Il computer calcola velocissimamente ma non “crea”Dal 1995 presidente del Circolo Scacchistico Pesarese e da sempre amante del cosiddetto Nobilgiuoco, non sono pochi a domandarmi se dinnanzi alla scacchiera sia più forte l'uomo o la macchina. Ben si comprende come tale interrogativo sia diventato incalzante da quando esistono i computer e in specie dal 1997, quando l'allora campione del mondo Garry Kasparov, ora il più agguerrito oppositore di Putin, fu clamorosamente battuto dal programma Deep Blue della IBM.
Garry Kasparov opposto a Deep Blue.
Di fronte, beninteso, ha uno dei programmatori.
Se conoscete il semplicissimo gioco del Tris, dove fra due giocatori vince chi riesce a mettere in fila per primo tre pallini su una griglia di 3 caselle per 3, saprete anche che se chi muove per secondo adotta la migliore strategia, la partita finirà inevitabilmente pari. Si dice allora che il Tris è un gioco determinato. Il fatto è che anche gli scacchi lo sono ma con la "piccola" differenza che mentre le combinazioni possibili del Tris sono 362.880, quelle degli scacchi sono - udite, udite! - 18 trilioni, 446 biliardi, 744 bilioni, 73 miliardi, 709 milioni, 551 mila, 615. La qual cosa ci riporta a quel famoso aneddoto dove, al visir che gli domandava cosa mai desiderasse, il suddito beneficiato rispose: - Un chicco di grano sulla prima casella della scacchiera, 2 sulla seconda, 4 sulla terza, 8 sulla quarta, 16 sulla quinta e così di seguito, per potenze di 2, fino alla sessantaquattresima casella -. Il visir restò basito ad una richiesta che a lui appariva così inspiegabilmente modesta. Non si rendeva conto il tapino che il numero di chicchi sarebbe stato quello di cui sopra e che non sarebbero bastati tutti i granai del mondo a contenerli! Beh, significa allora, che quando la macchina riuscirà a calcolare con la consona rapidità, si saprà a priori se il bianco che muove per primo è destinato a vincere sempre oppure se non può in alcun modo evitare il pareggio. Va da sé che a quel punto, ancora a venire beninteso, la sfida uomo-macchina perderà ogni fascino. Resta però il fatto che fra intelligenza umana e meccanica c'è una differenza incolmabile e parlare di calcolatori che hanno una “materia grigia” superiore è cosa, oltre che insensata, ridicola. Nell'uomo c'è una capacità creatrice che la macchina, anche la più veloce, non possiede.
La macchina fa ciò che gl'impone il programmatore e se io scrivo il mio cognome mille volte, mille volte, da "Pantaleoni", me lo corregge" in "pantaloni".
Leone Pantaleoni