Basta sfogliare il vocabolario dove, tra gli altri, si trovano lemmi quali gufo, tufo, martufo (babbione, mestolone) e tartufo (anche nel senso di ipocrita). In un menu può trovarsi addirittura Partufo che è un tipo di pizza contenente mozzarella, patate e tartufo. Nella enciclopedia ci si può imbattere in Cartufo (un compositore di nome Giuseppe).
Per non dire poi della espressione "a ufo" che significa a sbafo. Da non confondere con gratis, essa deriva dalla espressione latina "ad usum fabricae" (destinato all'utilizzo nella fabbrica).
Oppure, per trovare "ufo", è sufficiente leggere qua e là, fino ad andare a cozzare contro i verbi gufo e gufò, stufo e stufò, grufolo e grufolò.
Tra gli antesignani dei teleinvasivi cartoni giapponesi, campeggia ancora quell'Ufo-Robot (Goldrake), la cui orecchiabile reiterazione musicale della sigla risuona ancora nelle orecchie di molti ex bambini.
Da ultimo, se consideriamo "ufo" elemento d'incastro, gli esempi montano a neve, come nel caso di “più forte”, “tu fosti” o “blu fosforo”.
Nella frase "Franca Rame più Fo", c'è da considerare che Fo ha scritto sì "Mistero buffo" ma non "Mistero b...ufo".
Leone Pantaleoni
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