Come tanti altri, sono anch’io nel novero di coloro che partecipano alle frequentatissime lezioni settimanali di storia dell'arte annualmente tenute dal professor Rodolfo Battistini alla Università dell'Età Libera. Sessantatré annetti appena suonati, lo faccio per diletto e per difetto. E cioè per ovviare alla primigenia lacuna di non aver potuto godere della materia a tempo debito, quando un più giovane cervello meglio avrebbe compreso e immagazzinato. Ho quindi dovuto ripiegare sulle consuete scorciatoie dell'autodidatta. Quali il compulsare libri, dispense e riviste; oppure il navigare, non di rado senza approdo, su Internet; o ancora nel drizzare le orecchie dinnanzi ad uno dei rari e mal collocati servizi che la TV, grazie ad affabulatori di grido (ma quelle di Sgarbi, qui, non c’entrano), tra orrori di ravvicinati parenti, remote isole, piccole talpe e grandi fratelli, si degna di dedicare a quella "Trimurti del bello e del vero" che risponde ai nomi di Pittura, Scultura ed Architettura.
doppio particolare del ratto di Proserpina del Bernini,
argomento di una delle ultime lezioni del Prof. Battistini
Ed è forse per mera legge di compensazione che la cieca fortuna, per una volta oculata, ha fatto sì che m'imbattessi in Rodolfo Battistini. Il valore di storico e di critico del Professore, ormai prossimo a quella eccellenza degna della miglior considerazione, è cosa più che risaputa. La sua capacità di farsi intendere in barba al diabolico intrico d’ineludibili rimandi nozionistici, è cosa di cui sono a perfetta conoscenza tutti coloro che per un verso (lezione scolastica) o per un altro (pubblica conferenza) han modo di sedere dinnanzi alla sua cattedra. Ma Battistini fa di più. Vi aggiunge qua e là, dosandoli con meticolosità farmaceutica, quei “quanto basta” d'ironia, a tratti autoironia, che, mai fuori dalle righe, nello strappare divertiti risolini, elude il fisiologico calo d’attenzione. E libera gli argomenti da quella polverosa patina di seriosità che v’han depositato nei secoli, coi loro blasoni, mecenati col rango di papi o cardinali, imperatori o re. Oppure, coi loro danari, banchieri e mercanti ricchi sfondati.
Leone Pantaleoni
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