In pratica si tratta di una coppia aritmetica contigua che la sedicente scienza dei numeri accosta alla passione violenta e ardente. Cosicché, se si scende ancora di scalino in scalino, si ottiene un 8-7-65 che ci fa chiedere se proprio in quel giorno Lucio Anneo Seneca, ormai ardente e passionale nemico di Nerone, per ordine di Nerone "fu suicidato" assieme a Lucano e Petronio.
E così "menagramando", l'87 è il numero dell'abbandono inteso come perdita affettiva o amorosa. Padre o madre, figlio o figlia, fratello o sorella, fidanzato o fidanzata, fa lo stesso. Purché il comandamento sia: crescete e dividetevi.
E siccome le disgrazie sempre s'industriano a non venire da sole, l'87 significa anche perdita del lavoro. Che, di questi tempi, è proprio come mettere il cotto sopra il bollito.
Né meglio vanno le cose con la Smorfia, dove l'87 sono "'e perucchie", alias i pidocchi; e, se di Smorfia Napoletana si tratta, il carcere.
Riposizionando le lettere di "otto luglio" si ottiene la frase: "O tu, toglilo!". Un anagramma che la dice lunga sul temibile potere jettatorio del per niente sottinteso 87 che, a pronunciarlo, sembra voler dire: ho tanta sete.
Tra papi e Papini, un 8 luglio di qualche annetto fa son passati a miglior vita Eugenio III, Gregorio XV e lo scrittore fiorentino. Un 8 luglio trapassò anche Francesco Casanova, fratello di un tal Giacomo la cui vita faceva a cazzotti con la castità.
A proposito di cazzotti, curioso che l'8 luglio 1889 si disputò l'ultimo incontro di boxe a mani nude, dove, udite udite, John Sullivan ebbe ragione di Jake Kilrain dopo 75 round! Sì, sì, avete letto bene, proprio 75. Un numero che da 87 dista soltanto una dozzina di unità.
LEONE PANTALEONI
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