Irriverente e scatologico l’anagramma con l’ex magistrato passato alla politica 
Per stavolta non Antonio e Cleopatra ma Antonio e Carmen. Due nomi e un comun denominatore. Anzi, “decognominatore”: il cognome Di Pietro. Una coppia che non si scoppia, per capirci. Ah, a proposito di scoppia, fu proprio all’attrice che fece “boom” un seno e la notizia fece “straboom”. Davvero arcidirompente, allora, la signora Carmelina Tonto (così all’anagrafe di Potenza)!

Per stavolta non Antonio e Cleopatra ma Antonio e Carmen. Due nomi e un comun denominatore. Anzi, “decognominatore”: il cognome Di Pietro. Una coppia che non si scoppia, per capirci. Ah, a proposito di scoppia, fu proprio all’attrice che fece “boom” un seno e la notizia fece “straboom”. Davvero arcidirompente, allora, la signora Carmelina Tonto (così all’anagrafe di Potenza)!
Senonché, sarà puro caso, sarà magia, quel "arcidirompente" è proprio composto delle medesime lettere di Carmen Di Pietro. E’, come si dice in gergo enigmistico, un anagramma.
Volendo insistere, va detto che anche tra seno e Senato il passo è breve. Che c’è di male, dunque, se a questo punto vi proponiamo alcuni anagrammi di Antonio Di Pietro?
Visto il suo modo d’infervorarsi (ma è un eufemismo) nel voler distruggere gli avversari non meno di quanto non faccia contestualmente con sintassi e grammatica, diamo la precedenza a “Per i toni Dio Nato!”.
Ecco perché la opposta versione “’O i toni ponderati” non può che assumere valenza di ironico ossimoro.
Naturale che, condotto sull’altra sponda, l’anagramma gli si ritorca contro con “T’odiano per i toni”.
Invece, nelle due forme d’un identico dubbio “Idoneo in partito?” e “Do noie in partito?”, va senz’altro girato,quale assegno, al portatore Walter Veltroni.
Certo a sentir lui, incorruttibile giustiziere, novello Robin Hood della foresta di Trebisacce, fan presto gli anagrammi a diventar autoincensatori: “Ai potenti dirò no!”, “Io, non reo di patti”, “Io, nato intrepido”, “Io dirotto in pena”.
E, riferito allo scandaloso esubero di autoblù, “Noti? Torno a piedi!”. Al punto da farseli venir come quelli del padre dell’enigmistica Edipo (il nome vuol dire davvero “piedi gonfi”)? A piedi, capito? Nemmeno servendosi del suo amato trattore, intendiamo.
Da ultimo abbiamo lasciato la combinazione di lettere più pesante ancorché volatile; prosaica, spoetizzante e scatologica. Irriverente e mendace, s’intende, ma pur sempre anagramma. Si tratta, insomma, di “Petin d’orinatoio”.
Con buona pace dell’imperatore “Antonino Pio”, ma anche Tito Flavio Vespasiano.
Leone Pantaleoni
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