Ma quale divertimento a giocare con le parole! E magari rifare il verso sia a titoli di film celebri che a motti consolidati nel tempo! Basta manipolare qualche lettera e lo sgambetto è fatto.
Gli esempi? Eccoveli:
Il dottor divago (Dica trentatré ... trentini entrano in Trento tutti e trentatré trotterellando)
Un pesce di nome Wanna (Siamo i campioni della truffa: d’accordooo?)
Ecce Rombo (Valentino Rossi)
Loro, di Napoli (Eduardo, Titina e Peppino De Filippo)
Metti una pera a cena (Pinocchio muore di fame e Geppetto fa quel che può)
La dolce Evita (dolce sì, però c'è un ... Peron)
C'era una volta il rest (poi venne la mancia)
A qualcuno piace Aldo (ma anche Giovanni e Giacomo)
E ancora:
Mamma zia! (utero in affitto)
E svenne un uomo (la vecchia decrepita sta seduta. A gambe larghe)
Totò a dolori (sculacciate, va bene, ma non esageriamo!)
E.T.(CI') (salute!)
La minestra sul cortile (raffreddare un corno! Te l'avevo detto di non appoggiare il piatto sul davanzale!)
L'uovo che sapeva troppo (approfittare per chiedergli se è nato prima o dopo della gallina)
Un americano a vagigi (Jimmy Carter, dalle noccioline alla Casa Bianca)
Erre stellari (quelle che mancano ad Acquaio, Aiete, Canco...)
E veniamo ai proverbi, a cominciare da
L'apparenza in gonna (la sottana sopra il ginocchio che rese celebre Mary Quant)
la mattina ha loro in bocca (i cattivi sapori)
Il buon giorno si vede dal mastino (consegne postali in villa, alla buonora)
La paura Fano vanta (festival-horror di successo nella cittadina adriatica)
Ridi, ridi, la mamma ha fatto gl'occhi (blefaroplastica)
Tettar non nuoce (allattamento)
S'ignori si nasce (natalità zero)
Tutte le strade portano aroma (deiezioni canine)
Tutto il mondo è palese (meteorologia satellitare)
Chi dice donna, dice d'anno (calendari sexy)
Vedi Napoli e poi i Maori (prima le nostre bellezze e soltanto dopo quelle esotiche)
Chi s'accontenta ode (il San Remo del dopo anni d'oro)
Chi dice donna, dice d’anno
In Umana cosa è errare (non faceva che ripeterlo Ulisse nei suoi viaggi)
l'enigmista gioca col bisenso (errare nel senso di trasferirsi da luogo a luogo)
mentre fa leva nell'ambivalenza in "La verità vien sempre a palla" (i chiassosi dibattiti biscardiani sulla moviola) "A palla", infatti, indica sia l'alto volume della voce del televisore, che il mondo del calcio.
Infine, in "Tanto intonò che Piave" che fa il verso a "tanto tuonò che piovve", ci si trastulla con la consonanza fonetica.
Leone Pantaleoni
1 commento:
divertente. originale come idea. da proporre agli amici.
Se ti piacciono gli animali visita il mio blog
animali-paesi.blogspot.com
Ciao
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