Epifanìa, a sua volta, dal greco epiphàneia, attraverso il latino epiphaniam, significa apparizione, manifestazione (sottinteso, del Figlio di Dio).
Narra una leggenda che i magi, nel chiedere informazioni sulla via da intraprendere per trovare Gesù, s'imbatterono anche in una vecchia; la quale, seppur ripetutamente invitata ad unirsi a loro, si rifiutò di farlo. Ma in seguito ebbe a pentirsene; al punto che, munitasi di un cesto di dolci, si mise alla indefessa ricerca del Bambinello. Classica pena da contrappasso dantesco, a quanto pare; che ciascun 5 gennaio la vede imbrattarsi di fuliggine nell’infilarsi in tutti quanti i camini del mondo; onde regalare dolcetti ai bambini, nella mai esaudita speranza che uno di essi sia, finalmente, il figlio di Maria e di Giuseppe.
Secondo versioni attinenti alla realtà, invece, la ricorrenza della Befana deriverebbe da elementi folclorici pre-cristiani, radicati nella tradizione agraria e collegati alla sempre catartica azione del fuoco. Cosicché la Vecchia altro non sarebbe se non l'anno appena trascorso; da bruciare, per rinascere.
C'è addirittura chi collega la Befana con una festa pagana in onore del dio Giano e della dea Strenia (da cui il termine "strenna"), una festa detta Sigillaria perché prevedeva uno scambio di statuette d’argilla.
C’è un gioco enigmistico che si chiama Falso Diminutivo. Come nei casi di botto-bottino e matto-mattino, per intenderci. Uno di essi recita:
Nessun commento:
Posta un commento