lascia dubbi d'una dedizione da vergine vestale per l'ottavo re di Roma.





Leone Pantaleoni



LA SIBILLINA RAFFAELLA MINARDI

(11) Da Como a Trapani, passando per Roma, l’anagramma se ne torna in città


Non che si fossero trasferiti tutti quanti in campagna per trascorrervi le vacanze, beninteso, ma stavolta gli anagrammi dei nostri lettori fan rientro in città. A cominciare dai negozi, a quanto pare, perché così lasciano intendere sia la POLLERIA IN COMO di PAOLO MERCOLINI che il NOTO BAR DI ORTE di ROBERTO DONATI. Oppure la generica VETRINA DI ROMA di MARTINA ROVEDI. Intanto, ignaro se la modestia stia in città o in campagna, NICOLA DEL BIANCO si auto elegge degno di schierarsi COI BELLI D'ANCONA. Con ARTE DA TRANI, invece, ANDREA RATTI dirotta l'oggetto dell'estetica, puntando subito l'obiettivo sulla superba cattedrale in perfetto stile romanico-pugliese. FALLA FARE DA RIMINI è, invece, il sibillino anagramma di RAFFAELLA MINARDI. Dalla sagra della piadina alla selezione di miss Over '60, davvero non sappiamo quale sia mai il soggetto sottinteso.

Però, visto che l'anagramma di SARA PANTALEONI è E A TRAPANI LO SAN, basterà recarsi laggiù per togliersi lo sfizio.
Leone Pantaleoni

venerdì 21 agosto 2009

ANAGRAMMI ONOMASTICI

(6) Bestiario atto secondo, con un lettore che rimette al mondo conigli morti

QUEL CLUB CHE NON CONTA NEMMENO QUATTRO GATTI

Ne sa qualcosa Noè sul fatto che gli animali sono tanti. Ecco perché a cominciare da LUCIA DE SIMONI e dal suo anagramma IL MUSO DEI CANI, il nostro bestiario richiede un ulteriore capitolo. Ma ce n'è anche per i loro odiati nemici con il "CLUB TRE GATTI", CIAO! di GIULIA BARTOCCETTI. Davvero salta agli occhi come alla lettrice convenga dir addio ad uno scalcagnato circolo che, in quanto a felini, non riesce nemmeno a contare sui miserrimi quattro. La mette invece sulla superstizione AGOSTINO FABBRI con STROFINAI GOBBA. Infatti, se la prominenza non è di Andreotti, si tratta senz'altro di quella d'un dromedario visto che il cammello ne ha il doppio. E' noto che, se in branco, le iene riescono addirittura a cavare le prede dalle fauci delle leonesse. Ebbene, col suo SENTI LA IENA? ELENA TASINI d'ogni singolo carnivoro, ne vede già la bava alla bocca e ne ode il sinistro ringhio. Infine un mago animalista. E' CRISTIAN GIROLOMONI. RISANO CONIGLI MORTI, dice il suo anagramma.

beato te fratel coniglietto,
il lettore Girolomoni t'ha reso immortale!
E noi, che non vedevamo l'ora di farceli in porchetta!
Leone Pantaleoni


(7) S'ingrossa l'ondata di richieste dei nostri lettori e stavolta anagramma fa rima con pentagramma

SE VALENTINO ROSSI E' ROSSINI VOLANTE


Che c'è? C'è che anagramma fa rima con pentagramma. E allora, premettendo che un pavone a una ruota ci era noto ma un cigno a due non l'avevamo mai visto, cominciamo dall'anagramma di VALENTINO ROSSI che è ROSSINI VOLANTE.


Se anagramma di VALENTINO ROSSI
è ROSSINI VOLANTE,
vuol dire che dopo il pavone a una ruota
c'è anche il cigno a due.
Per passare quindi alla lettrice MONICA PENTUCCI che, col suo PUCCINI M'E' CANTO, s'invola dalle acque dell'Adriatico a quelle di Torre del Lago; e, da cigno di Pesaro si tramuta in quello di Busseto. Però, visto che non sempre può contarsi sul meglio, con LIRICA NON SCELTA, ANTONELLA CRISCI deve - ahilei! - accontentarsi. Anagramma A BRAHMS GONGOLATO, THOMAS BRAGAGNOLO dedica la sua gioiosa esplosione al musicista preferito. Tra orchestra, organo o pianoforte, di composizioni il prolifico Johannes ne fece anche per cori. A proposito dei quali va detto che non tutti si dimostrano degni. Ecco perché il TI LEGO I CORISTI di EGISTO CITRIOLI rivela una violenza d'esasperato. Il sipario cala su DIEGO UGOLINI. Il suo I DUE LOGGIONI ci rimanda a quando la lirica non aveva alcunché da invidiare al tifo calcistico.
Leone Pantaleoni

mercoledì 19 agosto 2009

ANAGRAMMI ONOMASTICI

QUEL CERIMONIOSO BESTIARIO CON GALLINE IN FRAC

Tra cammelli, merli, cavalli e colibrì la terza selezione degli anagrammi onomastici offerti ai nostri lettori


Si chiama bestiario e sta alle bestie come il lapidario alle pietre e l'erbario alle erbe. In principio era il Physiologus, il fisiologo, con il
compito d'interpretare gli animali in chiave simbolica e religiosa. Ed è proprio quanto fa, ancorché con percorso invertito, l'anagramma, quando, come nel caso del lettore MARCELLO MEI, si picca di tradurlo in ERI CAMMELLO. Oppure, ed è il caso di MARCELLO RIVALTA, ne riposiziona le lettere in MERLO TRA CAVALLI. Si sa che nel mondo del collezionismo si va alle ricerca delle cose più impensate, ma LUCIANO LUMBRICI batte tutti col suo CUMULI COLIBRI'. Più clinico che strano resta però il caso di GIANFRANCO CECCARELLI (CERCAI GALLINE CON FRAC). Che il frac se lo fosse messo il procacciatore, che lo si pretendesse indossato dalle beccute bestiole (l'anagramma non chiarisce), il risultato (immediato ricovero alla neurodeliri) non cambia. A proposito, nel bestiario il leone veniva associato a Gesù. Ecco perché è il caso di far notare che l'anagramma del lettore VICTOR ANDERSON (conosciuto col nome di Suby) è NON VEDRA' CRISTO.

Victor Anderson

Leone Pantaleoni








TRA MOGLIE E MARITO NON METTERE EDIPO

Stavolta gli anagrammi dei lettori osano l'inosabile ma, fortunatamente, è tutto inventato

Da Giulietta e Romeo a Otello e Desdemona, magari passando per la vicina Gradara di Paolo e Francesca, di amori celebri e tragici se ne contano a millanta. E quando spuntan le corna, dal triangolo può passarsi al poligono. Di tiro. Amore e morte, insomma, binomio dal quale non può davvero esimersi l’Edipo simbolo dell’enigmistica, sposo di sua madre e assassino di suo padre, e nemmeno l' anagramma. Forse è per questo che quello onomastico del lettore MAURO SANTI, traducendosi in UN MARITO SA..., in quei tre puntini arcisottintende. Con l'anagramma BACI CON TE O MORIR! ci pensa allora ROMEO BARTOCCINI - Romeo, capite? - a farci lievitare fino a Shakespeare. E siccome siamo nella pura invenzione enigmistica, oseremo l'inosabile. Svelandovi, all'insegna dello slogan "la carne è debole ma anche avariata", sia d'un troppo chiaro ITALO PAIONCINI (A TONINO PIACI LI') che d'un troppo torbido MARIO GAZZETTA (AMO RAGAZZETTI).
Fauno Paioncini
Di FAUNO PAIONCINI che ci propone un mesto A NOI NON CI FA PIU’, diagnostichiamo una condizione più Viagra che grave.



Leone Pantaleoni

domenica 16 agosto 2009

ANAGRAMMI ONOMASTICI

I LACONICI SALUTI DI NONNO MARCO

Prima scelta tra i tantissimi anagrammi onomastici richiesti dai nostri lettori a Leone da Cagli


Bere sì, ma con moderazione perché un bicchiere tira l’altro. E perché si sa come si comincia e – ahinoi! – anche come si finisce. Un consiglio vecchio come il cucco anche quando Roma era caput mundi e vi si aromatizzava il vino con miele e foglie di rosa, viola e cedro, cannella e zafferano. La premessa per dirvi che la nostra mescita di anagrammi di nomi e cognomi dei lettori del Carlino, nel provocare una prima ondata di richieste, è stata inaugurata da CARLA BIANCHINI. E il risultato è stato: “CIN-CIN AL BAR? AHI!”. Ecco perché, incalzando nel concetto, la foto ve la mostra dinnanzi ad un bel paio di bicchieroni a calice.

CARLA BIANCHINI in perfetta sintonia

col suo anagramma: CIN-CIN AL BAR? AHI!

A MARCO BAIONI invece, nonno di ben quattro nipotini che ama concedersi un viaggio esotico all’anno, consigliamo di spedire a ciascun marmocchio una cartolina con la seguente scritta: “BACIONI AMOR!”. Un testo leggero ed esaustivo al tempo stesso che si confà con la trepidante fretta del turista. Ma innanzitutto un testo formato dalle medesime lettere di MARCO BAIONI che anch’esse, come lui, amano cambiar di posto.

Leone Pantaleoni












SOAVE PILLOLA IL CONFETTO FALQUI!

Seconda selezione a carattere scatologico tra i tanti anagrammi onomastici richiesti dai nostri lettori a Leone da Cagli


Una volta c'erano il confetto Falqui e la Dolce Euchessina. Oggi basta e avanza l'Alessia Marcuzzi di Activia Danone. Per svolgere quelle certe funzioni fisiologiche, intendiamo. Perché mai un tale preludio non propriamente invitante? Ma per introdurre l'anagramma chiestoci dal lettore PAOLO SAVELLI. Che è, per l' appunto, SOAVE PILLOLA. In perfetta consonanza col tema, gli fa eco l'abile solutore di giochi enigmistici ALBERTO DE NEGRI col suo donchisciottesco L'EROE-GRAN BIDET.


Abile solutore di giochi enigmistici,
ALBERTO DE NEGRI è L'EROE GRAN-BIDET.
Come dire che il rebus dell'igiene lo ha risolto a dovere.
Come a dire che se il personaggio di Cervantes aveva alto il senso dell'onore, Alberto ne ha almeno altrettanto per l'igiene. Cosa che difettava alquanto - ricordate? - al Sancio Pancia che se la fa sotto ... en plein air (all'aria aperta).
Da ultimo, stante che l'anagramma onomastico di RICCARDO ATTILI è CORTILI DI CARTA, i rotoli di quella igienica che non finiscono mai dove li mettiamo? Quegli stessi dove, in uno solo, ci si posson trascrivere tutti quanti i 100 canti della Divina Commedia con il resto di Bo. Nel senso che v'avanza spazio anche per il microscopico Rio di Palazzeschi dalle tre casettine dai tetti aguzzi, dal verde praticello e dall'esiguo ruscello. E, c'è da crederlo, dal piccolo, piccolissimo wather.

Leone Pantaleoni

venerdì 14 agosto 2009

I VINCITORI DELLA 3^ OLIMPIADE ENIGMISTICA SPONSORIZZATA DAI "BAGNI GILBERTO"

Sono Alberto De Negri (sezione adulti) ed Ettore Rocchi (sezione ragazzi) i vincitori della 3a Olimpiade Enigmistica sponsorizzata dai "Bagni Gilberto" su giochi creati da Leone Pantaleoni (il Leone da Cagli della Settimana Enigmistica).
il santangiolese Ettore Rocchi,
vincitore della sezione ragazzi.
Nei 90 minuti disponibili il baffuto Alberto è riuscito a risolvere 29 dei 30 rebus proposti, dimostrandosi solutore abilissimo. Quasi altrettanto dicasi per il professore universitario Marco Rocchi, 2° classificato. Con grande onore per Sant'Angelo in Vado, sua città natale, ancor meglio di lui ha fatto suo figlio Ettore davanti al bravo pesarese Giacomo Marcelli ed all’altrettanto brava bolzanina Sara Gottardo.
al centro, il pesarese Alberto De Negri:
a lui i rebus fanno un baffo!
Al 4° posto ben 7 giovanissimi: Matteo Mezzolani e Giacomo Tombari (rispettivamente 1° e 2° della edizione scorsa), Davide Arrondini, Alessandro Corsini, Eugenio Ghiandoni, Luca Panici e Matteo Siani. Meritevoli di citazione anche Giovanni Gottardo e Riccardo Attili. Non ancora scolarizzata (ha affrontato soltanto i giochi figurati) e con grande gioia della mamma primo violino del Rof, la giovanissima bolzanina Francesca Gottardo, è stata unanimemente eletta mascotte del torneo.

mercoledì 12 agosto 2009

LE FERIE DI AUGUSTO

Che gliele abbia firmate un avo di Brunetta?

Bastano e avanzano Kakà al Real Madrid e Ibrahimovic al Barcellona per giustificare la rivisitazione del noto detto "Ferragosto, moglie mia non ti conosco" in "Ferragosto, maglia mia non ti conosco". E poi, visto che un 15 agosto di qualche annetto fa son venute al mondo Barbara Bouchet e Maria Grazia Buccella, si potrebbe insistere con "Ferragosto, racchia mia non ti conosco". D'accordo, non è un'assonanza bella come la precedente, ma bellissime lo erano (e tali rimangono) la maggiorata bionda, e quella mora, di cui sopra.


Passando da dive prosperose a località minuscole, c’è da presumere che perfino in quella del Piceno e in quella del Parmense ci siano persone che il Ferragosto desiderano trascorrerlo in capo al mondo. E siccome le frazioni si chiamano entrambe Moglie, sarà bene accertarsi se nel loro proverbio quella parola abbia la emme minuscola. Un adagio molisano recita che il 15 di agosto è giorno in cui si pagano i debiti. Beh, è vero che nell'anno ce ne sono altri 364 per farlo, ma per i creditori è sempre meglio di un 29 febbraio.





Dalle ferie di Agusto (per firmarle a tanto imperatore, sarà stato necessario un avo di Brunetta?) che hanno spodestato uno sconsolato Conso (dio del raccolto immagazzinato), festa sempre nuova e sempre vecchia, il Ferragosto. Di Ferragosto, anno 778 a Roncisvalle, Carlo Magno le busca dai Baschi. Il 15 agosto 1945 il Giappone, dopo le due atomiche di 9 e 6 giorni prima, firma la pace incondizionata con gli USA. Tocchi ferro Dario Fo di Ferragosto. In tal data è passata a miglior vita il Nobel Grazia Deledda. Nasce un 15 di agosto lo scrittore Claudio Napoleone, ma è anche il giorno in cui emette il primo vagito il ben più noto Bonaparte.

Se ai confini del profano, di Ferragosto, correvano cavalli, combattevano tori e si strappava il collo ai paperi (ma l'usanza fu severamente vietata assai prima dell'avvento della banda Disney), al limite del sacro, la Chiesa celebra di Ferragosto l'assunzione della Madonna in Cielo. No, quella di Maria non fu una morte. Fu un socchiudere gli occhi in un sorriso che principiava a mostrarci il Paradiso.


Leone Pantaleoni

martedì 11 agosto 2009

FANTOZZI E IL CARDINALE

Una rivelazione la si accetta o meno, non la si mette ai voti


Fantozzi e il cardinale che presenziava al catastrofico varo della nave, ricordate? Stavolta però il porporato non finirà con l’imprecare. Ci spieghiamo: da un pulpito innalzato da eccezionale popolarità che non è sinonimo d’egual autorità di giudizio, nei giorni scorsi Paolo Villaggio ha letteralmente affermato: - E' ora di finirla col dire che la mia religione è meglio della tua! -.

Qualche giorno più tardi, in differente contesto e da diverso pulpito, Angelo Bagnasco ha ribadito come la validità o meno di qualsivoglia principio morale non possa essere rimessa a maggioritari giudizi soggettivi. La morale non è cosa da mettere ai voti, insomma. Nulla, più delle due opposte affermazioni, ci sembra poter meglio focalizzare dove stia il polo del relativismo e dove quello della sua negazione.


Con disarmante e diamantina semplicità Giovanni evangelista scrive: "Ciò che abbiamo udito, ciò che i nostri occhi hanno visto, ciò che abbiamo contemplato e ciò che le nostre mani hanno toccato, ossia, il Verbo della vita, noi lo annunciamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi". All'invito possiamo aderirvi o meno. Ma la sua veridicità non dipende né dal nostro giudizio, né dal fatto che esso sia stato liberamente espresso e democraticamente esercitato.
Leone Pantaleoni

lunedì 10 agosto 2009

ABBIAMO UN ROF, GEGHE GEGHE GEGHEGE'

Tra bisensi, assonanze fonetiche, anagrammi e rebus un inedito ed un po' irriverente omaggio al Festival dedicato all'ineguagliabile maestro

Acronimo d’un Opera Festival un po’ Rossini e un po’ “Roffini”, Rof è sempre Rof. E se la Pavone anni ’60 cantava “Abbiamo un riff”, geghe geghe geghegè” , la Pesaro di questi giorni si pavoneggia con “Abbiamo un Rof, c’è che c’è che c’è che c’è”.

E se poi Rof va ad appuntarsi sul taccuino dell’ enigmista, c’è che pentagramma fa rima con dramma. Ma dramma giocoso, beninteso, proprio come un … viaggio a Reims. Tanto per cominciare, in “Insaponatura e ‘sbarbatura’” s’incappa in un curioso bisenso. Sia che ci si trovi in una bottega che in un teatro, ambedue restano il primo e secondo atto del barbiere. Invece, l’ improbabile storiella del volubile ed accidioso taglia barbe e capelli e di sua figlia cleptomane, rispettivamente ribattezzati “Il barbiere di se ho voglia” e “la ragazza ladra”, è gioco semplicemente basato sull'assonanza fonetica. Ma pentagramma può anche far rima con anagramma, quel trastullo edipico che trasforma le parole riposizionandone vocali e consonanti. E allora, tamburo di Yamaha come tamburo d'orchestra, ecco che “Valentino Rossi” si trasforma con un rombo di motore in “Rossini volante”. Oppure che nella ipotetica ma verosimile affermazione rossiniana “Il Cigno di Pesaro? Son l’eco di Parigi!”, la parte a sinistra del punto interrogativo sia l'anagramma di quella di destra. E la possente mole del Maestro? E il suo proverbiale appetito? Non giustificano forse “Grissino a chi? Io no!” e “Io ho grossi canini!”? Affermazioni anch'esse immaginate ma pur sempre ciascuna l'anagramma di "Gioachino Rossini". Nel disegno che mostri un monumento con la scritta “G.Rossini” alla quale si sovrappongano le lettere DI, sapete quale sarebbe la soluzione del rebus? Sarebbe “Grossi nidi”, ottenuta da “G.Rossini, DI”.

Rebus (6, 4)

Il sipario cala su Gianfranco Mariotti che del Rof è sovrano ancorché sovrintendente. Primo: perché un po’ burbero, far finta di nulla. E, caso mai, chiamarlo … L’Arcigno di Pesaro. Secondo: perché schietto quanto il miglior vino o, se preferite, franco quanto la seconda metà del suo nome, mai e poi mai osar l’inosabile dandogli del … roffiano.

Leone Pantaleoni

giovedì 6 agosto 2009

UN CAGLIESE SULLA SCIA DI BENIGNI

Proprio come Roberto, Leone Pantaleoni, ha rivisto e ... corrotto i titoli dei film più famosi

Pubblicati da LINUS di agosto, il più affermato mensile dei fumetti e della illustrazione, i titoli dei film rivisti e corretti - ma sarebbe meglio dire corrotti - da Leone Pantaleoni nel suo agile pamphlet "Nuovo cinema Paradosso". Si tratta di due pagine, corredate di simpatici disegni a colori, interamente dedicate all'enigmista cagliese.

Da notare che l'invenzione del vezzo di storpiare titoli di film è attribuita al genio di Benigni. Una sera, mentre Roberto si trovava a cena con alcuni amici, se ne uscì con la battuta: "Inciampa e cade nel letame in scuderia: Sfiga all'O.K. Corral!" ("Sfida all'O.K. Corral", celebre film western del 1957).
Tra gli altri, dall'invitante gioco sono stati attratti altri personaggi di calibro, quali Paolo Conte, Umberto Eco, Fabio Fazio e Francesco Guccini.
Ma vediamone alcuni di questi titoli ... sbranati dal Leone.
Da Hitchcock detto Hitch:
La minestra sul cortile
("Raffreddare un corno! Te l'avevo detto di non appoggiare il piatto sul davanzale!).
L'uovo che sapeva troppo
(approfittare per chiedergli se è nato prima o dopo della gallina).
La nonna che visse due volte
(campò, suppergiù, 105 anni).
In frigo internazionale
(Cucina molto, ma molto multi etnica!).
Da Carlo Lorenzini detto Collodi: Metti una pera a cena
(Pinocchio muore di fame e Geppetto fa quel che può).
Il grande tonno
(sani e salvi, Pinocchio e Geppetto tornano a riva).
E ancora:
Ecce rombo
(Valentino Rossi);
La pantera osa
(acrobatico inseguimento dei carabinieri);
Il dottor Divago
(dica trentatrè ... trentini entrarono in Trento tutti e trentatrè trotterellando);
Loro di Napoli
(Eduardo, Titina e Peppino De Filippo);
Venga a prendere il caffé ad Hanoi
(ma non c'era un bar più vicino?);
Fummo di Londra
(Elisabetta II ed Enrico VIII. Ma anche Charles Darwin e Charlie Chaplin);
Umberto B
(neorealismo leghista);
Erre stellari
(quelle che mancano ad Acquaio, Aiete, Canco, Capicono, Sagittaio, Scopione, Too e Vegine);
Il prete spossato
(quante messe e confessioni in periodo di Quaresima!).

mercoledì 5 agosto 2009

DAL SIGARO ALLA GIADA

di Vincenzo Oliveri




















UN TUFFO NELLA STATISTICA

Ma che c’azzecca sesto (il piazzamento del nuotatore Giorgetti) con la sestina del Supernalotto?

Definita la statistica come il rapporto fra i casi favorevoli e quelli possibili, la probabilità di centrare la sestina vincente al Superenalotto è 1 su 622 milioni, 614 mila, 630. La qual cosa equivale a indovinare un solo abitante tra tutti coloro che vivono non in una Pesaro e né in dieci o cento, bensì in 6.500! Oppure in 1.631 province come la nostra. O ancora azzeccarne uno soltanto fra tutti quelli che compongono le 46 città più popolose al mondo, più o meno equivalenti a cinquanta volte i 13 milioni di residenti a Manila. Che poi è anche come ridurre di 208 mila volte la probabilità (1 a 3.000) di venir ghermiti da una pallottola vagante per strada durante una sparatoria e di 31.131 volte quella (1 a 25.000) di restar vittime d'un incidente aereo. Ma la statistica è cosa delicata, da maneggiare con cura. Direste mai, ad esempio, che se fosse possibile ripiegare a piacere un foglio di carta dallo spessore d’un millimetro, di riavvolgimenti ne basterebbero 23 per raggiungere gli 8.848 metri della vetta dell'Everest ? Un'altra curiosità della statistica riguarda il nostro campioncino di nuoto Giorgetti, giunto sesto al mondo ai recenti campionati iridati. Pensate, per ciascun abitante di Cagli, la città di Edoardo per l’appunto, la terra ne conta 700 mila. Significa che, a rigor di logica, egli avrebbe dovuto arrivare settecentomillesimo. Oppure che Cagli contasse una popolazione di 1 miliardo, 666 milioni, 666 mila, 666 unità. Che poi è 390 volte i 30 milioni della Tokio più popolosa al mondo. Ma torniamo a “Superenalotto” per un'ultima chiosa. Il matematico Peres, enigmista italiano più apprezzato e famoso (per lui è stato coniato il nome di giocologo), ha provato a riposizionare le 13 lettere della parola ottenendone la bellezza di 117 risultati. Ma tra i tanti anagrammi non compare "Un torto palese" recentemente trovato da "Leone da Cagli" (il sottoscritto) nel suo primo ed ultimo tentativo. Opportunamente informato della cosa, Ennio ha sportivamente ammesso la cocente sconfitta; che, perché indubbia nel suo sbilanciato rapporto di 1 a 117, è anche cogente débacle statistica.
Leone Pantaleoni

domenica 2 agosto 2009

TUTTI SUDDITI DI EDOARDO VI

Edoardo, perché tale è il nome di Giorgetti, e VI perché sesto è lo strabiliante piazzamento ottenuto dal giovane nuotatore ai recenti mondiali di nuoto, col nome di Edoardo VI, Cagli ha incoronato il suo re. Pensate, per ciascun suo abitante, la terra ne conta 700 mila. Significa che, a rigor di logica, Edoardo sarebbe dovuto arrivare settecentomillesimo. Oppure che Cagli contasse una popolazione di 1 miliardo, 666 milioni, 666 mila, 666 unità. Che poi è 390 volte i 30 milioni della Tokio più popolosa al mondo. Ben si comprende, allora, come la statistica, nella fattispecie, sia andata in confusione. Enigmisticamente parlando, stante che la frase "Dote da oggi? Tre ori!" contiene le medesime lettere di "Edoardo Giorgetti" cambiate di posto, non è stato per ora esaudito profeta l'anagramma onomastico che gli avevamo dedicato il 9 maggio scorso, allorché la sua città natale gli ha conferito l'attestato di civica benemerenza. Ma c’è ancora un promettente futuro da attendere. Pensate, essendo quel giorno anche noi tra i destinatari del conferimento, Edoardo si ricordava ancora delle nostre lezioni di enigmistica, risalenti a quando lui frequentava la quinta elementare.
Da ultima, davvero ispirata dal genio che ai cagliesi non difetta, la vernacolare coloritura dello slogan dei suoi supporters assiepati sulle tribune: "Edo, n'dormì t'la paja, a Caj volem la medaja!". Slogan che la tivù ha pensato bene di mostrare in primo piano. Non c'è comunque pericolo, semplicemente perché Edoardo non è tipo da cullarsi nella paglia paragonata a bambagia. E, men che meno, sugli allori. Almeno fino a quando quel dischetto di metallo pregiato che i cagliesi bramano e che l'anagramma ha vaticinato, non brillerà, penzoloni, davanti al suo petto.

Leone Pantaleoni

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01) Crittografia (frase: 7 6)
B S

02) Crittografia (frase: 7 7)
DB HPO

03) Crittografia (frase: 4 2 4)
NOME DELL'AT.ORE BANFI

04) Crittografia (frase: 4 10)
- CATINO -

05) Crittografia (frase: 7 2 5)
- QUI.T. LETTERA .. UN ALFABETO -

06) Crittografia (frase: 5 2 4)
- CH.SSA' -

07) Crittografia (frase: 8 7)
- VR VR VR VR TO -

08) Crittografia (frase: 3 4 4)
- TELEFONATEMI! -

09) Crittografia: (frase: 6 1 2 1 4 2 = 2 4 1 3 6)
D... DI NASCITA

10) Crittografia: (frase: 4 4 2 2 2 = 6 8)
IN QUEL PO.TO

11) Crittografia (frase: 8 2)
SONO RIMASTO LI’

INVITO AI CAGLIESI

INVIATEMI UN COMMENTO COL VOSTRO NOME, VI FARO' L'ANAGRAMMA.

GLI ANAGRAMMI DEI CAGLIESI

chi sono questi ?

(nome: 9, 8) = "PANCETTA CON SFREGI" Piercing mal eseguito?

(nome: 7, 7) = "RE FRA LE DOMANDE" Novello Mike Buongiorno?

(nome: 5, 7) = "CARDAR ALBERI"
Ma non era la lana?

per le soluzioni...