martedì 3 marzo 2009

STORIE QUOTIDIANE

Elio Giorgini

Sposato con Olga dal 1946, ovvero 3 anni oltre le nozze di diamante, idraulico in pensione dal 1969, due figli maschi e due nipoti femmine, compirà ben novanta primavere Elio Giorgini il 19 novembre che verrà. Significa che sta marciando con l'età assai più di quanto non abbia fatto con i piedi nei sette anni da soldato.



Sole, pioggia o neve, alle 10 in punto
Elio Giorgini è nell’edicola Spinaci
ad acquistare il suo “Carlino” quotidiano.

Da militare, infatti, era in marina e non in fanteria. Imbarcatosi come “fuochista artefice” sulla Canòpo, di ardente, oltre al giovane cuore che adesso abbisogna di pace-maker, non aveva tizzoni di carbone ma vapore, perché le sue mansioni erano di addetto alla caldaia. Alle quali erano complementari tutti gli annessi e connessi che favorissero massima efficienza e perfetta manutenzione dei motori. Lo scapolo Elio Giorgini aveva 19 anni quando si arruolò; bello da somigliare nientemeno che a Massimo Girotti, divo dal fisico scultoreo, come Girotti faceva impazzire le ragazze.



“A proposito di gonnelle” ci dice chiaro e tondo “quando mettevo i piedi nella terraferma, non era di musei in cui potessi trovare opere di Leonardo o Raffaello che chiedevo informazioni ma..." impercettibile pausa "... di dove fosse la più vicina casa di tolleranza”. Seconda impercettibile pausa, un velo di mestizia sul volto e... “In analoga circostanza, oggi mi limiterei invece a domandare d'un bagno pubblico“. Beh, con buona pace del comune senso del pudore e del non comune genio artistico, un modo più efficace di ricordarci come con gli anni concupiscenza faccia sempre più rima con incontinenza, forse non c’era. La Canòpo era una torpediniera dalle 1.000 tonnellate di stazza. Lunga poco più di 80 metri e larga poco più di 8, esercitava una potenza di 19.000 cavalli vapore e raggiungeva una velocità massima di 34 nodi. Munita del consueto armamentario tra cui 4 siluri e 20 mine, contava un equipaggio di 99 uomini, 5 dei quali tra ufficiali e sott’ufficiali. In rigorosa osservanza del rifarsi a nomi astronomici che si rifanno a loro volta alla mitologia, il nome Canòpo è quello d'una stella: la più luminosa, nel cielo notturno, dopo Sirio. Non a caso, la capo squadriglia si chiamava Cassiopea, come la costellazione. La spola fra Cagliari e Durazzo, quella fra Crotone e Gallipoli e quindi fra Napoli e Taranto, un continuo andirivieni per scortare uomini e materiali senza mai sparare un colpo, neanche in aria in segno d'intimidazione. Elio, allora, si sentiva turista in crociera e non di rado, con quel suo pesarese schietto, graduato o no che fosse, chiedeva all'interlocutore di turno: "Ma maché, la guerra, la fem o no?". Fu accontentato. Eccome se fu accontentato. Tre anni dopo, nel porto di Tripoli. Quando sopraggiunsero, minuto più minuto meno, le tre del primo maggio 1941. Destino beffardo: era la prima volta che la Canòpo approdava in continente africano. La Canòpo - capite? - il nome d'una stella tradito dalla buona stella! Furtivo e ben mirato, l’attacco degli inglesi colpì dapprima a poppa.
“Dormivo nella mia cuccetta a fianco di quella del comandante” ci dice Giorgini col tono un po' concitato di chi rivive attimi che non si scordano e che si ricordano come se fosse adesso “quand'ecco il suono delle sirene lacerare l’aria. Alcuni istanti sotto il crescente rombo degli aerei e quindi il fragore delle prime bombe che sembra strapparti cervello e orecchie.
Secondo le consegne, mi dirigo verso il deposito munizioni ma un compagno mi dice a gran voce di mettermi in salvo. Allora corro in coperta, mi tuffo e nuoto con braccia che roteano come eliche di motoscafo. Tra colonne di acqua e di fumo, bagliori di fuoco e puzzo di materiali che bruciano; tra urla di dolore, grida d'aiuto e assordante rumore di munizioni che esplodono, è l'inferno. Devo la vita all'aver dato ascolto a quel consiglio e nell'averlo fatto nel modo più rapido possibile: un solo attimo d'esitazione e sarei finito tra quei morti e dispersi che furono una trentina". A causa dei pirotecnici scoppi a catena della santabarbara, la Canòpo non tardò ad affondare. Ma senza inabissarsi. Beffarda consolazione dei superstiti, quel vedere il suo macabro relitto rimaner affiorante come una carcassa di balena che galleggia. “Una volta a riva, mi ritrovai una scheggia tra le maglie di un calzettone”. Frammento di una "stella cadente" di nome Canòpo a cui la stoffa aveva impedito di raggiungere la carne. Acuminato pezzetto di metallo che aveva passato da parte a parte la scarpa destra. Sinistro cimelio che fa rima con Elio e che Elio Giorgini tenne comunque a ricordo di quella terribile notte”.



Leone Pantaleoni

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01) Crittografia (frase: 7 6)
B S

02) Crittografia (frase: 7 7)
DB HPO

03) Crittografia (frase: 4 2 4)
NOME DELL'AT.ORE BANFI

04) Crittografia (frase: 4 10)
- CATINO -

05) Crittografia (frase: 7 2 5)
- QUI.T. LETTERA .. UN ALFABETO -

06) Crittografia (frase: 5 2 4)
- CH.SSA' -

07) Crittografia (frase: 8 7)
- VR VR VR VR TO -

08) Crittografia (frase: 3 4 4)
- TELEFONATEMI! -

09) Crittografia: (frase: 6 1 2 1 4 2 = 2 4 1 3 6)
D... DI NASCITA

10) Crittografia: (frase: 4 4 2 2 2 = 6 8)
IN QUEL PO.TO

11) Crittografia (frase: 8 2)
SONO RIMASTO LI’

INVITO AI CAGLIESI

INVIATEMI UN COMMENTO COL VOSTRO NOME, VI FARO' L'ANAGRAMMA.

GLI ANAGRAMMI DEI CAGLIESI

chi sono questi ?

(nome: 9, 8) = "PANCETTA CON SFREGI" Piercing mal eseguito?

(nome: 7, 7) = "RE FRA LE DOMANDE" Novello Mike Buongiorno?

(nome: 5, 7) = "CARDAR ALBERI"
Ma non era la lana?

per le soluzioni...