A margine della dibattuta questione sulla croce e sulla spada e fuor di faziosità, è lecito chiedersi che l'equivoco fra pace francescana e pacifismo sia chiarito una volta per tutte?
E' lecito chiedersi come si possano coniugare, con tutte le sfaccettature del caso, due concezioni dove da un canto la pace è dono ricevuto e dall'altra virtù posseduta?
“Ultima cena” di Duccio da Buoninsegna
Il credente sa che la pace viene da Cristo ("Vi do la pace, vi lascio la mia pace, non come ve la dà il mondo io ve la do". Giovanni: 14,27-31) e che essa, ancorché auspicabile, non è quella che può nascere dalla ricomposizione esterna dell'ordine fra popoli e ceti sociali. Il credente sa che essa nasce da una vittoria su tutte le leggi di separazione. E' "qui" che i figli di Dio dispersi" ritrovano ciascuno la propria integrità e la propria autentica relazione con gli altri; è da "qui" che prende senso quella visibile pace sociale, parte anch'essa delle promesse messianiche. Ma la connessione vitale tra il nostro essere e la vita di Dio non è in nostro potere, perchè, contando sulle sole nostre forze, ancor prima dell'esistenza, ne ignoreremmo la stessa possibilità di esistere.
La moderna antropologia sembra aver azzerato l'autonomia della persona, la cui emergenza sarebbe risolvibile nel solo intreccio dei determinismi. Non è necessario appellarsi ad una corrente filosofica, spiritualistica o meno che sia, per affermare che questo appiattimento dell'autonomia umana si risolve anch'esso in un'illusione: la possibilità di conseguire la pace soltanto agendo su se stessi e sulle strutture politiche e sociali. E, peggio ancora, il ritenere utopisticamente che la pace possieda una forza innata destinata infine ad imporsi.
Il credente sa invece che la pace che il mondo può offrirgli si basa su equilibri esterni, regolati dal calcolo del potere insito nella interazione delle forze sociali. Equilibri estranei alle profonde ragioni del cuore e perciò instabili e deludenti.
Certo, anche la pace a cui aspira il mondo rientra nella profezia messianica, ma questa profezia si costruisce a partire dalla radicale alleanza con il Dio trinitario, in cui si nasconde, in germe, il destino del mondo. Tutto questo sa il credente. Ma soltanto perché gli è stato rivelato affinché anche lui lo riveli ai fratelli.
Leone Pantaleoni
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