Excursus geografico-etimologico da Pontedazzo ad Acqualagna, passando per Palcano, Moria, Pianello, San Crescentino, Acquaviva e il santuario dell’Acquanera
Che i nomi di luogo abbiano origine che si perdono nella notte dei tempi, è cosa nota. Che ciò ne renda ardua la decrittazione, è cosa logica. Ma accade che ce ne siano anche di inventati; e che la toponomastica si diffonda per false equivalenze. Il nome della cittadina ligure di Pontedassio, Pontedase nella sua versione dialettale, ci spiega come esso derivi da un ponte fatto d'assi. Da noi, sulla via Flaminia tra Cagli e Cantiano, all'ingresso della bellissima ma inquietante gola del fiume Burano, c'è Pontedazzo che deriva invece da Ponte d'Azzo. Pontedazzo è il punto d'incrocio che può farvi approdare a località suggestive quali sono appunto la Villa di Palcano, Moria, Pianello e San Crescentino. Succede però, con altrettanta frequenza, che molti toponimi abbiano una etimologia di completa ed inequivocabile lettura. Si pensi ai nomi descrittivi, anzi, "parlanti", come li ha felicemente battezzati il professor Gian Luigi Beccaria (quello della televisiva "Parola mia" di Luciano Rispoli, ricordate?). Ci riferiamo, ad esempio, a quei medesimi nomi che decantano le proprietà benefiche delle acque, a cominciare dalle loro virtù curative: Acquabona, Acquacalda, Acqui ed Acquaviva (autentica perla incastonata nella Vallata del Catria, ce n'è una anche nella nostra provincia, a cinque chilometri da Cagli in direzione di Frontone).
Che i nomi di luogo abbiano origine che si perdono nella notte dei tempi, è cosa nota. Che ciò ne renda ardua la decrittazione, è cosa logica. Ma accade che ce ne siano anche di inventati; e che la toponomastica si diffonda per false equivalenze. Il nome della cittadina ligure di Pontedassio, Pontedase nella sua versione dialettale, ci spiega come esso derivi da un ponte fatto d'assi. Da noi, sulla via Flaminia tra Cagli e Cantiano, all'ingresso della bellissima ma inquietante gola del fiume Burano, c'è Pontedazzo che deriva invece da Ponte d'Azzo. Pontedazzo è il punto d'incrocio che può farvi approdare a località suggestive quali sono appunto la Villa di Palcano, Moria, Pianello e San Crescentino. Succede però, con altrettanta frequenza, che molti toponimi abbiano una etimologia di completa ed inequivocabile lettura. Si pensi ai nomi descrittivi, anzi, "parlanti", come li ha felicemente battezzati il professor Gian Luigi Beccaria (quello della televisiva "Parola mia" di Luciano Rispoli, ricordate?). Ci riferiamo, ad esempio, a quei medesimi nomi che decantano le proprietà benefiche delle acque, a cominciare dalle loro virtù curative: Acquabona, Acquacalda, Acqui ed Acquaviva (autentica perla incastonata nella Vallata del Catria, ce n'è una anche nella nostra provincia, a cinque chilometri da Cagli in direzione di Frontone).
Suggestivo panorama con il profilo del rudere
della chiesa del Montione di Acquaviva
Oppure che ne descrivono i difetti: Acquacanina, in provincia di Macerata (letteralmente "un'acqua da cani") ed Acquanegra, in provincia di Cremona e Mantova (acqua stagnante). A pochi chilometri da Cagli, alle pendici del Monte Acuto (3 km da Buonconsiglio), quale saliente luogo di culto, c'è il santuario della Madonna dell'Acquanera. E poi c'è naturalmente Acqualagna; l'Acqualagna del tartufo e di Enrico Mattei. Acqualagna deriva da "acqua lanea", acqua/macello, a ricordo di un paragrafo scritto a caratteri rosso/sangue della guerra fra i goti di Totila ed i bizantini di Narsete (in proposito senz’altro degno di menzione è il secondo capitolo del libro "Immagine di CAGLI" che il compianto Prof. Carlo Arseni mandò alle stampe nel 1989). Situata alla convergenza dei fiumi Burano e Candigliano, Acqualagna non dista granché da quel Metauro di cui alla epica battaglia. Ma questa è un’altra storia, un’annosa storia fra romani e cartaginesi, di 750 anni prima.
Leone Pantaleoni
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