E' di ieri la notizia che Fabrizio Ravanelli aprirà un ristorante a Cagli.
Lo chiamerà "N.11" in ossequio alla sua gloriosa maglia. Numero curioso l'undici. A parte il fatto che è il suo giorno di nascita (dicembre 1968) e la somma delle lettere del suo soprannome (Penna Bianca), esso può considerarsi l'incipit d'una frase (un dì ci...). Ben augurante se accoppiato all'8 (fa "un di-ci-otto" che farà spiccare il volo al locale, è di pessimo auspicio se messo accanto al 9 (l'infausto 11 settembre delle torri gemelle). Riposizionando le 17 lettere che compongono "Fabrizio Ravanelli" si ottiene: "Lì fa vibrar l'azione". Dove quel "lì", se quando l'atleta giocava era l'area avversaria, oggi è quel punto della superstrada Flaminia dove sorgerà l’annunciato luogo di ristoro. Va da sé che l'azione sarà quella delle mascelle dei clienti, intenti a masticare i succulenti cibi loro propinati. Siamo in grado di anticiparvi che il primo per eccellenza saranno le penne. Al pomodoro? All'arrabbiata? Alla puttanesca? Ma no, semplici penne all’olio, in bianco, per intenderci, per via di quel "Penna Bianca"di cui sopra con cui Fabrizio era soprannominato a causa dei suoi capelli precocemente brizzolati. E poi secondi piatti a iosa, tutti quanti farciti con sfiziosi contorni a base di "raphanus sativus". E cioé di piante annue o bienne del genere rafano, dal color rosso carminio, con radice tuberizzata, globosa, ovale o allungata. Di ravanelli, insomma.
Leone Pantaleoni
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